giovedì, giugno 18, 2015
Il Vaticano indaga sulla guarigione scientificamente inspiegabile di un uomo, in Brasile, con un tumore al cervello all’ultimo stadio.

di Giacomo Galeazzi  

Vatican Insider - La guarigione scientificamente inspiegabile di un uomo brasiliano all’ultimo stadio di un tumore maligno al cervello. E’ questo, secondo quanto appreso da Vatican Insider, il miracolo che potrebbe portare alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta durante il Giubileo della misericordia. A Santos, nello stato di San Paolo, è in corso il processo diocesano sul presunto evento prodigioso e la congregazione per le cause dei Santi sta acquisendo prove, referti medici e testimonianze raccolte direttamente sul posto. In Vaticano sono arrivate da tutto il mondo numerose segnalazioni di possibili miracoli attribuiti all’intercessione della Beata religiosa albanese, fondatrice delle Missionarie della Carità, tra i quali uno avvenuto negli Stati Uniti. Ma il caso più eclatante, il miglior presunto miracolo che la Santa Sede ha deciso di approfondire come quello con maggiori possibilità di esito positivo riguarda appunto il completo ristabilimento di un fedele della diocesi di Santos, che ha pregato intensamente Madre Teresa e dalle cui tac è improvvisamente e inspiegabilmente scomparso il cancro che si era ormai esteso ad un’ampia porzione del cervello.

Sono trascorsi 12 anni dalla beatificazione della “apostola degli ultimi”, celebrata in piazza San Pietro da Giovanni Paolo II. Il processo che aveva portato al riconoscimento delle virtù eroiche e del primo miracolo necessario ad essere proclamata Beata, si era aperto a meno di due anni dalla sua morte proprio a causa della diffusa fama di santità.

Padre Brian Kolodiejchuk è stato il postulatore della causa di beatificazione. Madre Teresa era nata il 26 agosto 1910 a Skopje, da genitori albanesi, ma visse la maggior parte della sua esistenza in India prendendosi cura dei più emarginati tra i poveri in risposta alla chiamata di Gesù: “Vieni, sii la mia luce”. Fondò la Congregazione delle Missionarie della Carità e più tardi dei Fratelli Missionari della Carità. Durante gli ultimi anni della sua vita, nonostante i seri problemi di salute, Madre Teresa continuò a guidare la sua congregazione e a rispondere alle necessità dei poveri e della Chiesa. Nel 1997 le suore di Madre Teresa erano oltre quattromila, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 paesi del mondo. Nel marzo 1997 la “santa dei poveri” benedisse la neo-eletta nuova Superiora Generale delle Missionarie della Carità e fece ancora un viaggio all’estero. Dopo avere incontrato Giovanni Paolo II per l’ultima volta, rientrò a Calcutta e trascorse le ultime settimane di vita ricevendo visitatori e istruendo le consorelle. Morì a Calcutta il 5 settembre 1997. Le fu concesso l’onore dei funerali di Stato da parte del governo indiano e il suo corpo fu seppellito nella casa madre delle Missionarie della Carità. La sua tomba è subito divenuta luogo di pellegrinaggi e di preghiera per gente di ogni credo, poveri e ricchi, senza alcuna distinzione.

Madre Teresa lascia un testamento di fede incrollabile, speranza invincibile e straordinaria carità. La sua canonizzazione costituirebbe il momento spiritualmente più forte dell’Anno Santo straordinario che si aprirà l’otto dicembre per concludersi il 20 novembre 2016. Durante il viaggio del 21 settembre a Tirana papa Francesco ha raccontato all'interprete quando ha conosciuto Madre Teresa di Calcutta durante il Sinodo del 1994. La beata, al secolo Gonxhe Bojaxhiu, originaria di Skopje, era una donna che non si lasciava impressionare, neanche dall'assemblea del Sinodo, e "diceva sempre quello che voleva dire", ha confidato Francesco al sacerdote che ha fatto da interprete durante il viaggio in Albania. Una confidenza rivelata durante la conferenza stampa a Tirana da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Ricordando le circostanze dell'incontro con la beata dei più poveri tra i poveri, papa Bergoglio ha riferito di aver conosciuto Madre Teresa durante il Sinodo del 1994. "Era seduta proprio dietro di me durante i lavori. Ne ho ammirato la forza, la decisione dei suoi interventi, senza lasciarsi impressionare dall'assemblea dei vescovi. Diceva quello che voleva dire...". Poi Francesco ha aggiunto, sorridendo, questa battuta: "Avrei avuto paura se fosse stata la mia superiora!".


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