In fila per assegni, ma è inutile. Scene di panico e "mentalità da saccheggio". Tsipras chiede proroga aiuti. Juncker sul referendum: "Non suicidatevi per paura della morte". COSA SUCCEDE IN CASO DI DEFAULT?
Atene (WSI) - Saranno i cittadini greci a decidere il loro destino, non il loro governo in un referendum che secondo le autorità europee sarà una scelta tra l'euro e la dracma. Allo stesso tempo, ai cittadini greci viene già impedito di prelevare i soldi che vogliono dalle banche. Dopo aver annunciato che il voto popolare si terrà il 5 luglio, il premier greco Alexis Tsipras ha reso noto che da oggi la Borsa di Atene e le banche rimaranno chiuse.
Sul referendum è intervenuto anche il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Il presidente della Commissione Ue ha lanciato un appello al popolo greco, che dice di aver difeso durante i negoziati, per votare si al nuovo piano di austerity. Juncker ha chiesto di "non commettere un suicido per paura della morte". Ad Atene non si è ancora arrivati a tanto, ma si vedono scene di panico e di svenimento, con la corrispondente del Guardian sul posto che parla di "mentalità da saccheggio" che ha preso il sopravvento.
Alzando decisamente i toni, Juncker ha avvertito che "tutto il pianeta" interpreterà un voto di no come una dichiarazione sulla volontà della Grecia di uscire dall'Europa. Da parte sua Tsipras, accusato dal leader europeo di aver mentito alla sua gente e di aver fatto saltare i negoziati dopo che i creditori europei erano riusciti "a spostare montagne", ha chiesto una proroga di un mese degli aiuti.
Secondo le stime di Bank of America è possibile che il popolo greco "voti sì alle proposte" dei creditori domenica prossima, "nel qual caso potremmo trovarci in una situazione in cui probabilmente sarà necessario che si insedi un nuovo governo che stringa un accordo con i creditori".
Per evitare una fuga dei depositi in vista del referendum, la chiusura delle banche durerà fino al giorno del voto, dunque per l'intera settimana, dal momento che questa è stata la raccomandazione del Consiglio greco per la stabilità finanziaria. Non solo: il Consiglio ha anche raccomandato una soglia massima per i prelievi giornalieri: non più di 60 euro, a partire dalla giornata di martedì, visto che oggi, lunedì, i Bancomat saranno chiusi.
Molti pensionati greci sono comunque in fila, di fronte alle filiali di diverse banche, mentre Kathimerini riporta che alcuni "istituti di credito locali" potrebbero comunque decidere di aprire i battenti, per erogare servizi a favore di pensionati sprovvisti di carte di credito e carte di debito, e che dunque, vista la chiusura anche dei Bancomat, non hanno strumenti di pagamento. Ma per ora tali indiscrezioni non trovano conferma, tanto che la corrispondente del Guardian, Helena Smith, riporta che ci sono state "scene di panico al nord della Grecia, dove alcuni pensionati sono svenuti al di fuori delle banche, a Salonicco".
Smith scrive: "ci sono state segnalazioni di panico al di fuori delle banche, nei supermercati e alle stazioni di rifornimento benzina. I pensionati che erano al di fuori delle banche chiuse di Salonicco, sono svenuti quando è divemtato chiaro che gli istituti non avrebbero aperto, e che non avrebbero ricevuto gli assegni mensili". Le banche hanno fatto sapere che riaprianno i battenti giovedì per elargire gli assegni che spettano ai pensionati.
Intanto il Ministero delle Finanze greco ha riferito che alle 16 ora locale gli sportelli bancari apriranno già da oggi in via temporanea per permettere ai pensionati di ritirare le pensioni. Il governo ha emesso un comunicato rivolto ai turisti in cui si legge che "c'è ampia disponibilità sia di benzina sia di tutti i prodotti e servizi che possano garantire una permanenza divertente e senza problemi ai visitatori di ogni città, regione e isola".
Parla intanto la cancelliera tedesca Angela Merkel. Stando a quanto riporta Reuters, in occasione del meeting del suo partito, i cristiano-democratici, Merkel afferma che "la Grecia deve fare la prima mossa per porre fine all'impasse".
Tsipras ha dato tutta la colpa alla Bce: "I tentativi di cancellare il processo democratico sono un insulto e una vergogna per le tradizione democratiche in Europa", ha detto, affermando che "i depositi sono al sicuro" e che "anche il pagamento di stipendi e pensioni sarà garantito".
