“I miei rapporti con Renzi? Professionalmente buoni. Personalmente? Mmm… contano i rapporti professionali”- “Il mancato taglio delle partecipate? Resistenze del capitalismo e della politica locale”.
“I rapporti con Renzi a livello professionale sono sempre stati di collaborazione e di lavoro, io sono tornato negli Stati Uniti anche perché la mia famiglia era rimasta lì. Mi sembrava dopo un anno di aver dato un contributo sufficiente”. Lo afferma l’ex Commissario alla spending review Carlo Cottarelli a 24Mattino di Alessandro Milan su Radio 24. “Sa com’è ci sono anche rapporti di chemistry… questione di gusti delle volte - ha aggiunto Cottarelli – con Renzi i rapporti professionali erano buoni”. E i rapporti personali? “L’importante sono i rapporti professionali” ha replicato Cottarelli.
Sulla riduzione delle partecipate, da 8mila a mille come da lui proposto, Cottarelli ha aggiunto: “Sinceramente perché non sia stata inserita questa novità nella Legge di Stabilità non lo so. Il governo non ha abbandonato l’ipotesi però. E’ chiaro che ci sono resistenze di diverso tipo. Resistenze burocratiche, ci sono anche resistenze politiche, perché le partecipate costituiscono un elemento di potere. Il capitalismo non di Stato ma regionale, provinciale e comunale. Non è stata abbandonata la riforma, è stato scelto un percorso, quello della legge delega che è più lento. Non lo so perché è stato scelto”.
“I 25 dossier? Credo verranno pubblicati a giorni, ma non aspettatevi granché. Io dipendevo da Palazzo Chigi”
“I dossier sulla Spending review? Spero siano pubblicati. Anzi credo che il Governo abbia intenzione di farlo, potrebbe essere una questione di giorni”.
Cottarelli è tornato sul “giallo” dei 25 tavoli di lavoro sul taglio alla spesa pubblica che hanno prodotto dossier mai pubblicati: “Credo che si stiano parlando fra Palazzo Chigi e il Ministero dell’Economia, c’è anche una questione pratica di editing e comunque non aspettatevi granché…”-ha aggiunto Cottarelli a Radio 24 - “Chiariamo le cose, si lavorava in parallelo. Da un lato ci sono stati i 25 gruppi di lavoro e dall’altro, siccome non potevo avere la certezza che dessero un risultato, abbiamo proceduto io e il mio gruppo in parallelo. Il mio gruppo di lavoro ha prodotto le famose slide, mentre siamo rimasti in attesa fino a fine febbraio 2013 del prodotto dei gruppi di lavoro. A febbraio il governo Letta è caduto e non tutti i 25 gruppi di lavoro avevano completato il lavoro. Anche la qualità dei risultati era diversa. 5 di loro non hanno mai completato il rapporto, altri l’hanno completato in parte. Ci sono dai 15 ai 20 dossier di diversa qualità, credo che l’unico motivo per cui non sono stati pubblicati è che c’erano cose più importanti da fare”. E alla domanda di Alessandro Milan su chi debba pubblicare i rapporti, Cottarelli ha risposto: “Io formalmente dipendevo da Palazzo Chigi”.
Grecia - “I Varoufakis-bond? Prematuro commentare, in queste cose il diavolo sta nei dettagli. Comunque di troppa austerità si muore”
“La proposta di bond indicizzati alla crescita come alternativa al debito non è una proposta nuova, è stata fatta da diversi anni, per altri Paesi”.
Cottarelli oggi siede nel board del Fondo monetario e rappresenta diversi Paesi, tra cui la Grecia e l’ Italia: “In qualche modo sono l’avvocato difensore del Governo greco come degli altri governi che rappresento - ha aggiunto Cottarelli a Radio 24 - Commentare la proposta di swap del debito mi sembra impossibile a questo punto anche perché poi, come sa, il diavolo sta nei dettagli“. Cottarelli ha replicato alle accuse greche di considerare la Troika, e dunque anche il Fmi, come ‘una forza di occupazione’:. “Il termine forza di occupazione mi sembra abbastanza improprio. Il Fondo monetario è un’organizzazione internazionale che fornisce fondi a Paesi che richiedono il supporto. Il Fondo pone delle condizioni perché deve preservare le proprie risorse che sono quelle della comunità internazionale”.
Cottarelli ha poi ribadito che troppa austerità è controproducente: “Di troppa austerità si muore. L’ho detto anch’io, l’ho scritto anch’io che c’è evidenza empirica, che fino ad un certo punto stringere la politica fiscale è necessario e porta anche ad un aumento di credibilità e a una riduzione dei tassi di interesse. Però oltre certi livelli può essere controproducente perché ai mercati interessa anche se un Paese cresce oppure non cresce. In linea di principio dire che troppa austerità possa creare degli effetti collaterali negativi ed essere controproducente è vero”.
E come la mettiamo con la Merkel?
“Tutti i Paesi, compresa la Germania, sanno che esistono dei limiti oltre i quali non si può andare” - ha detto Cottarelli, aggiungendo – “Escludo a questo punto un’uscita dall’euro della Grecia”.
Cottarelli ha fatto infine un commento sull’ex direttore generale del Fmi Dominique Strauss-Kahn, finito in processi per la sua condotta sessuale: “Dsk è il passato ed è stato dimenticato? Mah, in un certo modo sì, ovviamente è stata una sorpresa molto spiacevole per tutti leggere quello che vediamo sui giornali. Adesso è passato un po’ di tempo quindi si pensa ad altro. Si leggono le cose sui giornali ma c’è ben altro adesso a cui pensare”.
