lunedì, gennaio 05, 2015
Le esalazioni scoperte da Curiosity potrebbero essere prodotte da un'attività geologica non prevista o persino da microrganismi.  

Antikitera - Il team di scienziati che segue Curiosity ha annunciato in un articolo pubblicato da Science che il rover della NASA ha rilevato una forte variabilità nella concentrazione di metano presente nell'atmosfera di Marte. Sulla Terra gran parte di questo gas è prodotto da microrganismi durante la digestione, quindi le esalazioni potrebbero essere un segnale della presenza di vita sul pianeta rosso: ma gli scienziati ci tengono a interpretare i dati con la massima cautela, affermando che il metano potrebbe anche avere origine geologica.

"È un risultato che lascia molto, molto perplessi", dice Joel Levine, un planetologo che non fa parte del team di Curiosity. "O Marte ha un'attività geologica, il che sarebbe sorprendente, oppure ospita forme di vita, il che avrebbe implicazioni ancora più profonde".

Le oscillazioni del tasso di metano nell'atmosfera di Marte incuriosiscono da decenni gli scienziati a caccia di vita sul pianeta rosso: così, quando nel novembre 2013 Curiosity ha rilevato un improvviso aumento di ben dieci volte, il team di Curiosity è entrato subito in agitazione. Durante le sue esplorazioni, il rover ha registrato quattro episodi di netto aumento delle concentrazioni di metano nell'aria del pianeta. I valori restavano alti solo per qualche settimana ed erano concentrati in un breve segmento - circa 800 metri - del tracciato seguito dal rover. Il dato, sostiene Sushil Atreya, uno degli studiosi del team, fa pensare che il metano venga da una sola fonte di emissioni, probabilmente situata a nord del punto in cui si trova Curiosity, nel cratere Gale.

Gli scienziati avvertono che, oltre che dall'attività biologica, il metano può essere prodotto anche dall'interazione tra acqua e rocce o dagli effetti della luce solare su eventuali resti di meteorite caduti sulla superficie marziana. Ma l'ipotesi che sia originato da microbi non è affatto escluso. "Dai dati non siamo in grado di dire se sia di origine biologica o geologica", riassume Atreya.

I dati sono sorprendenti in ogni caso. Da stime precedenti, si pensava che il metano prodotto dall'impatto di meteoriti o comunque prodotto sulla superficie di Marte restasse nell'atmosfera per 300 anni. Quello rilevato da Curiosity, invece, spariva nel giro di qualche settimana. Inoltre, il tasso di metano "di fondo" presente comunque nella sottile aria marziana era la metà di quello previsto in base alle misurazioni effettuate in passato da telescopi e sonde orbitanti.

C'è vita (o c'era) su Marte?

Altri scienziati non condividono la cautela del team e si dicono più ottimisti sulla possibilità di trovare forme di vita su Marte. Vladimir Krasnopolsky, della Catholic University of America di Washington, fa notare che sul pianeta rosso l'attività vulcanica è assente da milioni di anni, quindi "la fonte più plausibile del metano marziani sono batteri metanogenici". Anche Levin scommetterebbe, seppur con moderazione, sull'esistenza dei microrganismi.

Ma Atreya smorza gli entusiasmi eccessivi avvertendo che gli eventuali batteri metanogenici potrebbero anche non essere vivi in questo momento. Il gas potrebbe essere stato prodotto in passato - da attività biologica o geologica - e poi essere rimasto intrappolato sotto la superficie "anche per miliardi di anni" sotto forma di composti congelati, i clatrati, per poi ricomparire lentamente nell'atmosfera a causa dell'erosione.

Il viaggio continua

Da quando, nel 2012, fu depositato sulla superficie di Marte, Curiosity sta esplorando il cratere Gale, del diametro di 155 chilometri, per scoprire le tracce chimiche della presenza di vita - passata o presente - sul pianeta. Oltre ai picchi di metano, gli scienziati del team hanno trovato tracce di composti organici semplici - "mattoni" di molecole biologiche più complesse - in un campione di roccia argillosa prelevato dal rover.

Gli studiosi aggiungono che Curiosity è attualmente in ottima salute e continuerà a scalare il monte Sharp - un'altura erosa al centro del cratere - per un periodo da uno a tre anni, cercando altre tracce organiche negli strati di roccia. Con un po' di fortuna, un'esalazione di metano abbastanza significativa potrebbero permettere agli strumenti del rover di stabilire se gli atomi di carbonio presenti nel gas recano una "firma chimica" simile a quella che si ritrova nei composti di origine biologica analizzati sulla Terra.

Ma John Grotzinger, responsabile delle attività scientifiche del team, è ancora una volta cauto: date le difficoltà di effettuare misure scientifiche precise, avverte, con ogni probabilità le ricerche di Curiosity daranno sempre risultati ambigui. "Dovremo rispettare la possibilità che ci siano forme di vita", conclude lo scienziato, "e continuare a esplorare".


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