Sul perchè del referendum, Tsipras ha così affermato: "Siamo obbligati a rispondere sentendo la volontà dei cittadini", ha detto, continuando, "ci hanno chiesto di accettare pesi insopportabili che avrebbero aggravato la situazione del mercato del lavoro e aumentato le tasse".
Immediato l'effetto delle sue dichiarazioni, con file di persone che hanno accelerato la corsa ai bancomat nella notte tra venerdì e sabato, dopo il suo annuncio, avvenuto a mezzanotte.
I creditori, che sono intenzionati a proteggere l'area euro dal crac delle finanze pubbliche greche, avevano inviato all'Eurogruppo un piano di riforme da sottoporre al governo ellenico.
Tsipras ha denunciato le istituzioni (ex troika) come ricattatori e ha invitato i greci a votare "no" al referendum: no al piano che i creditori vogliono imporre. In caso di no, la Bce taglierebbe immediatamente il salvagente finanziario alle banche greche, aumentando il rischio di un default del paese. Un "sì" potrebbe implicare elezioni anticipate. Da parte sua il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha chiesto di votare si.
La troika ha offerto un terzo programma di aiuti, ma il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha fatto sapere che non accetteranno ricatti e che il piano "non è fattibile". Nel dettaglio i creditori hanno offerto 15,5 miliardi di euro di aiuti in cambio delle riforme richieste, per poter aiutare il paese a rifinanziare il suo debito per altri cinque mesi. Di questa somma, 8,7 miliardi verrebbero prelevati dal fondo salva Stati EFSF, 3,5 dall'Fmi e 3,3 dall'SMP, il programma di acquisto di titoli di Stato.
Il programma non fa tuttavia concessioni sulla riforma delle pensioni. L'Fmi, insomma, non ha alcuna intenzione di scendere a compromessi.
Nella giornata di venerdì, un duro monito era arrivato dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che aveva avvertito che "se il mercato perderà fiducia nelle autorità (dell'Eurozona) l'euro crollerà". Il ministro ha parlato di passi indietro e allontanamento delle posizioni.
Mancano 24 ore al giorno X, 30 giugno, data entro cui Atene avrebbe dovuto rimborsare 1,6 miliardi di prestiti dovuti all'Fmi. Ciò significa che Atene potrebbe dichiarare default martedì.
Atene (WSI) - Saranno i cittadini greci a decidere il loro destino, non il loro governo in un referendum che secondo le autorità europee sarà una scelta tra l'euro e la dracma. Allo stesso tempo, ai cittadini greci viene già impedito di prelevare i soldi che vogliono dalle banche. Dopo aver annunciato che il voto popolare si terrà il 5 luglio, il premier greco Alexis Tsipras ha reso noto che da oggi la Borsa di Atene e le banche rimaranno chiuse.
Sul referendum è intervenuto anche il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Il presidente della Commissione Ue ha lanciato un appello al popolo greco, che dice di aver difeso durante i negoziati, per votare si al nuovo piano di austerity. Juncker ha chiesto di "non commettere un suicido per paura della morte". Ad Atene non si è ancora arrivati a tanto, ma si vedono scene di panico e di svenimento, con la corrispondente del Guardian sul posto che parla di "mentalità da saccheggio" che ha preso il sopravvento.
Alzando decisamente i toni, Juncker ha avvertito che "tutto il pianeta" interpreterà un voto di no come una dichiarazione sulla volontà della Grecia di uscire dall'Europa. Da parte sua Tsipras, accusato dal leader europeo di aver mentito alla sua gente e di aver fatto saltare i negoziati dopo che i creditori europei erano riusciti "a spostare montagne", ha chiesto una proroga di un mese degli aiuti.
Secondo le stime di Bank of America è possibile che il popolo greco "voti sì alle proposte" dei creditori domenica prossima, "nel qual caso potremmo trovarci in una situazione in cui probabilmente sarà necessario che si insedi un nuovo governo che stringa un accordo con i creditori".
Per evitare una fuga dei depositi in vista del referendum, la chiusura delle banche durerà fino al giorno del voto, dunque per l'intera settimana, dal momento che questa è stata la raccomandazione del Consiglio greco per la stabilità finanziaria. Non solo: il Consiglio ha anche raccomandato una soglia massima per i prelievi giornalieri: non più di 60 euro, a partire dalla giornata di martedì, visto che oggi, lunedì, i Bancomat saranno chiusi.
