Dal 17 ottobre è in rotazione radiofonica e in digital download “Il sangue di Giuda”, singolo che ha anticipato il suo primo album uscito il 7 novembre e prodotto da Raimoon Edizioni Musicali Srl.
intervista di Simona Santullo
Giuseppe Capuana è un giovane cantautore italiano, milanese di origini siciliane e trapiantato in Toscana. In questo suo primo lavoro da cantautore, le parole si fondono in un mix di suoni e di stili diversi. La musica per lui è sicuramente un modo semplice ma efficace per raccontare e raccontarsi in modo autentico e spontaneo, genuino e coinvolgente. La musica è il suo 'modo' naturale per esprimere e far provare emozioni.
D.- Buongiorno Giuseppe e benvenuto. Per tutti quelli che ancora non ti conoscono, chi è Giuseppe Capuana?
R.- Io sono un cantautore milanese di origini siciliane, trasferito in Toscana. Quindi appartengo un po’ a tutta l’Italia ed ora mi sto dedicando alla musica.
D.- Prima cosa facevi?
R.- Nasco come pittore. All’età di trentadue-trentatré anni ho trovato difficile spiegare alcune cose con la pittura e ho cercato di farlo tramite le parole e la melodia. Ho provato, mi è venuto semplice e quindi sto portando avanti i miei progetti musicali. Questo è il primo lavoro che esce.
D.- Hai una personalità molto ecclettica. Come descriveresti il tuo essere artista in tre parole.
R.- Oddio, in tre parole…. È una domanda difficile (ride). Io sono un orso, e per me “l’artista” è una persona arrivata, una persona che ha già fatto tantissimo nella vita. Io mi sento di non aver fatto ancora nulla e per questo la parola “artista” mi sta un po’ larga…
D.- Sei un milanese con origini siciliane trapiantato in toscana. Questo tuo mix di origini e provenienze hanno sicuramente influenzato il tuo modo di fare musica. In che modo?
R.- Sicuramente nel disco ci sono delle sonorità molto popolari, quindi la Sicilia in questo ci ha messo il suo zampino. Ci sono poi degli influssi molto cantautorali e quindi forse la Toscana mi ha dato qualcosa, e poi la ricerca, c’è molta ricerca di suoni, quindi sicuramente c’è anche Milano. E’ un mix di stili diversi
D.- Cosa significa fare musica oggi?
R.- Per fare musica bisognerebbe non pensare al successo, bisognerebbe farla e basta. In questo momento bisognerebbe andare nelle piazze e cantare per rivoluzionare tutto quanto. Oggi fare musica spesso significa voler andare in televisione, avere successo, mentre una volta si faceva musica popolare facendo divertire le persone, ora non è più così.
D.- Oggi quindi si pensa soltanto al successo?
R.- Al successo e al guadagno, sì…purtroppo. Io spero che le mie canzoni siano ascoltate anche tra venti, trenta e quarant’anni. Io punto a questo.
D.- Il 7 novembre è uscito il tuo primo album dal titolo “Il Sangue di Giuda”. Affronti un tema molto importante, quello della vita in tutte le sue sfaccettature. Ovviamente non credo sia una scelta casuale, giusto?
R.- Il sangue Di Giuda tutti lo confondono… Il Sangue di Giuda è un vino, quindi non parlo di Giuda Iscariota e non ha nulla a che fare con lui e la religione. L’identità della canzone non sta nel titolo ma nelle prime strofe della canzone: “che vita è la vita e come passa il tempo…”. In questo gira un po’ tutta la canzone e tutto l’album, nel tempo, nella vita e nella passione che ci si mette nell’affrontare le cose.
D.- Quante canzoni ci sono nell’album?
R.- Sono quattordici pezzi, di cui tre sono solo chitarra e voce per ammorbidire un po’ l’album, comunque è un album lungo…
D.- Per questo disco hai collaborato con Giulio Iozzi, compositore, arrangiatore, musicista, direttore artistico e oltre… Com’è nata questa collaborazione?
R.- Per puro caso. È stato un bellissimo caso. Io ero in macchina, Con tantissimi fogli e una chitarra. Mi sono trovato davanti al suo studio di registrazione e mi sono detto: “ perché no?”. Gli ho chiesto di poter registrare qualche cosa di mio, lui ha accettato ed è iniziato questo viaggio bellissimo.
D.- Cos’è importante per te comunicare con la musica in questo momento storico?
R.- Ho fatto quest’album parlando di me, quindi è stato davvero un bisogno di raccontare e basta.
D.- Tutti quelli che vogliono seguirti, lo possono fare attraverso i social network. Vuoi ricordarli?
R.- sì, sono su Facebook, Giuseppe Capuana e ovviamente c’è la pagina pubblica. Poi c’è mio sito: www.giuseppecapuana.com, dove inserirò sicuramente tutte le date, ci sono anche tutti i miei dipinti da guardare e tante informazioni.
D.- Quali sono gli impegni live nei prossimi mesi? Dove potremo ascoltarti dal vivo?
R.- In questo momento stiamo lavorando con la band, usciranno le date a breve sui social e sul sito.
