Ingannare l’organismo inducendolo a credere di aver consumato del cibo: è l’ultima sperimentazione di un gruppo di ricercatori del Gene Expression Laboratory del Salk Institute di La Jolla, in California.
Speriamo che non siano “pillole” politiche. Si sta preparando un duro attacco all’obesità. Pance di tutto il mondo state serene, arrivano, come al solito, gli americani. Spiegano i ricercatori a stelle e strisce: “La pillola in questione è come un pasto immaginario; invia gli stessi segnali che normalmente partono all'interno dell'organismo quando si ingeriscono grandi quantità di cibo. Per poterlo immagazzinare, il corpo, sulla base di questi segnali, inizia a sgombrare lo spazio. Ma in questo caso le calorie non ci sono. E non c'è nessun cambiamento dell'appetito".
Il meccanismo, già noto, coinvolge il recettore farnesoide X (Fxr), una proteina fondamentale per il processo in base al quale il corpo rilascia acidi biliari dal fegato, digerisce il cibo e immagazzina grassi e zuccheri. Il recettore si attiva all'inizio del pasto e stimola l'organismo per poter bruciare grassi e per ricevere il nuovo cibo che si sta consumando. Finora, e per 5 settimane, la pillola è stata assunta solo da un gruppo di topi obesi: gli scienziati hanno verificato, tra le altre cose, una trasformazione nella natura della popolazione batterica intestinale.
Lo scopo degli scienziati è quello di partire dall’intestino per andare via via a incidere sulle altri parti dell’organismo. Ci vorrà qualche anno per capire se l’“inganno” potrà funzionare sull’uomo. Fidiamo che non siano come le ‘pillole’ che ci propinano certi politici in carica: illudono la sazietà, ma l’appetito rimane. E in questo caso l’inganno lo scopriamo in fretta; non abbiamo bisogno di topi per sperimentare, e tutta la ‘ricerca’ grava sulle nostre tasche.
di Danilo Stefani
Speriamo che non siano “pillole” politiche. Si sta preparando un duro attacco all’obesità. Pance di tutto il mondo state serene, arrivano, come al solito, gli americani. Spiegano i ricercatori a stelle e strisce: “La pillola in questione è come un pasto immaginario; invia gli stessi segnali che normalmente partono all'interno dell'organismo quando si ingeriscono grandi quantità di cibo. Per poterlo immagazzinare, il corpo, sulla base di questi segnali, inizia a sgombrare lo spazio. Ma in questo caso le calorie non ci sono. E non c'è nessun cambiamento dell'appetito".
Il meccanismo, già noto, coinvolge il recettore farnesoide X (Fxr), una proteina fondamentale per il processo in base al quale il corpo rilascia acidi biliari dal fegato, digerisce il cibo e immagazzina grassi e zuccheri. Il recettore si attiva all'inizio del pasto e stimola l'organismo per poter bruciare grassi e per ricevere il nuovo cibo che si sta consumando. Finora, e per 5 settimane, la pillola è stata assunta solo da un gruppo di topi obesi: gli scienziati hanno verificato, tra le altre cose, una trasformazione nella natura della popolazione batterica intestinale.
Lo scopo degli scienziati è quello di partire dall’intestino per andare via via a incidere sulle altri parti dell’organismo. Ci vorrà qualche anno per capire se l’“inganno” potrà funzionare sull’uomo. Fidiamo che non siano come le ‘pillole’ che ci propinano certi politici in carica: illudono la sazietà, ma l’appetito rimane. E in questo caso l’inganno lo scopriamo in fretta; non abbiamo bisogno di topi per sperimentare, e tutta la ‘ricerca’ grava sulle nostre tasche.
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