E' di almeno 12 morti e 3 feriti gravissimi il bilancio di un attacco terroristico alla sede del settimanale satirico"Charlie Hebdo" nel centro di Parigi, più volte finito nel mirino degli integralisti islamici per aver deriso la figura di Maometto. Dalla capitale francese, Francesca Pierantozzi:
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Radio Vaticana - E’ l’attentato più grave mai successo a Parigi. L’intero Paese è sotto shock dopo l’attacco, intorno alle 11.30 di questa mattina, alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, vicino alla Bastiglia. Due uomini armati – forse, secondo altri testimoni, erano in tre – sono entrati nei locali del giornale con kalashnikov e lanciarazzi. Secondo altri testimoni hanno gridato “Allah è grande! Vendichiamo il profeta!” prima di aprire il fuoco. Gli attentatori si sono poi dati alla fuga. Un’auto della polizia li avrebbe inseguiti, ma per ora non si hanno notizie ufficiali. Il presidente François Hollande è arrivato sul posto: “la Francia è sotto shock – ha detto Hollande – ma il Paese saprà reagire. Saremo uniti!”. Il presidente ha assicurato che gli attentatori saranno catturati e che la loro caccia durerà fino alla fine, fino alla cattura. Charlie Hebdo era stato già attaccato due anni fa: l’intera sede incendiata dopo aver pubblicato un numero satirico sull’islam. Questa settimana aveva in copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, di cui esce proprio oggi un romanzo considerato anti-islam.
Su questo drammatico attentato che ha sconvolto la Francia e non solo Antonino Galofaro ha intervistato mons. Olivier Ribadeau Dumas portavoce della conferenza episcopale francese:
“Credo che bisogna essere prudenti e aspettare di sapere chi ha compiuto questo attentato. Non affrettarsi in conclusioni rapide. E’ anche necessario ricordare due cose essenziali. La prima è che non dobbiamo cedere all’odio. La seconda è che dobbiamo vivere la fraternità nel dialogo”.
Ferma condanna dell’attentato anche dal rettore della grande moschea di Parigi, Dalil Boubakeur:
“E’ stato uno choc anche per tutti i musulmani. E come tutta la società francese, condanniamo nella maniera più assoluta l’attentato e il tentativo di presentarlo come se avesse qualcosa a che fare con l’islam. Condanniamo l’assassinio, condanniamo l’attacco alla vita”.
Orrore e sgomento in Francia, tra i cittadini ed ovviamente tra i giornalisti. Francesca Sabatinelli ha raggiunto telefonicamente a Parigi Samuel Lieven, giornalista del quotidiano cattolico La Croix: ascolta
R. – Charlie Hebdo da quasi un decennio è il simbolo della libertà di espressione soprattutto nei confronti dell’islamismo. Questo giornale dopo aver pubblicato caricature di Maometto è sempre stato un possibile bersaglio, si sapeva che un giorno avrebbe potuto essere colpito. Però, non si poteva immaginare fino a che punto, perché la Francia non era mai stata colpita così duramente dagli islamici. Gli ultimi attentati del ’95 avevano fatto otto morti. Quindi la prima reazione da parte delle persone è stata di orrore perché non si immaginava che quel giornale sarebbe stato colpito così duramente.
D. – Il presidente Hollande ha detto che negli ultimi tempi sono stati sventati diversi attacchi, non si è forse sottovalutato il rischio attentati?
R. – Si parlava di questo soprattutto dopo gli attacchi in Medio Oriente e della possibilità del ritorno di quei giovani che erano andati lì per aderire alla jihad. Però l’opinione pubblica non era così informata. Si sapeva che c’era una minaccia. I poteri pubblici parlavano di una minaccia sempre più evidente contro la quale stavano lottando, però le persone non avevano informazioni più precise a riguardo. Un grande editorialista, Serge Moati, ha detto che quell’islamismo ideologico non ci deve far paura e che dobbiamo assolutamente continuare a lottare contro le barbarie. Tutti i francesi devono resistere alle minacce di questi islamisti che non rappresentano nessuno se non loro stessi.
