venerdì, febbraio 06, 2015
Il martirio dei cristiani non è una cosa del passato, ma tanti di loro sono vittime anche oggi “di gente che odia Gesù Cristo”. È la sofferta constatazione di Papa Francesco all’omelia della Messa del mattino in Casa Santa Marta, al termine di un’intensa meditazione sulla vita e la morte di Giovanni Battista. Il servizio di Alessandro De Carolis:  



Radio Vaticana - La parabola del “Grande Giovanni” in primo piano e, appena dietro, il dolore acuto per i tanti cristiani ancora oggi condotti al macello, perché la loro vita annuncia quella di un Dio che altri odiano. È una delle omelie di Santa Marta più toccanti quella che il Papa propone seguendo la pagina del Vangelo di Marco, che racconta la fine tragica di Giovanni Battista. Lui – sottolinea Francesco – che “mai ha tradito la sua vocazione”, “cosciente che il suo dovere era soltanto annunziare” la “prossimità del Messia” – consapevole di essere “la voce soltanto”, perché “la Parola era un Altro” – “finisce la sua vita come il Signore, col martirio”.

Giovanni vittima di un re corrotto
È soprattutto quando finisce in carcere per mano di Erode Antipa che “l’uomo più grande nato da donna” diventa, osserva Francesco, “piccolo, piccolo, piccolo”, prima colpito dalla prova del “buio dell’anima” – quando dubita che Gesù sia colui al quale ha preparato la strada – poi quando per lui arriva il momento della fine, ordinata da un re affascinato e insieme perplesso da Giovanni. Una fine che il Papa si ferma a considerare con realismo:

“Alla fine, dopo questa purificazione, dopo questo calare continuo nell’annientamento, facendo strada all’annientamento di Gesù, finisce la sua vita. Quel re perplesso diventa capace di una decisione, ma non perché il suo cuore sia stato convertito, ma perché il vino gli ha dato coraggio. E così Giovanni finisce la sua vita sotto l’autorità di un re mediocre, ubriaco e corrotto, per il capriccio di una ballerina e per l’odio vendicativo di un’adultera. Così finisce il Grande, l’uomo più grande nato da donna”.

Cristiani odiati anche oggi
“Quando io leggo questo brano – afferma a questo punto il Papa – vi confesso mi commuovo” e penso sempre “a due cose”:

“Primo, penso ai nostri martiri, ai martiri dei nostri giorni, quegli uomini, donne, bambini che sono perseguitati, odiati, cacciati via dalle case, torturati, massacrati. E questa non è una cosa del passato: oggi succede questo. I nostri martiri, che finiscono la loro vita sotto l’autorità corrotta di gente che odia Gesù Cristo. Ci farà bene pensare ai nostri martiri. Oggi pensiamo a Paolo Miki, ma quello è successo nel 1600. Pensiamo a quelli di oggi! Del 2015”.

Nessuno ha la vita "comprata"
Inoltre, prosegue il Papa, questo diminuire di Giovanni il Grande “continuamente fino al nulla” mi fa pensare, dice, “che siamo su questa strada e andiamo verso la terra, dove tutti finiremo”. Mi fa pensare a “me stesso”:

“Anche io finirò. Tutti noi finiremo. Nessuno ha la vita ‘comprata’. Anche noi, volendo o non volendo, andiamo sulla strada dell’annientamento esistenziale della vita, e questo, almeno a me, fa pregare che questo annientamento assomigli il più possibile a Gesù Cristo, al suo annientamento”.


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