“I rapporti con Renzi a livello professionale sono sempre stati di collaborazione e di lavoro, io sono tornato negli Stati Uniti anche perché la mia famiglia era rimasta lì. Mi sembrava dopo un anno di aver dato un contributo sufficiente”. Lo afferma l’ex Commissario alla spending review Carlo Cottarelli a 24Mattino di Alessandro Milan su Radio 24. “Sa com’è ci sono anche rapporti di chemistry… questione di gusti delle volte - ha aggiunto Cottarelli – con Renzi i rapporti professionali erano buoni”. E i rapporti personali? “L’importante sono i rapporti professionali” ha replicato Cottarelli.
Sulla riduzione delle partecipate, da 8mila a mille come da lui proposto, Cottarelli ha aggiunto: “Sinceramente perché non sia stata inserita questa novità nella Legge di Stabilità non lo so. Il governo non ha abbandonato l’ipotesi però. E’ chiaro che ci sono resistenze di diverso tipo. Resistenze burocratiche, ci sono anche resistenze politiche, perché le partecipate costituiscono un elemento di potere. Il capitalismo non di Stato ma regionale, provinciale e comunale. Non è stata abbandonata la riforma, è stato scelto un percorso, quello della legge delega che è più lento. Non lo so perché è stato scelto”.
“I 25 dossier? Credo verranno pubblicati a giorni, ma non aspettatevi granché. Io dipendevo da Palazzo Chigi”
“I dossier sulla Spending review? Spero siano pubblicati. Anzi credo che il Governo abbia intenzione di farlo, potrebbe essere una questione di giorni”.
Cottarelli è tornato sul “giallo” dei 25 tavoli di lavoro sul taglio alla spesa pubblica che hanno prodotto dossier mai pubblicati: “Credo che si stiano parlando fra Palazzo Chigi e il Ministero dell’Economia, c’è anche una questione pratica di editing e comunque non aspettatevi granché…”-ha aggiunto Cottarelli a Radio 24 - “Chiariamo le cose, si lavorava in parallelo. Da un lato ci sono stati i 25 gruppi di lavoro e dall’altro, siccome non potevo avere la certezza che dessero un risultato, abbiamo proceduto io e il mio gruppo in parallelo. Il mio gruppo di lavoro ha prodotto le famose slide, mentre siamo rimasti in attesa fino a fine febbraio 2013 del prodotto dei gruppi di lavoro. A febbraio il governo Letta è caduto e non tutti i 25 gruppi di lavoro avevano completato il lavoro. Anche la qualità dei risultati era diversa. 5 di loro non hanno mai completato il rapporto, altri l’hanno completato in parte. Ci sono dai 15 ai 20 dossier di diversa qualità, credo che l’unico motivo per cui non sono stati pubblicati è che c’erano cose più importanti da fare”. E alla domanda di Alessandro Milan su chi debba pubblicare i rapporti, Cottarelli ha risposto: “Io formalmente dipendevo da Palazzo Chigi”.
Grecia - “I Varoufakis-bond? Prematuro commentare, in queste cose il diavolo sta nei dettagli. Comunque di troppa austerità si muore”
“La proposta di bond indicizzati alla crescita come alternativa al debito non è una proposta nuova, è stata fatta da diversi anni, per altri Paesi”.
Cottarelli oggi siede nel board del Fondo monetario e rappresenta diversi Paesi, tra cui la Grecia e l’ Italia: “In qualche modo sono l’avvocato difensore del Governo greco come degli altri governi che rappresento - ha aggiunto Cottarelli a Radio 24 - Commentare la proposta di swap del debito mi sembra impossibile a questo punto anche perché poi, come sa, il diavolo sta nei dettagli“. Cottarelli ha replicato alle accuse greche di considerare la Troika, e dunque anche il Fmi, come ‘una forza di occupazione’:. “Il termine forza di occupazione mi sembra abbastanza improprio. Il Fondo monetario è un’organizzazione internazionale che fornisce fondi a Paesi che richiedono il supporto. Il Fondo pone delle condizioni perché deve preservare le proprie risorse che sono quelle della comunità internazionale”.
Cottarelli ha poi ribadito che troppa austerità è controproducente: “Di troppa austerità si muore. L’ho detto anch’io, l’ho scritto anch’io che c’è evidenza empirica, che fino ad un certo punto stringere la politica fiscale è necessario e porta anche ad un aumento di credibilità e a una riduzione dei tassi di interesse. Però oltre certi livelli può essere controproducente perché ai mercati interessa anche se un Paese cresce oppure non cresce. In linea di principio dire che troppa austerità possa creare degli effetti collaterali negativi ed essere controproducente è vero”.
E come la mettiamo con la Merkel?
“Tutti i Paesi, compresa la Germania, sanno che esistono dei limiti oltre i quali non si può andare” - ha detto Cottarelli, aggiungendo – “Escludo a questo punto un’uscita dall’euro della Grecia”.
Cottarelli ha fatto infine un commento sull’ex direttore generale del Fmi Dominique Strauss-Kahn, finito in processi per la sua condotta sessuale: “Dsk è il passato ed è stato dimenticato? Mah, in un certo modo sì, ovviamente è stata una sorpresa molto spiacevole per tutti leggere quello che vediamo sui giornali. Adesso è passato un po’ di tempo quindi si pensa ad altro. Si leggono le cose sui giornali ma c’è ben altro adesso a cui pensare”.
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