Cosciente che difficilmente potrà vincere la battaglia per la presidenza, che necessiterebbe di modifiche costituzionali, la leader storica e oggi parlamentare della Lega nazionale per la democrazia ha deciso di scendere in campo decisamente per la guida del governo dopo il voto per il parlamento dell'8 novembre.
Misna - Con orgoglio ma anche con insolita convinzione, oggi l'esponente politico ha rivendicato il proprio ruolo. “Ho segnalato con grande chiarezza che se la Lega vincesse le elezioni e formasse un governo, io ne sarà il leader, anche se non diventassi presidente”, a detto oggi in un'intervista alla rete televisiva India Today. Il partito di Aung San, centrale nella lotta nonviolenta contro la dittatura militare chiusasi solo nel 2011 e ampiamente vittorioso nelle elezioni di maggio 1990, il cui risultato fu respinto dal regime è previsto che si avvii verso una vittoria consistente nelle prime elezioni a cui partecipa da 25 anni, contro i gruppi politici emanazione del potere militare o a essi connessi da vari interessi.
Nonostante il dibattito interno al partito con la necessità espressa più volte di creare un'alternativa alla figura finora determinante della Premio Nobel per la pace nella Lega non vi è un leader in grado di unificare le varie voci interne e ancor più di coalizzare il sostegno popolare come Aung San Suu Kyi.
I futuri rapporti con i partiti dell'attuale maggioranza saranno resi più difficili anche dall'esautoramento a agosto dalla carica di presidente del parlamento birmano Shwe Mann, un moderato, tra gli ex generali riciclatisi nella politica attiva ma vicino a Aung San Suu Kyi nel tentativo di riportare il paese sulla strada dell'unità e del progresso.
Misna - Con orgoglio ma anche con insolita convinzione, oggi l'esponente politico ha rivendicato il proprio ruolo. “Ho segnalato con grande chiarezza che se la Lega vincesse le elezioni e formasse un governo, io ne sarà il leader, anche se non diventassi presidente”, a detto oggi in un'intervista alla rete televisiva India Today. Il partito di Aung San, centrale nella lotta nonviolenta contro la dittatura militare chiusasi solo nel 2011 e ampiamente vittorioso nelle elezioni di maggio 1990, il cui risultato fu respinto dal regime è previsto che si avvii verso una vittoria consistente nelle prime elezioni a cui partecipa da 25 anni, contro i gruppi politici emanazione del potere militare o a essi connessi da vari interessi.
Nonostante il dibattito interno al partito con la necessità espressa più volte di creare un'alternativa alla figura finora determinante della Premio Nobel per la pace nella Lega non vi è un leader in grado di unificare le varie voci interne e ancor più di coalizzare il sostegno popolare come Aung San Suu Kyi.
I futuri rapporti con i partiti dell'attuale maggioranza saranno resi più difficili anche dall'esautoramento a agosto dalla carica di presidente del parlamento birmano Shwe Mann, un moderato, tra gli ex generali riciclatisi nella politica attiva ma vicino a Aung San Suu Kyi nel tentativo di riportare il paese sulla strada dell'unità e del progresso.
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