venerdì, ottobre 03, 2014
Udienza al Pontificio Consiglio Giustizia e Pace: elogia la “Caritas in veritate” di Ratzinger. “La crescita delle disuguaglianze mette a rischio la democrazia”

di Iacopo Scaramuzzi 

Vatican Insider - Il lavoro è un “diritto fondamentale” che “non può essere considerato una variabile dipendente dai mercati finanziari e monetari” e “la crescita delle diseguaglianze e delle povertà mettono a rischio la democrazia inclusiva e partecipativa”. Così papa Francesco in un discorso rivolto alla plenaria del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. L’occasione, nel quinto anniversario della pubblicazione dell’enciclica “Caritas in veritate”, di elogiare la lettera di Benedetto XVI (2009), documento “fondamentale” per “l’evangelizzazione sociale” .

“Uno degli aspetti dell’odierno sistema economico è lo sfruttamento dello squilibrio internazionale nei costi del lavoro, che fa leva su miliardi di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno”, ha detto papa Francesco leggendo il testo preparato per l’occasione. “Un tale squilibrio non solo non rispetta la dignità di coloro che alimentano la manodopera a basso prezzo, ma distrugge fonti di lavoro in quelle regioni in cui esso è maggiormente tutelato. Si pone qui il problema di creare meccanismi di tutela dei diritti del lavoro, nonché dell’ambiente, in presenza di una crescente ideologia consumistica, che non mostra responsabilità nei confronti delle città e del creato. La crescita delle diseguaglianze e delle povertà mettono a rischio la democrazia inclusiva e partecipativa, la quale presuppone sempre un’economia e un mercato che non escludono e che siano equi. Si tratta, allora, di vincere le cause strutturali delle diseguaglianze e della povertà. Nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium – ha proseguito il Papa argentino – ho voluto segnalare tre strumenti fondamentali per l’inclusione sociale dei più bisognosi, quali l’istruzione, l’accesso all’assistenza sanitaria e il lavoro per tutti. In altre parole, lo Stato di diritto sociale non va smantellato e in particolare il diritto fondamentale al lavoro. Questo non può essere considerato una variabile dipendente dai mercati finanziari e monetari. Esso è un bene fondamentale rispetto alla dignità, alla formazione di una famiglia, alla realizzazione del bene comune e della pace. L’istruzione e il lavoro, l’accesso al welfare per tutti, sono elementi chiave sia per lo sviluppo e la giusta distribuzione dei beni, sia per il raggiungimento della giustizia sociale, sia per appartenere alla società e partecipare liberamente e responsabilmente alla vita politica, intesa come gestione della res publica. Visioni che pretendono di aumentare la redditività, a costo della restrizione del mercato del lavoro che crea nuovi esclusi, non sono conformi a una economia a servizio dell’uomo e del bene comune, a una democrazia inclusiva e partecipativa”.

Il Papa ha anche sottolineato il problema che sorge dai “perduranti squilibri tra settori economici, tra remunerazioni, tra banche commerciali e banche di speculazione, tra istituzioni e problemi globali: è necessario tenere viva la preoccupazione per i poveri e la giustizia sociale”: essa “esige, da una parte profonde riforme che prevedano la ridistribuzione della ricchezza prodotta e l’universalizzazione di mercati liberi a servizio delle famiglie, dall’altra la ridistribuzione della sovranità, sia sul piano nazionale sia sul piano sopranazionale”.

Papa Francesco, introdotto dal cardinale Peter Turkson, presidente di Iustitia et Pax, ha aperto e chiuso il suo discorso riferendosi alla “Caritas in veritate” di Benedetto XVI: La plenaria “coincide – ha detto il Papa – con il quinto anniversario della promulgazione dell’Enciclica Caritas in veritate. Un documento fondamentale per l’evangelizzazione del sociale, che offre preziose indicazioni per la presenza dei cattolici nella società, nelle istituzioni, nell’economia, nella finanza e nella politica. La Caritas in veritate ha attirato l’attenzione sui benefici ma anche sui pericoli della globalizzazione, quando essa non sia orientata al bene dei popoli”.


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