Molti pensionati greci sono comunque in fila, di fronte alle filiali di diverse banche, mentre Kathimerini riporta che alcuni "istituti di credito locali" potrebbero comunque decidere di aprire i battenti, per erogare servizi a favore di pensionati sprovvisti di carte di credito e carte di debito, e che dunque, vista la chiusura anche dei Bancomat, non hanno strumenti di pagamento. Ma per ora tali indiscrezioni non trovano conferma, tanto che la corrispondente del Guardian, Helena Smith, riporta che ci sono state "scene di panico al nord della Grecia, dove alcuni pensionati sono svenuti al di fuori delle banche, a Salonicco".
Smith scrive: "ci sono state segnalazioni di panico al di fuori delle banche, nei supermercati e alle stazioni di rifornimento benzina. I pensionati che erano al di fuori delle banche chiuse di Salonicco, sono svenuti quando è divemtato chiaro che gli istituti non avrebbero aperto, e che non avrebbero ricevuto gli assegni mensili". Le banche hanno fatto sapere che riaprianno i battenti giovedì per elargire gli assegni che spettano ai pensionati.
Intanto il Ministero delle Finanze greco ha riferito che alle 16 ora locale gli sportelli bancari apriranno già da oggi in via temporanea per permettere ai pensionati di ritirare le pensioni. Il governo ha emesso un comunicato rivolto ai turisti in cui si legge che "c'è ampia disponibilità sia di benzina sia di tutti i prodotti e servizi che possano garantire una permanenza divertente e senza problemi ai visitatori di ogni città, regione e isola".
Parla intanto la cancelliera tedesca Angela Merkel. Stando a quanto riporta Reuters, in occasione del meeting del suo partito, i cristiano-democratici, Merkel afferma che "la Grecia deve fare la prima mossa per porre fine all'impasse".
Tsipras ha dato tutta la colpa alla Bce: "I tentativi di cancellare il processo democratico sono un insulto e una vergogna per le tradizione democratiche in Europa", ha detto, affermando che "i depositi sono al sicuro" e che "anche il pagamento di stipendi e pensioni sarà garantito".
Sul perchè del referendum, Tsipras ha così affermato: "Siamo obbligati a rispondere sentendo la volontà dei cittadini", ha detto, continuando, "ci hanno chiesto di accettare pesi insopportabili che avrebbero aggravato la situazione del mercato del lavoro e aumentato le tasse".
Immediato l'effetto delle sue dichiarazioni, con file di persone che hanno accelerato la corsa ai bancomat nella notte tra venerdì e sabato, dopo il suo annuncio, avvenuto a mezzanotte.
I creditori, che sono intenzionati a proteggere l'area euro dal crac delle finanze pubbliche greche, avevano inviato all'Eurogruppo un piano di riforme da sottoporre al governo ellenico.
Tsipras ha denunciato le istituzioni (ex troika) come ricattatori e ha invitato i greci a votare "no" al referendum: no al piano che i creditori vogliono imporre. In caso di no, la Bce taglierebbe immediatamente il salvagente finanziario alle banche greche, aumentando il rischio di un default del paese. Un "sì" potrebbe implicare elezioni anticipate. Da parte sua il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha chiesto di votare si.
La troika ha offerto un terzo programma di aiuti, ma il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha fatto sapere che non accetteranno ricatti e che il piano "non è fattibile". Nel dettaglio i creditori hanno offerto 15,5 miliardi di euro di aiuti in cambio delle riforme richieste, per poter aiutare il paese a rifinanziare il suo debito per altri cinque mesi. Di questa somma, 8,7 miliardi verrebbero prelevati dal fondo salva Stati EFSF, 3,5 dall'Fmi e 3,3 dall'SMP, il programma di acquisto di titoli di Stato.
Il programma non fa tuttavia concessioni sulla riforma delle pensioni. L'Fmi, insomma, non ha alcuna intenzione di scendere a compromessi.
Nella giornata di venerdì, un duro monito era arrivato dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che aveva avvertito che "se il mercato perderà fiducia nelle autorità (dell'Eurozona) l'euro crollerà". Il ministro ha parlato di passi indietro e allontanamento delle posizioni.
Mancano 24 ore al giorno X, 30 giugno, data entro cui Atene avrebbe dovuto rimborsare 1,6 miliardi di prestiti dovuti all'Fmi. Ciò significa che Atene potrebbe dichiarare default martedì.
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