mercoledì, maggio 13, 2015
La terra ha cibo per tutti, ma manca la volontà di condividerlo.  

Radio Vaticana - Dio un giorno chiamerà i potenti a giudizio per quanti soffrono la fame: è questo, in sintesi, quanto ha affermato, ieri pomeriggio, Papa Francesco durante la Messa, nella Basilica San Pietro, per l’apertura della 20.ma Assemblea Generale della Caritas Internationalis. Il servizio di Amedeo Lomonaco: ascolta

La Caritas non è una Ong
Accogliere Dio e l’altro significa vivere il Vangelo. La Caritas – ha detto Papa Francesco - non è una semplice organizzazione umanitaria perché il suo servizio, nel nome di Cristo, ha come radice l’accoglienza, semplice e obbediente, di Dio e del prossimo. Se si taglia questa radice la Caritas muore. La Caritas – ha aggiunto il Santo Padre – è sempre in periferia:

“Non ci sono Caritas grandi e Caritas piccole, tutte sono uguali. Chiediamo al Signore la grazia di capire la vera dimensione della Caritas; la grazia di non cadere nell’inganno di credere che un centralismo ben organizzato sia la strada; la grazia di capire che Caritas è sempre in periferia, in ciascuna Chiesa particolare; e la grazia di credere che il Caritas-centro è soltanto aiuto, servizio e esperienza di comunione ma non è il capo di tutte”.

Testimoni di Cristo
“Chi vive la missione di Caritas – ha spiegato il Pontefice - non è un semplice operatore, ma un testimone di Cristo”:

“Una persona che cerca Cristo e si lascia cercare da Cristo; una persona che ama con lo spirito di Cristo, lo spirito della gratuità, lo spirito del dono. Tutte le nostre strategie e pianificazioni restano vuote se non portiamo in noi questo amore. Non il nostro amore, ma il suo. O meglio ancora, il nostro purificato e rafforzato dal suo”.

Servire tutti “Dio - ha detto il Papa – ci prepara la tavola dell’Eucaristia. Caritas prepara tante tavole per chi ha fame”. “Anche oggi – ha osservato - tanta gente aspetta di mangiare a sufficienza”:

“Il pianeta ha cibo per tutti, ma sembra che manchi la volontà di condividere con tutti. Preparare la tavola per tutti, e chiedere che ci sia una tavola per tutti. Fare quello che possiamo perché tutti abbiano da mangiare, ma anche ricordare ai potenti della terra che Dio li chiamerà a giudizio un giorno, e si manifesterà se davvero hanno cercato di provvedere il cibo per Lui in ogni persona (cfr Mt 25,35) e se hanno operato perché l’ambiente non sia distrutto, ma possa produrre questo cibo”.

Non dimenticare i cristiani vittime di ingiustizie
E pensando alla tavola dell’Eucaristia – ha affermato infine il Pontefice – non possiamo dimenticare “quei nostri fratelli cristiani che sono stati privati con violenza sia del cibo per il corpo sia di quello per l’anima”:

“Sono stati cacciati dalle loro case e dalle loro chiese, a volte distrutte. Rinnovo l’appello a non dimenticare queste persone e queste intollerabili ingiustizie”.


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