Bankitalia: effetto solo se permanente. Renzi: "Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate". Ue aveva chiesto spostare tasse dal lavoro alla casa.
Roma (WSI) - Sull'alleggerimento della pressione fiscale sugli immobili, anche a costo di rinunciare a preziose entrate tributarie, il governo non farà marcia indietro e annuncia"l'eliminazione nella legge di Stabilità della tassa sulla prima casa per tutti e per sempre".
Secondo Bankitalia l'effetto positivo arriverà solo se l'aggerimento o la cancellazione dell'imposta, tanto odiata da un popolo di proprietari immobiliari come quello italiano, sarà permanente.
Il presidente del Consiglio italiano sembra non aver gradito troppo le indicazioni fornite ieri dalla Commissione Europea al Bel Paese in materia fiscale. In particolare Bruxelles ha suggerito all'Italia di alleggerire le tasse sul lavoro puntando invece sull'aumento di "imposte meno distorsive", per esempio sugli immobili, sulle donazioni e sui consumi.
"Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles", ha tuonato Renzi da New York, spiegando che il "compito dell'UE non è mettere bocca su quali scelte fiscali fa uno stato" e che "non deve decidere al posto dei singoli governi". L'Ue aveva chiesto spostare le tasse dal lavoro alla casa e i consumi.
I dubbi riguardano dove il governo andrà a recuperare le coperture. Le promesse di lotta all'evasione non basta. Nel frattempo i tecnici di Camera e Senato hanno sollevato punti interrogativi su alcune parti importanti della finanziaria il cui obiettivo è quello di alimentare la crescita nel 2016.
Nel consueto dossier sul DEF, il Documento di Economia e Finanza, hanno chiesto all'esecutivo di fare chiarezza su una moltitudine di questioni: l'entità della spending review, l'impatto "in termini di minori risparmi conseguiti" e "le conseguenti misure di copertura che si prevede di utilizzare".
(DaC)
Il presidente del Consiglio italiano sembra non aver gradito troppo le indicazioni fornite ieri dalla Commissione Europea al Bel Paese in materia fiscale. In particolare Bruxelles ha suggerito all'Italia di alleggerire le tasse sul lavoro puntando invece sull'aumento di "imposte meno distorsive", per esempio sugli immobili, sulle donazioni e sui consumi.
"Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles", ha tuonato Renzi da New York, spiegando che il "compito dell'UE non è mettere bocca su quali scelte fiscali fa uno stato" e che "non deve decidere al posto dei singoli governi". L'Ue aveva chiesto spostare le tasse dal lavoro alla casa e i consumi.
I dubbi riguardano dove il governo andrà a recuperare le coperture. Le promesse di lotta all'evasione non basta. Nel frattempo i tecnici di Camera e Senato hanno sollevato punti interrogativi su alcune parti importanti della finanziaria il cui obiettivo è quello di alimentare la crescita nel 2016.
Nel consueto dossier sul DEF, il Documento di Economia e Finanza, hanno chiesto all'esecutivo di fare chiarezza su una moltitudine di questioni: l'entità della spending review, l'impatto "in termini di minori risparmi conseguiti" e "le conseguenti misure di copertura che si prevede di utilizzare".
(DaC)
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