Radio Vaticana - E’ l’attentato più grave mai successo a Parigi. L’intero Paese è sotto shock dopo l’attacco, intorno alle 11.30 di questa mattina, alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, vicino alla Bastiglia. Due uomini armati – forse, secondo altri testimoni, erano in tre – sono entrati nei locali del giornale con kalashnikov e lanciarazzi. Secondo altri testimoni hanno gridato “Allah è grande! Vendichiamo il profeta!” prima di aprire il fuoco. Gli attentatori si sono poi dati alla fuga. Un’auto della polizia li avrebbe inseguiti, ma per ora non si hanno notizie ufficiali. Il presidente François Hollande è arrivato sul posto: “la Francia è sotto shock – ha detto Hollande – ma il Paese saprà reagire. Saremo uniti!”. Il presidente ha assicurato che gli attentatori saranno catturati e che la loro caccia durerà fino alla fine, fino alla cattura. Charlie Hebdo era stato già attaccato due anni fa: l’intera sede incendiata dopo aver pubblicato un numero satirico sull’islam. Questa settimana aveva in copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, di cui esce proprio oggi un romanzo considerato anti-islam.
Su questo drammatico attentato che ha sconvolto la Francia e non solo Antonino Galofaro ha intervistato mons. Olivier Ribadeau Dumas portavoce della conferenza episcopale francese:
“Credo che bisogna essere prudenti e aspettare di sapere chi ha compiuto questo attentato. Non affrettarsi in conclusioni rapide. E’ anche necessario ricordare due cose essenziali. La prima è che non dobbiamo cedere all’odio. La seconda è che dobbiamo vivere la fraternità nel dialogo”.
Ferma condanna dell’attentato anche dal rettore della grande moschea di Parigi, Dalil Boubakeur:
“E’ stato uno choc anche per tutti i musulmani. E come tutta la società francese, condanniamo nella maniera più assoluta l’attentato e il tentativo di presentarlo come se avesse qualcosa a che fare con l’islam. Condanniamo l’assassinio, condanniamo l’attacco alla vita”.
Orrore e sgomento in Francia, tra i cittadini ed ovviamente tra i giornalisti. Francesca Sabatinelli ha raggiunto telefonicamente a Parigi Samuel Lieven, giornalista del quotidiano cattolico La Croix: ascolta
R. – Charlie Hebdo da quasi un decennio è il simbolo della libertà di espressione soprattutto nei confronti dell’islamismo. Questo giornale dopo aver pubblicato caricature di Maometto è sempre stato un possibile bersaglio, si sapeva che un giorno avrebbe potuto essere colpito. Però, non si poteva immaginare fino a che punto, perché la Francia non era mai stata colpita così duramente dagli islamici. Gli ultimi attentati del ’95 avevano fatto otto morti. Quindi la prima reazione da parte delle persone è stata di orrore perché non si immaginava che quel giornale sarebbe stato colpito così duramente.
D. – Il presidente Hollande ha detto che negli ultimi tempi sono stati sventati diversi attacchi, non si è forse sottovalutato il rischio attentati?
R. – Si parlava di questo soprattutto dopo gli attacchi in Medio Oriente e della possibilità del ritorno di quei giovani che erano andati lì per aderire alla jihad. Però l’opinione pubblica non era così informata. Si sapeva che c’era una minaccia. I poteri pubblici parlavano di una minaccia sempre più evidente contro la quale stavano lottando, però le persone non avevano informazioni più precise a riguardo. Un grande editorialista, Serge Moati, ha detto che quell’islamismo ideologico non ci deve far paura e che dobbiamo assolutamente continuare a lottare contro le barbarie. Tutti i francesi devono resistere alle minacce di questi islamisti che non rappresentano nessuno se non loro stessi.
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