Si è conclusa domenica 28 settembre la sesta edizione di Festival francescano, per il terzo anno nella città di Rimini, con il saluto alla città e un arrivederci al prossimo anno a Bologna per parlare insieme di rispetto del creato.
“Dateci una scossa di gioia, abbiamo bisogno di reagire alla rassegnazione. San Francesco ci aiuta attraverso voi”. Questa la richiesta e lo stimolo che il vescovo di Rimini, Mons. Francesco Lambiasi, ha rivolto a tutti i francescani e pellegrini partecipanti alla sesta edizione del Festival francescano e a cui hanno risposto con gioia e determinazione. Più di 30.000 presenze: frati minori, cappuccini e conventuali rappresentanti anche dell’Università Seraphicum e numerosi ordini femminili, comprese le clarisse che come sempre accoglievano i giovani per alcuni incontri e che quest’anno hanno partecipato in collegamento telefonico alla Preghiera Francescana. Folta anche la presenza dei laici dell’Ordine Francescano Secolare e dei ragazzi della Gioventù Francescana provenienti non solo dall’Emilia Romagna ma anche dalle altre regioni italiane per un incontro a carattere nazionale svoltosi sabato 27 al Festival.
Il tema di quest’anno, la vera e perfetta letizia, è stato declinato in tutte le sue forme ma soprattutto è stato subito individuato, dall’intervento introduttivo del biblista fra Dino Dozzi e del teologo fra Mauro Ruzzolini, nell’accettazione del fallimento. Nel celebre brano delle Fonti francescane più volte riportato, Francesco dice chiaramente a Frate Leone, e a noi oggi, che la letizia non si trova nel potere della cultura né nel potere ecclesiastico o politico e neppure nel potere dei risultati evangelici. La si trova invece in quella porta chiusa che rappresenta la non accoglienza degli altri. La vera letizia sta proprio nel mantenere la serenità e sentimenti fraterni senza aspettare la reciprocità.
Di gioia e perfetta letizia hanno parlato Alberto Dionigi, incentrando il suo intervento sulla clown terapia e sugli effetti benefici dell’accompagnamento dei clown ai bambini malati e ricoverati in strutture ospedaliere; ma anche il poeta Davide Rondoni che con semplicità e intensità ha parlato del controverso rapporto dei poeti con la gioia e dell’uomo di oggi con la felicità; l’economista Leonardo Becchetti che ha affrontato il tema della “felicità sostenibile” ma anche William Raffaeli, medico e presidente della Fondazione Ricerca sul dolore – ISAL, e fra Giovanni Salonia, fondatore dell’Istituto di Gestalt Human Communication Center e Sergio Zavoli; il filosofo Salvatore Natoli e Vittorio Robiati Bendaud (della Fondazione Maimonide), moderati da Sabina Fadel (caporedattrice de “Messaggero di sant’Antonio”) che ha puntato l’attenzione sul tema della ricerca della felicità nei libri sapienziali.
Numerosi e interessanti gli interventi alle Fast conference e le presentazioni di libri tra cui quella di Giovanni Grado Merlo, presidente della Società internazionale di studi francescani, fra Giovanni Salonia o di fra Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, solo per citarne alcuni.
Anche quest’anno non potevano mancare le rappresentazioni teatrali; Marco Finco e Bano Ferrari hanno messo in scena , “Francesco secondo Giovanni”, mentre Angela Demattè ha portato in scena lo spettacolo “Etty Hillesum. Cercando un tetto a Dio”, con l’adattamento teatrale di Marina Corradi, che ha letteralmente emozionato il folto pubblico presente. La sera del sabato, infine, le strade e le piazze di Rimini sono state invase da artisti di strada, Mangiafuoco, musicisti, giocolieri e danzatori. L'intervento conclusivo dell’Arcivescovo metropolita di Manila card. Luis Antonio Tagle, ha sottolineato il ruolo delle periferie del Mondo nella nuova evangelizzazione. “Spesso mi rende più umile e, a volte, mi fa sentire proprio umiliato trovarmi davanti a questi saggi maestri, a questi tesori nascosti nelle periferie. Possiamo quindi mostrare al mondo come la gioia si trovi uscendo dalle nostre zone di sicurezza e di comodità”.
Tre giornate di gioia e di fraternità che, grazie agli appuntamenti sopra riportati, hanno permesso ai partecipanti alla sesta edizione di Festival francescano di percepire la vera essenza della perfetta letizia, della gioia vera. Il calore e lo spirito fraterno erano palpabili, vissuti nella semplicità dell’incontro con l’altro e nella gioia che ne scaturiva. Ancora una volta la proposta di Festival francescano ha ricordato, non solo a parole, come il messaggio di Francesco sia ancora attuale e lo si possa portare nelle piazze e nelle strade perché sia condiviso.
In particolare, l’occasione proposta ha messo in luce l’essenzialità del francescanesimo e del cristianesimo: per parlare e condividere il concetto di vera gioia e perfetta letizia è necessario partire dalla povertà, dall’essenzialità e andare al cuore dell’incontro. Per essere veramente liberi nella gioia è importante lasciare il superfluo e arricchirsi dell’unico vero e Sommo Bene, che è “tutta la nostra ricchezza”.
