Non ho nessun astio nei confronti della Russia, ma una radicata diffidenza dettata dalla storia.
di Fabrizio Rondolino
Putin vuol restaurare almeno parzialmente l'impero (zarista e poi sovietico), e per far questo gioca sulle "minoranze russe" (esattamente come faceva Hitler con le minoranze tedesche), fingendo che questo fatto lo autorizzi a intervenire negli affari interni di altri Stati sovrani. Lo ha fatto nel Caucaso, lo sta facendo in Ucraina, potrebbe farlo nei Baltici. L'unica regola di politica internazionale davvero essenziale prescrive che i confini non si cambiano senza il consenso degli interessati - il che, va ricordato, è l'esatto contrario delle sciocchezze che si dicono sul peso della storia: con questo criterio dovremmo invadere la Francia e la Croazia per riprenderci Nizza e l'Istria. Violando questa regola elementare quanto decisiva - l'intangibilità dei confini - Putin si colloca al di fuori della comunità internazionale, che ha di conseguenza il dovere di richiamarlo - con le buone, finché sarà sufficiente - al rispetto delle regole.
L'espansionismo russo sotto la guida autocratica di un leader illiberale è una minaccia per tutti, non soltanto per gli ucraini. Verso i paesi dell'Est, aggiungo, abbiamo in più un dovere morale: non abbiamo mosso un dito per far cadere il Muro, ma dopo la caduta li abbiamo accolti come fratelli in nome dell'Europa baluardo di pace e democrazia: ora non possiamo scaricarli, semplicemente perché sono parte di noi. La pace e la democrazia non sono scontate né garantite, ma vanno difese giorno per giorno.
di Fabrizio Rondolino
Putin vuol restaurare almeno parzialmente l'impero (zarista e poi sovietico), e per far questo gioca sulle "minoranze russe" (esattamente come faceva Hitler con le minoranze tedesche), fingendo che questo fatto lo autorizzi a intervenire negli affari interni di altri Stati sovrani. Lo ha fatto nel Caucaso, lo sta facendo in Ucraina, potrebbe farlo nei Baltici. L'unica regola di politica internazionale davvero essenziale prescrive che i confini non si cambiano senza il consenso degli interessati - il che, va ricordato, è l'esatto contrario delle sciocchezze che si dicono sul peso della storia: con questo criterio dovremmo invadere la Francia e la Croazia per riprenderci Nizza e l'Istria. Violando questa regola elementare quanto decisiva - l'intangibilità dei confini - Putin si colloca al di fuori della comunità internazionale, che ha di conseguenza il dovere di richiamarlo - con le buone, finché sarà sufficiente - al rispetto delle regole.
L'espansionismo russo sotto la guida autocratica di un leader illiberale è una minaccia per tutti, non soltanto per gli ucraini. Verso i paesi dell'Est, aggiungo, abbiamo in più un dovere morale: non abbiamo mosso un dito per far cadere il Muro, ma dopo la caduta li abbiamo accolti come fratelli in nome dell'Europa baluardo di pace e democrazia: ora non possiamo scaricarli, semplicemente perché sono parte di noi. La pace e la democrazia non sono scontate né garantite, ma vanno difese giorno per giorno.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.