Incessante il lavoro di operatori, commercianti, abitanti e degli Angeli del fango. Nella Genova ferita la bella storia di Angela ed Emanuele. E tra gli Angeli un calciatore del Genoa.
di Emanuela Biancardi
Il cielo di Genova è ancora una minaccia e c’è di nuovo tanto, troppo da fare. Lo sanno bene, tra gli altri, i tantissimi giovani che arrivano non solo da ogni parte della città ma anche da fuori confine: Milano, Torino, Alessandria, Pavia… Sono gli Angeli del fango. Si mescolano con gli abitanti, i commercianti, gli operai, gli operatori della Protezione Civile. Sono centinaia e non stanno troppo a pensare a quello che si poteva fare. Pensano piuttosto a come organizzarsi in squadre spontanee e, pale alla mano, non si fermano mai. Solo oggi sono stati costretti ad uno stop forzato. Il nuovo nubifragio, che si è abbattuto sulla città questo primo pomeriggio, ha bloccato i lavori di tutti i volontari per alto rischio.
Qualcuno degli Angeli lo riconosci perché indossa la stessa maglietta con la scritta stampata tre anni fa: “Non c’è fango che tenga”, altri perché operano in gruppo ed hanno tutti più o meno la stessa età. Così sporchi, bagnati e così puliti dentro. Non è dato sapere se sono scout, studenti, sportivi, disoccupati…
Poi, all’angolo con via Brigata Liguria, un negoziante ne abbraccia uno. E’ il calciatore del Genoa Luca Antonini, costretto ad abbandonare la pala per quella dimostrazione d’affetto repentina. Con la moglie è là anche lui e spala fango. E’ un po’ imbarazzato. In quel momento ha persino dimenticato il suo ruolo di difensore. In questa partita da difendere c’è una città ferita e lui ora è solo uno dei tanti Angeli del fango.
Ci sono anche Emanuele ed Angela. Lui ingegnere elettronico, lei artista che durante l’alluvione del 2011 si sono conosciuti e innamorati. Qualche sguardo di complicità ci scappa tra i due mentre sono impegnati a spalare. Emanuele nel 2011 era stato incaricato di eseguire le perizie per Borgo Incrociati, dove viveva Angela. “Si è preso due belle multe a causa mia! - racconta la donna – per una macchina parcheggiata in divieto mentre ritirava una mia pratica… E guarda qua, siamo ancora insieme… Questa è la mia terza alluvione e questo è quel che resta della mia bottega d’arte”. Emanuele guarda Angela e torna a sorriderle dicendo: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori!”.
A Borgo Incrociati, Cardinale Bagnasco dispensa parole di incoraggiamento e conforto. Il suo grazie va ai giovani Angeli. C’è chi lo avvicina per un abbraccio e c’è chi urla che prima o poi, oltre all’uomo, anche Nostro Signore dovrà spiegare loro qualcosa…
“La cosa più importante adesso - dice qualcuno – è tornare al più presto alla normalità… che il maltempo dia tregua… Non piangiamo nemmeno più. Dovevano arrivare i fondi ed è arrivato il fango… Ah ma quello non costa niente. Arriva da solo”.
di Emanuela Biancardi
Il cielo di Genova è ancora una minaccia e c’è di nuovo tanto, troppo da fare. Lo sanno bene, tra gli altri, i tantissimi giovani che arrivano non solo da ogni parte della città ma anche da fuori confine: Milano, Torino, Alessandria, Pavia… Sono gli Angeli del fango. Si mescolano con gli abitanti, i commercianti, gli operai, gli operatori della Protezione Civile. Sono centinaia e non stanno troppo a pensare a quello che si poteva fare. Pensano piuttosto a come organizzarsi in squadre spontanee e, pale alla mano, non si fermano mai. Solo oggi sono stati costretti ad uno stop forzato. Il nuovo nubifragio, che si è abbattuto sulla città questo primo pomeriggio, ha bloccato i lavori di tutti i volontari per alto rischio.
Qualcuno degli Angeli lo riconosci perché indossa la stessa maglietta con la scritta stampata tre anni fa: “Non c’è fango che tenga”, altri perché operano in gruppo ed hanno tutti più o meno la stessa età. Così sporchi, bagnati e così puliti dentro. Non è dato sapere se sono scout, studenti, sportivi, disoccupati…
Poi, all’angolo con via Brigata Liguria, un negoziante ne abbraccia uno. E’ il calciatore del Genoa Luca Antonini, costretto ad abbandonare la pala per quella dimostrazione d’affetto repentina. Con la moglie è là anche lui e spala fango. E’ un po’ imbarazzato. In quel momento ha persino dimenticato il suo ruolo di difensore. In questa partita da difendere c’è una città ferita e lui ora è solo uno dei tanti Angeli del fango.
Ci sono anche Emanuele ed Angela. Lui ingegnere elettronico, lei artista che durante l’alluvione del 2011 si sono conosciuti e innamorati. Qualche sguardo di complicità ci scappa tra i due mentre sono impegnati a spalare. Emanuele nel 2011 era stato incaricato di eseguire le perizie per Borgo Incrociati, dove viveva Angela. “Si è preso due belle multe a causa mia! - racconta la donna – per una macchina parcheggiata in divieto mentre ritirava una mia pratica… E guarda qua, siamo ancora insieme… Questa è la mia terza alluvione e questo è quel che resta della mia bottega d’arte”. Emanuele guarda Angela e torna a sorriderle dicendo: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori!”.
A Borgo Incrociati, Cardinale Bagnasco dispensa parole di incoraggiamento e conforto. Il suo grazie va ai giovani Angeli. C’è chi lo avvicina per un abbraccio e c’è chi urla che prima o poi, oltre all’uomo, anche Nostro Signore dovrà spiegare loro qualcosa…
“La cosa più importante adesso - dice qualcuno – è tornare al più presto alla normalità… che il maltempo dia tregua… Non piangiamo nemmeno più. Dovevano arrivare i fondi ed è arrivato il fango… Ah ma quello non costa niente. Arriva da solo”.
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