Il video sul Corriere è scioccante: si vede una ragazza (la badante), che picchia una donna di 94 anni, malata di Alzheimer. Stavolta è successo a Buenos Aires, Argentina.
"De Docta Ignorantia"di Danilo Stefani
La figlia aveva messo una telecamera, insospettita dallo stato di salute della madre (e forse da qualche livido di troppo). I bambini possono essere capricciosi, i vecchi malati, ma non dovrebbero essere mai picchiati. Certo, è banale dire “che non dovrebbe essere così”. Però è proprio il ritorno alla banalità, ciò che serve.
In un mondo sempre più sofisticato e spaziale, si perde sempre più di vista la semplicità dei rapporti umani. Non basta Sanremo, con il suo buonismo da Natale perenne, a risolvere certi sciagurati problemi.
E’ vero che bisogna distrarsi, sennò si impazzisce. E’ pur vero che si ha necessità di sorrisi, e l’amico che ha problemi è un amico scomodo. Meglio l’amico di merende. Le barzellette e l’ipocrisia.
Stiamo saltando in aria, e non c’entrano i kamikaze.
L’autodistruzione è in atto e non dipende da questa o da quella civiltà. “Sono cose sempre successe, ma non si avevano mezzi per denunciarle, tutto qui”. Già, e adesso che abbiamo i mezzi, sappiamo forse comportarci in maniera adeguata? Abbiamo tutto e ci arrendiamo all’impotenza: un guscio vuoto nell’oceano dell’indifferenza.
L’onda anomala sta diventando normale, ma cosa faremmo se un persona qualsiasi picchiasse la nostra anziana madre? o vedessimo lividi corposi sui nostri bambini al ritorno dalla scuola materna? Ecco, forse manca proprio questo: non capiamo la differenza tra empatia e simpatia. La complessa banalità dell’empatia, cioè la capacità di immedesimarsi negli altri, è l’unica potenziale risorsa. Finché penseremo che “gli altri non siamo noi”, punto e fine. Ma siamo un sacco simpatici, o no?
La figlia aveva messo una telecamera, insospettita dallo stato di salute della madre (e forse da qualche livido di troppo). I bambini possono essere capricciosi, i vecchi malati, ma non dovrebbero essere mai picchiati. Certo, è banale dire “che non dovrebbe essere così”. Però è proprio il ritorno alla banalità, ciò che serve.
In un mondo sempre più sofisticato e spaziale, si perde sempre più di vista la semplicità dei rapporti umani. Non basta Sanremo, con il suo buonismo da Natale perenne, a risolvere certi sciagurati problemi.
E’ vero che bisogna distrarsi, sennò si impazzisce. E’ pur vero che si ha necessità di sorrisi, e l’amico che ha problemi è un amico scomodo. Meglio l’amico di merende. Le barzellette e l’ipocrisia.
Stiamo saltando in aria, e non c’entrano i kamikaze.
L’autodistruzione è in atto e non dipende da questa o da quella civiltà. “Sono cose sempre successe, ma non si avevano mezzi per denunciarle, tutto qui”. Già, e adesso che abbiamo i mezzi, sappiamo forse comportarci in maniera adeguata? Abbiamo tutto e ci arrendiamo all’impotenza: un guscio vuoto nell’oceano dell’indifferenza.
L’onda anomala sta diventando normale, ma cosa faremmo se un persona qualsiasi picchiasse la nostra anziana madre? o vedessimo lividi corposi sui nostri bambini al ritorno dalla scuola materna? Ecco, forse manca proprio questo: non capiamo la differenza tra empatia e simpatia. La complessa banalità dell’empatia, cioè la capacità di immedesimarsi negli altri, è l’unica potenziale risorsa. Finché penseremo che “gli altri non siamo noi”, punto e fine. Ma siamo un sacco simpatici, o no?
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.