giovedì, gennaio 21, 2016
"Tentata estorsione non nei confronti delle sorelle" 

"L'accusa è tentata estorsione, non necessariamente nei confronti delle sorelle, ma può darsi che questo tentativo sia stato rivolto a terze persone. Può darsi, da come ho capito io, che i destinatari non siano le sorelle, ma che le sorelle siano molto preoccupate del comportamento del fratello, che a loro ricorda un comportamento tristemente noto prima dell'omicidio dei genitori". Così intervenuto a Effetto Giorno, su Radio 24, Agostino Rigoli, avvocato delle sorelle di Pietro Maso, che nel 1991 massacrò i genitori, ora indagato per tentata estorsione dalla procura di Verona proprio su esposto delle sorelle.

"Hanno trovato delle anomalie nel comportamento, le stesse che aveva prima dell'omicidio", spiega l'avvocato, il quale precisa di non poter scendere nei dettagli perché la vicenda è coperta da segreto istruttorio: "Diciamo che il loro timore è che si sia ripetuta quella patologia, se patologia è, che lo portò all'omicidio dei genitori, questo disturbo bipolare che era stato diagnosticato dal professor Andreoli". Hanno ricevuto segnali in questo senso? "Certo che sì e sono preoccupate". Quindi non sono le sorelle ad aver subito il tentativo di estorsione? "Non sarebbero le sorelle le destinatarie della tentata estorsione, ma le sorelle sarebbero venute a sapere di questo episodio e vedendo nel comportamento del fratello segnali preoccupanti, hanno ritenuto doveroso segnalarlo all'arma dei carabinieri".





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