E dopo le recenti speculazioni l'AD precisa: "Non è, nè sarà, in vendita se non per i suoi consumatori".
WSI - La famiglia Ferrero in prima linea per porre fine alle "illazioni", come le ha definite l'amministratore delegato Giovanni Ferrero, secondo cui l'azienda potrebbe essere messa in vendita, dopo la morte del fondatore Michele Ferrero.
"Ferrero non è, nè sarà, in vendita se non per i suoi consumatori", sottolinea Giovanni Ferrero, facendo riferimento a voci "fatte circolare tra l'altro in un momento particolarmente doloroso per la famiglia e per l'azienda".
Lo stesso Financial Times dedica un articolo all'azienda dolciaria, affermando che "la morte del patriarca del gruppo, Michele Ferrero, a 89 anni dopo una lunga malattia, ha alimentato nuovamente speculazioni tra banchieri e finanzieri su un possibile cambio di strategia". Ma il quotidiano britannico riconosce la forza di questa azienda, nel titolare l'articolo firmato dal giornalista Rachel Sanderson, da Milano, "Fortress Ferrero resists bankers’ siege", ovvero la Fortezza Ferrero resiste all'assedio dei banchieri.
Ferrero, ricorda il quotidiano britannico, è il quarto colosso dolciario al mondo - dopo Mondelez, Mars e Nestlé -, con un fatturato di 81 miliardi di euro e profitti su base netta di €545m nel 2013, e i banchieri che si sono recati ad Alba per convincere la famiglia a considerare diverse opzioni, tra cui l'emissione di bond o la quotazione in borsa, sono sempre stati mandati via.
Proprio ieri, un articolo di Reuters ha riportato le stime degli analisti di MainFirst Bank, secondo cui Ferrero potrebbe essere valutata tra 16 miliardi e 20 miliardi di euro.
Ma un portavoce di Ferrero ha affermato che niente cambierà. "La società non è quotata e la proprietà è tutta nelle mani della famiglia", ha detto, aggiungendo di non avere informazioni sui dettagli della volontà di Michele Ferrero, o su come le sue quote saranno distribuite". (Lna)
WSI - La famiglia Ferrero in prima linea per porre fine alle "illazioni", come le ha definite l'amministratore delegato Giovanni Ferrero, secondo cui l'azienda potrebbe essere messa in vendita, dopo la morte del fondatore Michele Ferrero.
"Ferrero non è, nè sarà, in vendita se non per i suoi consumatori", sottolinea Giovanni Ferrero, facendo riferimento a voci "fatte circolare tra l'altro in un momento particolarmente doloroso per la famiglia e per l'azienda".
Lo stesso Financial Times dedica un articolo all'azienda dolciaria, affermando che "la morte del patriarca del gruppo, Michele Ferrero, a 89 anni dopo una lunga malattia, ha alimentato nuovamente speculazioni tra banchieri e finanzieri su un possibile cambio di strategia". Ma il quotidiano britannico riconosce la forza di questa azienda, nel titolare l'articolo firmato dal giornalista Rachel Sanderson, da Milano, "Fortress Ferrero resists bankers’ siege", ovvero la Fortezza Ferrero resiste all'assedio dei banchieri.
Ferrero, ricorda il quotidiano britannico, è il quarto colosso dolciario al mondo - dopo Mondelez, Mars e Nestlé -, con un fatturato di 81 miliardi di euro e profitti su base netta di €545m nel 2013, e i banchieri che si sono recati ad Alba per convincere la famiglia a considerare diverse opzioni, tra cui l'emissione di bond o la quotazione in borsa, sono sempre stati mandati via.
Proprio ieri, un articolo di Reuters ha riportato le stime degli analisti di MainFirst Bank, secondo cui Ferrero potrebbe essere valutata tra 16 miliardi e 20 miliardi di euro.
Ma un portavoce di Ferrero ha affermato che niente cambierà. "La società non è quotata e la proprietà è tutta nelle mani della famiglia", ha detto, aggiungendo di non avere informazioni sui dettagli della volontà di Michele Ferrero, o su come le sue quote saranno distribuite". (Lna)
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