giovedì, febbraio 05, 2015
Un Rapporto dell’Onu, a Ginevra, denuncia gli orrori compiuti dei miliziani dell’Is contro donne e bambini di gruppi minoritari in Iraq. Mentre sul campo il governo di Amman, dopo la barbara uccisione del pilota giordano, avrebbe contrattaccato il sedicente Stato islamico bombardando la città Mosul. Il servizio di Roberta Gisotti:


Radio Vaticana - Uccisioni, torture, violenze sistematiche, esecuzioni di massa contro famiglie e bambini anche "crocifissi", "decapitati" e "sepolti vivi" in Iraq da seguaci dell’Is. Il Comitato dell’Onu sui diritti dei minori, a Ginevra, che ha pubblicato il rapporto drammatico lancia un appello perché il governo di Baghdad sappia proteggere i suoi cittadini. Va detto che il governo iracheno ha chiesto ripetutamente di avere più armi dall’occidente e maggiore addestramento delle sue forze dell’Ordine.

Certo è che la situazione nei territori occupati dal sedicente Stato islamico è precipitata in un vortice di orrori rilanciati dai media, dove rabbia e vendetta fanno buon gioco all’ondata di follia omicida dei miliziani dell’Is. Dopo avere impiccato ieri come atto di ritorsione due terroristi di al Qaida – tra cui la donna per la quale era stato chiesto il rilascio in cambio della libertà del pilota giordano – il governo di Amman avrebbe bombardato, secondo fonti curde, postazioni dell’Isis a Mosul uccidendo 55 jihadisti e non escluderebbe, riporta la stampa locale, l’invio di truppe speciali di terra in Iraq.

E mentre la Russia è al lavoro per una risoluzione in Consiglio di sicurezza dell’Onu per tagliare i fondi all’Is, in Francia il presidente Hollande rilancia la lotta internazionale al terrorismo dichiarando “a minaccia globale, risposta globale”.


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