venerdì, febbraio 13, 2015
Si attenuano le tensioni tra Unione Europea e il nuovo governo della Grecia sulle soluzioni alla crisi economica del Paese ellenico.

Radio Vaticana - Al Consiglio europeo di ieri, importante apertura di Bruxelles nei confronti di Atene. La Grecia – ha detto il neopremier Tsipras – rispetterà le regole anche se non è d’accordo. Intanto la Banca Centrale Europea ha aumentato di 5 miliardi di euro la linea di liquidità d'emergenza alle banche greche che avevano esaurito il tetto. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Dal confronto duro al possibile dialogo. Bruxelles e Atene cominciano a trattare, sia pure partendo da posizioni distanti. Tsipras accetta di lavorare con quella che è ormai l’ex Troika. Entro lunedì, giorno del prossimo incontro all’Eurogruppo, si cercherà un terreno comune per siglare un accordo più concreto. La parola d’ordine è stata cambiata: da “rigore” a “compromesso”. Una virata importante, forse, per cui si potrebbe passare dallo scontro tra due entità, Bruxelles e Atene, a un problema interno all’Unione Europea. Decisivo il ruolo della Banca Centrale Europea, che ha aumentato la linea di liquidità d'emergenza alle banche greche, che avevano esaurito il tetto. La Germania è pronta, ma tutto dipende dal rispetto delle regole e dall'essere affidabili – ha detto la cancelliera Merkel ieri a Bruxelles. Ascoltiamo Marco Lossani, docente di Economia Internazionale all’Università Cattolica di Milano:

R. – Non so fino a che punto sia in aria una schiarita, nel senso che pare che ci siano segnali di distensione ma al tempo stesso la stessa Merkel ha ribadito come sostanzialmente la posizione tedesca non sia molto diversa da quella che era stata ufficialmente resa pubblica alcune settimane orsono, cioè sostanzialmente si chiede ad Atene di rispettare entro certi limiti le condizioni.

D. – Si ha l’impressione che la questione greca rimanga un problema tra Bruxelles e il Paese ellenico, e non sia invece considerata come una questione interna all’Unione Europea: in fondo, la Grecia è un Paese membro …

R. – C’è stata molta confusione dall’inizio della crisi greca, nel senso che c’è sicuramente un problema legato a tutta una serie di specificità che la Grecia si porta dietro da tempo, cioè è un Paese che è ricco di inefficienze, con tutta una serie di problemi di natura strutturale e quindi è destinato ad avere di fronte a sé una crescita molto ricca di insidie e di problemi. Dall’altro lato, ci sono tutti i problemi che sono andati evidenziandosi negli ultimi anni e che derivano da un assetto istituzionale interno, in particolare all’eurozona, che è assolutamente incompleto e imperfetto. La compresenza di questi due elementi ha fatto esplodere il problema greco. La gestione di questo problema non può prescindere dalla considerazione di alcuni aspetti specifici, nel caso greco, ma al tempo stesso riconsiderare seriamente la possibilità di rivedere alcune regole delle istituzioni europee. E’ da qui che nasce tutta una serie di problemi e contrasti e difficoltà nel raggiungere rapidamente una soluzione, e più abbiamo queste difficoltà, più rimandiamo sine die la soluzione di questi problemi e gli squilibri si accentuano.

D. – Sarà possibile in poche ore trovare un terreno comune di discussione, in vista dell’eurogruppo di lunedì?

R. – Io spero davvero che si trovi una qualche soluzione, o quantomeno si intraveda un viatico utile a raggiungere una soluzione definitiva lunedì, per il semplice motivo che al netto di tante cose che sono state dette e scritte negli ultimi tempi, un eventuale default della Grecia potrebbe veramente causare delle conseguenze abbastanza importanti.


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