D.- Grazie Giuseppe, sei stato gentilissimo e noi ti facciamo un grosso in bocca al lupo per tutto.
R.- Grazie mille, grazie.
intervista di Simona Santullo
Giuseppe Capuana è un giovane cantautore italiano, milanese di origini siciliane e trapiantato in Toscana. In questo suo primo lavoro da cantautore, le parole si fondono in un mix di suoni e di stili diversi. La musica per lui è sicuramente un modo semplice ma efficace per raccontare e raccontarsi in modo autentico e spontaneo, genuino e coinvolgente. La musica è il suo 'modo' naturale per esprimere e far provare emozioni.
D.- Buongiorno Giuseppe e benvenuto. Per tutti quelli che ancora non ti conoscono, chi è Giuseppe Capuana?
R.- Io sono un cantautore milanese di origini siciliane, trasferito in Toscana. Quindi appartengo un po’ a tutta l’Italia ed ora mi sto dedicando alla musica.
D.- Prima cosa facevi?
R.- Nasco come pittore. All’età di trentadue-trentatré anni ho trovato difficile spiegare alcune cose con la pittura e ho cercato di farlo tramite le parole e la melodia. Ho provato, mi è venuto semplice e quindi sto portando avanti i miei progetti musicali. Questo è il primo lavoro che esce.
D.- Hai una personalità molto ecclettica. Come descriveresti il tuo essere artista in tre parole.
R.- Oddio, in tre parole…. È una domanda difficile (ride). Io sono un orso, e per me “l’artista” è una persona arrivata, una persona che ha già fatto tantissimo nella vita. Io mi sento di non aver fatto ancora nulla e per questo la parola “artista” mi sta un po’ larga…
D.- Sei un milanese con origini siciliane trapiantato in toscana. Questo tuo mix di origini e provenienze hanno sicuramente influenzato il tuo modo di fare musica. In che modo?
R.- Sicuramente nel disco ci sono delle sonorità molto popolari, quindi la Sicilia in questo ci ha messo il suo zampino. Ci sono poi degli influssi molto cantautorali e quindi forse la Toscana mi ha dato qualcosa, e poi la ricerca, c’è molta ricerca di suoni, quindi sicuramente c’è anche Milano. E’ un mix di stili diversi
D.- Cosa significa fare musica oggi?
R.- Per fare musica bisognerebbe non pensare al successo, bisognerebbe farla e basta. In questo momento bisognerebbe andare nelle piazze e cantare per rivoluzionare tutto quanto. Oggi fare musica spesso significa voler andare in televisione, avere successo, mentre una volta si faceva musica popolare facendo divertire le persone, ora non è più così.
D.- Oggi quindi si pensa soltanto al successo?
R.- Al successo e al guadagno, sì…purtroppo. Io spero che le mie canzoni siano ascoltate anche tra venti, trenta e quarant’anni. Io punto a questo.
D.- Il 7 novembre è uscito il tuo primo album dal titolo “Il Sangue di Giuda”. Affronti un tema molto importante, quello della vita in tutte le sue sfaccettature. Ovviamente non credo sia una scelta casuale, giusto?
R.- Il sangue Di Giuda tutti lo confondono… Il Sangue di Giuda è un vino, quindi non parlo di Giuda Iscariota e non ha nulla a che fare con lui e la religione. L’identità della canzone non sta nel titolo ma nelle prime strofe della canzone: “che vita è la vita e come passa il tempo…”. In questo gira un po’ tutta la canzone e tutto l’album, nel tempo, nella vita e nella passione che ci si mette nell’affrontare le cose.
D.- Quante canzoni ci sono nell’album?
R.- Sono quattordici pezzi, di cui tre sono solo chitarra e voce per ammorbidire un po’ l’album, comunque è un album lungo…
D.- Per questo disco hai collaborato con Giulio Iozzi, compositore, arrangiatore, musicista, direttore artistico e oltre… Com’è nata questa collaborazione?
R.- Per puro caso. È stato un bellissimo caso. Io ero in macchina, Con tantissimi fogli e una chitarra. Mi sono trovato davanti al suo studio di registrazione e mi sono detto: “ perché no?”. Gli ho chiesto di poter registrare qualche cosa di mio, lui ha accettato ed è iniziato questo viaggio bellissimo.
D.- Cos’è importante per te comunicare con la musica in questo momento storico?
R.- Ho fatto quest’album parlando di me, quindi è stato davvero un bisogno di raccontare e basta.
D.- Tutti quelli che vogliono seguirti, lo possono fare attraverso i social network. Vuoi ricordarli?
R.- sì, sono su Facebook, Giuseppe Capuana e ovviamente c’è la pagina pubblica. Poi c’è mio sito: www.giuseppecapuana.com, dove inserirò sicuramente tutte le date, ci sono anche tutti i miei dipinti da guardare e tante informazioni.
D.- Quali sono gli impegni live nei prossimi mesi? Dove potremo ascoltarti dal vivo?
R.- In questo momento stiamo lavorando con la band, usciranno le date a breve sui social e sul sito.
D.- Grazie Giuseppe, sei stato gentilissimo e noi ti facciamo un grosso in bocca al lupo per tutto.
R.- Grazie mille, grazie.
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