L’edizione riminese di Festival francescano è terminata, lasciando i suoi frutti alla città di Rimini e ora la scossa di gioia auspicata da Mons. Lambiasi, come un’onda prosegue il suo corso per infrangersi l’anno prossimo sulla città di Bologna e parlare insieme di rispetto del creato.
di Monica Cardarelli
“Dateci una scossa di gioia, abbiamo bisogno di reagire alla rassegnazione. San Francesco ci aiuta attraverso voi”. Questa la richiesta e lo stimolo che il vescovo di Rimini, Mons. Francesco Lambiasi, ha rivolto a tutti i francescani e pellegrini partecipanti alla sesta edizione del Festival francescano e a cui hanno risposto con gioia e determinazione. Più di 30.000 presenze: frati minori, cappuccini e conventuali rappresentanti anche dell’Università Seraphicum e numerosi ordini femminili, comprese le clarisse che come sempre accoglievano i giovani per alcuni incontri e che quest’anno hanno partecipato in collegamento telefonico alla Preghiera Francescana. Folta anche la presenza dei laici dell’Ordine Francescano Secolare e dei ragazzi della Gioventù Francescana provenienti non solo dall’Emilia Romagna ma anche dalle altre regioni italiane per un incontro a carattere nazionale svoltosi sabato 27 al Festival.
Il tema di quest’anno, la vera e perfetta letizia, è stato declinato in tutte le sue forme ma soprattutto è stato subito individuato, dall’intervento introduttivo del biblista fra Dino Dozzi e del teologo fra Mauro Ruzzolini, nell’accettazione del fallimento. Nel celebre brano delle Fonti francescane più volte riportato, Francesco dice chiaramente a Frate Leone, e a noi oggi, che la letizia non si trova nel potere della cultura né nel potere ecclesiastico o politico e neppure nel potere dei risultati evangelici. La si trova invece in quella porta chiusa che rappresenta la non accoglienza degli altri. La vera letizia sta proprio nel mantenere la serenità e sentimenti fraterni senza aspettare la reciprocità.
Di gioia e perfetta letizia hanno parlato Alberto Dionigi, incentrando il suo intervento sulla clown terapia e sugli effetti benefici dell’accompagnamento dei clown ai bambini malati e ricoverati in strutture ospedaliere; ma anche il poeta Davide Rondoni che con semplicità e intensità ha parlato del controverso rapporto dei poeti con la gioia e dell’uomo di oggi con la felicità; l’economista Leonardo Becchetti che ha affrontato il tema della “felicità sostenibile” ma anche William Raffaeli, medico e presidente della Fondazione Ricerca sul dolore – ISAL, e fra Giovanni Salonia, fondatore dell’Istituto di Gestalt Human Communication Center e Sergio Zavoli; il filosofo Salvatore Natoli e Vittorio Robiati Bendaud (della Fondazione Maimonide), moderati da Sabina Fadel (caporedattrice de “Messaggero di sant’Antonio”) che ha puntato l’attenzione sul tema della ricerca della felicità nei libri sapienziali.
Numerosi e interessanti gli interventi alle Fast conference e le presentazioni di libri tra cui quella di Giovanni Grado Merlo, presidente della Società internazionale di studi francescani, fra Giovanni Salonia o di fra Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, solo per citarne alcuni.
Anche quest’anno non potevano mancare le rappresentazioni teatrali; Marco Finco e Bano Ferrari hanno messo in scena , “Francesco secondo Giovanni”, mentre Angela Demattè ha portato in scena lo spettacolo “Etty Hillesum. Cercando un tetto a Dio”, con l’adattamento teatrale di Marina Corradi, che ha letteralmente emozionato il folto pubblico presente. La sera del sabato, infine, le strade e le piazze di Rimini sono state invase da artisti di strada, Mangiafuoco, musicisti, giocolieri e danzatori. L'intervento conclusivo dell’Arcivescovo metropolita di Manila card. Luis Antonio Tagle, ha sottolineato il ruolo delle periferie del Mondo nella nuova evangelizzazione. “Spesso mi rende più umile e, a volte, mi fa sentire proprio umiliato trovarmi davanti a questi saggi maestri, a questi tesori nascosti nelle periferie. Possiamo quindi mostrare al mondo come la gioia si trovi uscendo dalle nostre zone di sicurezza e di comodità”.
Tre giornate di gioia e di fraternità che, grazie agli appuntamenti sopra riportati, hanno permesso ai partecipanti alla sesta edizione di Festival francescano di percepire la vera essenza della perfetta letizia, della gioia vera. Il calore e lo spirito fraterno erano palpabili, vissuti nella semplicità dell’incontro con l’altro e nella gioia che ne scaturiva. Ancora una volta la proposta di Festival francescano ha ricordato, non solo a parole, come il messaggio di Francesco sia ancora attuale e lo si possa portare nelle piazze e nelle strade perché sia condiviso.
In particolare, l’occasione proposta ha messo in luce l’essenzialità del francescanesimo e del cristianesimo: per parlare e condividere il concetto di vera gioia e perfetta letizia è necessario partire dalla povertà, dall’essenzialità e andare al cuore dell’incontro. Per essere veramente liberi nella gioia è importante lasciare il superfluo e arricchirsi dell’unico vero e Sommo Bene, che è “tutta la nostra ricchezza”.
L’edizione riminese di Festival francescano è terminata, lasciando i suoi frutti alla città di Rimini e ora la scossa di gioia auspicata da Mons. Lambiasi, come un’onda prosegue il suo corso per infrangersi l’anno prossimo sulla città di Bologna e parlare insieme di rispetto del creato.
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