giovedì, ottobre 02, 2014
Si è conclusa domenica 28 settembre la sesta edizione di Festival francescano, per il terzo anno nella città di Rimini, con il saluto alla città e un arrivederci al prossimo anno a Bologna per parlare insieme di rispetto del creato. 

di Monica Cardarelli 

“Dateci una scossa di gioia, abbiamo bisogno di reagire alla rassegnazione. San Francesco ci aiuta attraverso voi”. Questa la richiesta e lo stimolo che il vescovo di Rimini, Mons. Francesco Lambiasi, ha rivolto a tutti i francescani e pellegrini partecipanti alla sesta edizione del Festival francescano e a cui hanno risposto con gioia e determinazione. Più di 30.000 presenze: frati minori, cappuccini e conventuali rappresentanti anche dell’Università Seraphicum e numerosi ordini femminili, comprese le clarisse che come sempre accoglievano i giovani per alcuni incontri e che quest’anno hanno partecipato in collegamento telefonico alla Preghiera Francescana. Folta anche la presenza dei laici dell’Ordine Francescano Secolare e dei ragazzi della Gioventù Francescana provenienti non solo dall’Emilia Romagna ma anche dalle altre regioni italiane per un incontro a carattere nazionale svoltosi sabato 27 al Festival.

Il tema di quest’anno, la vera e perfetta letizia, è stato declinato in tutte le sue forme ma soprattutto è stato subito individuato, dall’intervento introduttivo del biblista fra Dino Dozzi e del teologo fra Mauro Ruzzolini, nell’accettazione del fallimento. Nel celebre brano delle Fonti francescane più volte riportato, Francesco dice chiaramente a Frate Leone, e a noi oggi, che la letizia non si trova nel potere della cultura né nel potere ecclesiastico o politico e neppure nel potere dei risultati evangelici. La si trova invece in quella porta chiusa che rappresenta la non accoglienza degli altri. La vera letizia sta proprio nel mantenere la serenità e sentimenti fraterni senza aspettare la reciprocità.

Di gioia e perfetta letizia hanno parlato Alberto Dionigi, incentrando il suo intervento sulla clown terapia e sugli effetti benefici dell’accompagnamento dei clown ai bambini malati e ricoverati in strutture ospedaliere; ma anche il poeta Davide Rondoni che con semplicità e intensità ha parlato del controverso rapporto dei poeti con la gioia e dell’uomo di oggi con la felicità; l’economista Leonardo Becchetti che ha affrontato il tema della “felicità sostenibile” ma anche William Raffaeli, medico e presidente della Fondazione Ricerca sul dolore – ISAL, e fra Giovanni Salonia, fondatore dell’Istituto di Gestalt Human Communication Center e Sergio Zavoli; il filosofo Salvatore Natoli e Vittorio Robiati Bendaud (della Fondazione Maimonide), moderati da Sabina Fadel (caporedattrice de “Messaggero di sant’Antonio”) che ha puntato l’attenzione sul tema della ricerca della felicità nei libri sapienziali.

Numerosi e interessanti gli interventi alle Fast conference e le presentazioni di libri tra cui quella di Giovanni Grado Merlo, presidente della Società internazionale di studi francescani, fra Giovanni Salonia o di fra Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, solo per citarne alcuni.

Anche quest’anno non potevano mancare le rappresentazioni teatrali; Marco Finco e Bano Ferrari hanno messo in scena , “Francesco secondo Giovanni”, mentre Angela Demattè ha portato in scena lo spettacolo “Etty Hillesum. Cercando un tetto a Dio”, con l’adattamento teatrale di Marina Corradi, che ha letteralmente emozionato il folto pubblico presente. La sera del sabato, infine, le strade e le piazze di Rimini sono state invase da artisti di strada, Mangiafuoco, musicisti, giocolieri e danzatori. L'intervento conclusivo dell’Arcivescovo metropolita di Manila card. Luis Antonio Tagle, ha sottolineato il ruolo delle periferie del Mondo nella nuova evangelizzazione. “Spesso mi rende più umile e, a volte, mi fa sentire proprio umiliato trovarmi davanti a questi saggi maestri, a questi tesori nascosti nelle periferie. Possiamo quindi mostrare al mondo come la gioia si trovi uscendo dalle nostre zone di sicurezza e di comodità”.

Tre giornate di gioia e di fraternità che, grazie agli appuntamenti sopra riportati, hanno permesso ai partecipanti alla sesta edizione di Festival francescano di percepire la vera essenza della perfetta letizia, della gioia vera. Il calore e lo spirito fraterno erano palpabili, vissuti nella semplicità dell’incontro con l’altro e nella gioia che ne scaturiva. Ancora una volta la proposta di Festival francescano ha ricordato, non solo a parole, come il messaggio di Francesco sia ancora attuale e lo si possa portare nelle piazze e nelle strade perché sia condiviso.

In particolare, l’occasione proposta ha messo in luce l’essenzialità del francescanesimo e del cristianesimo: per parlare e condividere il concetto di vera gioia e perfetta letizia è necessario partire dalla povertà, dall’essenzialità e andare al cuore dell’incontro. Per essere veramente liberi nella gioia è importante lasciare il superfluo e arricchirsi dell’unico vero e Sommo Bene, che è “tutta la nostra ricchezza”.

L’edizione riminese di Festival francescano è terminata, lasciando i suoi frutti alla città di Rimini e ora la scossa di gioia auspicata da Mons. Lambiasi, come un’onda prosegue il suo corso per infrangersi l’anno prossimo sulla città di Bologna e parlare insieme di rispetto del creato.

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