Come anticipato in rapporti dei servizi segreti sudcoreani e statunitensi, oggi l’agenzia di stampa di Seul ha confermato che la Corea del Nord si è dotata di un sottomarino in grado di lanciare missili balistici.
Misna - Fonti governative di Seul rilanciate da Yonhap confermano che si tratta di un sottomarino dell’ex Unione Sovietica della classe Golf, con propulsori diesel e con una stazza di 3000 tonnellate. Il natante non potrà essere pienamente operativo prima di due anni. Un tempo utile soprattutto ai nordcoreani per testare il lancio verticale dei loro vettori in mare, dopo un gran numero di esperimenti sulla terraferma .
Al di là della modernità del mezzo, abbondantemente superato da quelli in dotazione ad altre marine militari ma del tutto efficiente, resta il fatto che si tratta di uno strumento in grado di consentire un utilizzo ulteriore ed evoluto della tecnologia missilistica nordcoreana testata in un gran numero di casi, anche dall’inizio dell’anno. Questo, unito alle informazioni diffuse dai servizi sudcoreani sul tentativo di miniaturizzare ordigni atomici e di collocarli in vettori a lunga distanza, da un lato pongono il regime di Pyongyang a rischio di ulteriori sanzioni e del blocco di ogni possibile ripresa di colloqui di pace con Seul e di quelli a sei di Pechino sul suo nucleare, dall’altro rendono più credibili le sue minacce nei periodi di tensione.
Complessivamente, ogni mossa nel senso di un maggiore potenziale bellico del Nord, che il regime cerca di accreditare come la sua carta vincente per strappare concessioni ai vicini e alle diplomazie internazionali, crea ulteriore instabilità nella regione e nuove potenzialità di conflitto.
Misna - Fonti governative di Seul rilanciate da Yonhap confermano che si tratta di un sottomarino dell’ex Unione Sovietica della classe Golf, con propulsori diesel e con una stazza di 3000 tonnellate. Il natante non potrà essere pienamente operativo prima di due anni. Un tempo utile soprattutto ai nordcoreani per testare il lancio verticale dei loro vettori in mare, dopo un gran numero di esperimenti sulla terraferma .
Al di là della modernità del mezzo, abbondantemente superato da quelli in dotazione ad altre marine militari ma del tutto efficiente, resta il fatto che si tratta di uno strumento in grado di consentire un utilizzo ulteriore ed evoluto della tecnologia missilistica nordcoreana testata in un gran numero di casi, anche dall’inizio dell’anno. Questo, unito alle informazioni diffuse dai servizi sudcoreani sul tentativo di miniaturizzare ordigni atomici e di collocarli in vettori a lunga distanza, da un lato pongono il regime di Pyongyang a rischio di ulteriori sanzioni e del blocco di ogni possibile ripresa di colloqui di pace con Seul e di quelli a sei di Pechino sul suo nucleare, dall’altro rendono più credibili le sue minacce nei periodi di tensione.
Complessivamente, ogni mossa nel senso di un maggiore potenziale bellico del Nord, che il regime cerca di accreditare come la sua carta vincente per strappare concessioni ai vicini e alle diplomazie internazionali, crea ulteriore instabilità nella regione e nuove potenzialità di conflitto.
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