martedì, febbraio 17, 2015
Maggiore richiesta, donazioni sempre più scarse, repressione ufficiale della vendita e del suo acquisto al di fuori dei canali legali hanno creato una scarsità cronica di sangue in Cina, determinando una vera e propria emergenza.  

Misna - Attivando anche nuove forme di commercio o di scambio. Come la vendita da parte di intermediari di certificati che consentono l’accesso a malati cronici a banche del sangue. Un sistema illegale parassitario rispetto alla sanità pubblica. Oneroso ma indispensabile tuttavia per molti che necessitano di frequenti trasfusioni. A motivare la situazione anche gli scandali del passato. Come la vendita incentivata, da parte di contadini e cittadini poveri, di sangue a volte contaminato fornito attraverso intermediari senza scrupoli a ospedali e banche del sangue. Con conseguente diffusione, negli anni Ottanta e Novanta, di hiv/aids e altre malattie.

La Legge sulla donazione del 1998 ha messo fine teoricamente al commercio di sangue e rafforzato i controlli sul sangue raccolto. Ne è risultato un numero altamente insufficiente di donazioni. Tra i provvedimenti con cui le autorità cercano di correre ai ripari, l’incentivo a donazioni tra consanguinei. Attualmente, chi chiede una donazione in ospedale deve presentare un documento che certifichi donazioni effettuate da parte di consanguinei, che contribuirebbero così alle necessità nazionali, di fatto penalizzando chi non è parte di famiglie numerose o con donatori attivi.

Acquistato da intermediari, il sangue costa anche 160 dollari per 100 centilitri e nonostante una legge severa sulla carta le conseguenze concrete sono scarse.

Meno dell’1% dei cinesi ha donato sangue nel 2011, media tra le più basse nei paesi membri dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Militari, studenti e dipendenti pubblici i donatori più disponibili, ma anche in questi ambiti in certi casi si è registrato l’utilizzo di intermediari per raggiungere le quote previste. Al momento anche poco efficaci gli incentivi, come valutazioni scolastiche migliori per gli alunni figli di donatori abituali e la gratuità per accedere ai servizi trasfusionali per donatori periodici ma generosi.


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