Essere cristiano ed essere missionario “è la stessa cosa”, quindi per chi appartiene alla Chiesa la “priorità” è e sarà sempre l’evangelizzazione, soprattutto verso gli “scartati della società”.
Radio Vaticana -Papa Francesco lo ha ripetuto all’Angelus celebrato in Piazza San Pietro, durante il quale ha sottolineato che l'evangelizzazione dei poveri non è “assistenza sociale” né “attività politica”, ma “offrire la forza del Vangelo di Dio”. Il servizio di Alessandro De Carolis: ascolta
Il cristianesimo è una questione di prossimità con i deboli, le parole sono fondamentali ma non la cosa più importante. Lo dimostra quando la storia della Salvezza arriva all’anno zero e Gesù appare sulla scena a iniziare la sua missione.
Un Maestro diverso
Prima di lui il popolo ebraico aveva conosciuto molti profeti, ma il nuovo Rabbi che viene da Nazareth – spiega Papa Francesco all’Angelus – si staglia subito sugli altri per l’originalità della sua parola, “che rivela il senso delle Scritture”, e per la “potenza” che impone l’obbedienza anche agli “spiriti impuri”:
“Gesù è diverso dai maestri del suo tempo. Per esempio, non ha aperto una scuola per lo studio della Legge, ma va in giro a predicare e insegna dappertutto: nelle sinagoghe, per le strade, nelle case, sempre in giro. Gesù è diverso anche da Giovanni Battista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio, mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre”.
Cristiano e missionario “è la stessa cosa”
In un’assolata e fredda domenica, Francesco commenta l’episodio del Vangelo del giorno, Gesù che nella Sinagoga si alza a leggere il passo di Isaia che parla del mandato a proclamare il “lieto annuncio” ai poveri e la liberazione di tutti gli oppressi, concluso da un commento che lascia stupiti i presenti: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. In questa affermazione si condensa per il Papa tutta l’esperienza cristiana:
“Evangelizzare i poveri: questa è la missione di Gesù, secondo quanto Lui dice; questa è anche la missione della Chiesa, e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro”.
Vangelo, non politica
I destinatari privilegiati della Buona Novella, ricorda il Papa, sono per Gesù “i lontani, i sofferenti, gli ammalati, gli scartati della società”. Evangelizzarli “significa avvicinarli, servirli, liberarli dalla loro oppressione” e il farlo o meno per Francesco è questione di un ininterrotto esame di coscienza per parrocchie, associazioni, movimenti ecclesiali:
“L'evangelizzazione dei poveri, portare loro il lieto annuncio, è la priorità? Attenzione: non si tratta solo di fare assistenza sociale, tanto meno attività politica. Si tratta di offrire la forza del Vangelo di Dio, che converte i cuori, risana le ferite, trasforma i rapporti umani e sociali secondo la logica dell'amore. I poveri, infatti, sono al centro del Vangelo”.
Radio Vaticana -Papa Francesco lo ha ripetuto all’Angelus celebrato in Piazza San Pietro, durante il quale ha sottolineato che l'evangelizzazione dei poveri non è “assistenza sociale” né “attività politica”, ma “offrire la forza del Vangelo di Dio”. Il servizio di Alessandro De Carolis: ascolta
Il cristianesimo è una questione di prossimità con i deboli, le parole sono fondamentali ma non la cosa più importante. Lo dimostra quando la storia della Salvezza arriva all’anno zero e Gesù appare sulla scena a iniziare la sua missione.
Un Maestro diverso
Prima di lui il popolo ebraico aveva conosciuto molti profeti, ma il nuovo Rabbi che viene da Nazareth – spiega Papa Francesco all’Angelus – si staglia subito sugli altri per l’originalità della sua parola, “che rivela il senso delle Scritture”, e per la “potenza” che impone l’obbedienza anche agli “spiriti impuri”:
“Gesù è diverso dai maestri del suo tempo. Per esempio, non ha aperto una scuola per lo studio della Legge, ma va in giro a predicare e insegna dappertutto: nelle sinagoghe, per le strade, nelle case, sempre in giro. Gesù è diverso anche da Giovanni Battista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio, mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre”.
Cristiano e missionario “è la stessa cosa”
In un’assolata e fredda domenica, Francesco commenta l’episodio del Vangelo del giorno, Gesù che nella Sinagoga si alza a leggere il passo di Isaia che parla del mandato a proclamare il “lieto annuncio” ai poveri e la liberazione di tutti gli oppressi, concluso da un commento che lascia stupiti i presenti: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. In questa affermazione si condensa per il Papa tutta l’esperienza cristiana:
“Evangelizzare i poveri: questa è la missione di Gesù, secondo quanto Lui dice; questa è anche la missione della Chiesa, e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro”.
Vangelo, non politica
I destinatari privilegiati della Buona Novella, ricorda il Papa, sono per Gesù “i lontani, i sofferenti, gli ammalati, gli scartati della società”. Evangelizzarli “significa avvicinarli, servirli, liberarli dalla loro oppressione” e il farlo o meno per Francesco è questione di un ininterrotto esame di coscienza per parrocchie, associazioni, movimenti ecclesiali:
“L'evangelizzazione dei poveri, portare loro il lieto annuncio, è la priorità? Attenzione: non si tratta solo di fare assistenza sociale, tanto meno attività politica. Si tratta di offrire la forza del Vangelo di Dio, che converte i cuori, risana le ferite, trasforma i rapporti umani e sociali secondo la logica dell'amore. I poveri, infatti, sono al centro del Vangelo”.
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