Milan 0 Lazio 1: anche l’ultima speranza della stagione è svanita. Siamo alla frutta?
di Silvio Foini
La Lazio, anche se in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo ha tenuto bene il campo anche quando i rossoneri hanno alzato il proprio livello di gioco in attacco. Niente da fare: giocatori demotivati e imprecisi, troppi errori poi in una difesa da paura dominata dalla paura e dalla insicurezza. Niente più Milan stellare. Non ci sono più i Van Basten, i Gullit e compagnia cantando a far sognare san Siro. Nebbia a Milano. Di quella tanto spessa da tagliarsi col fatidico coltello.
Inzaghi? Povero ragazzo senza colpa né peccato. Lui ce l’ha messa tutta come quando era in campo ma i miracoli, come non ha potuto farli Allegri prima, Sedorf poi, nemmeno a lui, vero cuore milanista, riescono. Si parla di altri allenatori in arrivo ma cari miei, a far trottare gli asini camuffandoli da cavalli non riuscirebbe nemmeno a farlo il grande guru Arrigo. Ci vogliano i campioni e l’amore di questi per la maglia, ragazzi orgogliosi di essere il Milan, quello vero e grande.
Herbert Kilpin, il fondatore del Milan 145 anni or sono, chissà cosa starà pensando nel vedere la sua creatura scivolare lungo il crinale che porta all’oblio. Oblio dell’amore dei tifosi ammutoliti e sconcertati. Super Pippo non ne può davvero niente. Lui era un vero campione, puro e duro e si nota la sua sofferenza a bordo campo: ci manca poco che si rimetta gli scarpini e la mitica maglia e torni sul terreno come un gladiatore. Probabilmente il Milan sarebbe un altro Milan. Sarebbe folle fargli saltare la panchina. Diamogli tempo e fiducia e … giocatori veri. La pensa così anche un altro grande di un tempo, Evani. E Berlusconi? Qualche colpa l’avrà pure lui: vendere i vari gioielli di famiglia, quelli che facevano grande il Milan, tutti li conosciamo, non sembra essere stata una bella soluzione. Se alla Ferrari gli togli due cilindri dal motore, rimane solo la bella carrozzeria ma poi la macchia va come una 500 di vecchia memoria.
A parte i corsi ed i ricorsi storici di Gian Battista Vico che paiono aver colpito, chi prima e chi dopo, tutte le squadre di serie A, vogliamo credere che presto ritoccherà ancora a noi il posto sulla cresta dell’onda. Non facciamola grave: adesso il Milan è questo di stasera ma in un prossimo futuro potrebbe tornare. Come dice Stephen King, “A volte ritornano”. Il Milan è sempre tornato.
Lo farà ancora una volta. Aspettiamolo!
di Silvio Foini
La Lazio, anche se in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo ha tenuto bene il campo anche quando i rossoneri hanno alzato il proprio livello di gioco in attacco. Niente da fare: giocatori demotivati e imprecisi, troppi errori poi in una difesa da paura dominata dalla paura e dalla insicurezza. Niente più Milan stellare. Non ci sono più i Van Basten, i Gullit e compagnia cantando a far sognare san Siro. Nebbia a Milano. Di quella tanto spessa da tagliarsi col fatidico coltello.
Inzaghi? Povero ragazzo senza colpa né peccato. Lui ce l’ha messa tutta come quando era in campo ma i miracoli, come non ha potuto farli Allegri prima, Sedorf poi, nemmeno a lui, vero cuore milanista, riescono. Si parla di altri allenatori in arrivo ma cari miei, a far trottare gli asini camuffandoli da cavalli non riuscirebbe nemmeno a farlo il grande guru Arrigo. Ci vogliano i campioni e l’amore di questi per la maglia, ragazzi orgogliosi di essere il Milan, quello vero e grande.
Herbert Kilpin, il fondatore del Milan 145 anni or sono, chissà cosa starà pensando nel vedere la sua creatura scivolare lungo il crinale che porta all’oblio. Oblio dell’amore dei tifosi ammutoliti e sconcertati. Super Pippo non ne può davvero niente. Lui era un vero campione, puro e duro e si nota la sua sofferenza a bordo campo: ci manca poco che si rimetta gli scarpini e la mitica maglia e torni sul terreno come un gladiatore. Probabilmente il Milan sarebbe un altro Milan. Sarebbe folle fargli saltare la panchina. Diamogli tempo e fiducia e … giocatori veri. La pensa così anche un altro grande di un tempo, Evani. E Berlusconi? Qualche colpa l’avrà pure lui: vendere i vari gioielli di famiglia, quelli che facevano grande il Milan, tutti li conosciamo, non sembra essere stata una bella soluzione. Se alla Ferrari gli togli due cilindri dal motore, rimane solo la bella carrozzeria ma poi la macchia va come una 500 di vecchia memoria.
A parte i corsi ed i ricorsi storici di Gian Battista Vico che paiono aver colpito, chi prima e chi dopo, tutte le squadre di serie A, vogliamo credere che presto ritoccherà ancora a noi il posto sulla cresta dell’onda. Non facciamola grave: adesso il Milan è questo di stasera ma in un prossimo futuro potrebbe tornare. Come dice Stephen King, “A volte ritornano”. Il Milan è sempre tornato.
Lo farà ancora una volta. Aspettiamolo!
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