Oggi, Giornata internazionale contro il cancro. Sono oltre 8 milioni le vittime di tumori ogni anno nel mondo e il principale fattore di rischio resta il fumo di sigarette, ma il 40% dei decessi potrebbe essere evitato con la prevenzione, a partire dagli stili di vita.
Radio Vaticana - L’Italia è tra i Paesi con tassi di guarigione più alti in Europa, 6 pazienti su 10 riescono a sconfiggere la malattia, come rileva l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Roberta Gisotti ha intervistato il presidente Carmine Pinto, direttore dell’Unità operativa di oncologia medica al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna: ascolta
D. - Prof. Pinto, a che punto è la lotta al cancro, sia livello di diffusione delle patologie tumorali che di guarigioni?
R. – Nel mondo industrializzato la strategia di controllo del tumore ha fatto dei grandi passi in avanti, sia riguardo gli screening per la prevenzione che le cure, con miglioramenti sostanziali nella riduzione della mortalità e nella sopravvivenza. Diverso è il discorso dei Paesi emergenti e del Terzo Mondo dove abbiamo anche tipi di tumori diversi. Pensiamo ad esempio all’America Latina dove il tumore alla cervice uterina è un tumore importante diagnosticato in fase avanzata, tra l’altro curato in situazioni talvolta molto precarie e da noi è invece un tumore assolutamente inesistente. Per cui in quei Paesi c’è molto da fare, specie in America Latina e in Africa per la prevenzione e la formazione del personale.
D. – Parlando di prevenzione, cosa si intende per stili di vita? C’è chi per esempio propugna diete particolari o attività fisiche determinate o altro ancora per mantenersi sani …
R. - Avere stili di vita corretti vuol dire aver cura della propria persona. Quindi non adottare una serie di atteggiamenti, in primis il fumo di sigarette, che è causa primaria del tumore al polmone. In Italia non si riduce la mortalità di questo tumore nelle donne perché le donne sostanzialmente hanno continuato a fumare mentre gli uomini per fortuna hanno ridotto questa abitudine. Quindi stile di vita vuol dire prima di tutto evitare fumo e alcol eccessivo, poi è importante avere un’alimentazione corretta. Come detto tante volte, non sto a demonizzare le carni rosse, non è il problema della bistecca una volta alla settimana che è come mezzo bicchiere di vino una volta al giorno. Il problema è aver una dieta con tutti gli ingredienti, quindi una dieta mediterranea con vegetali, olio di oliva, frutta. Anche il movimento è importante, perché l’obesità è uno dei fattori che può favorire non solo il cancro ma anche patologie cardiovascolari. Questo è rilevante, a livello educativo soprattutto per i più giovani. A questo va aggiunto, ed è importantissimo per un Paese come il nostro la prevenzione secondaria e quindi l’adesione a programmi di screening per i tumori del colon retto, alla mammella e alla cervice uterina, che sappiamo riducono l’impatto tumorale e ovviamente riducono la mortalità.
D. - Sappiamo che in Italia abbiamo buone statistiche di guarigione, però ci sono anche forti preoccupazioni per la diminuzione della spesa sanitaria …
R. - Questo è un grande problema, perché oggi abbiamo e stanno arrivando farmaci nuovi e novità su tutta la gestione del malato oncologico. Dovremo quindi trovare risorse e strategie: da una parte riorganizzare il sistema quindi percorsi, reti oncologiche, l’appropriatezza e questo è già un sistema di risparmio; dall’altra dovremmo trovare dei fondi diversi. Noi abbiamo proposto un fondo nazionale che utilizzi parte dei proventi della vendita di sigarette per dare la possibilità a tutti i malati del nostro Paese di accedere ai nuovi farmaci. Questo è un problema di cui ci rendiamo conto. Nel momento in cui vogliamo curare dobbiamo anche cercare di capire al meglio come avere le risorse.
D. - È importante che ci sia tutta l’attenzione necessaria su questo …
R. - Io direi che l’attenzione c’è – noi stiamo incontrando anche gli organismi istituzionali perché questo venga garantito – e penso che il nostro Paese andrà in questa direzione.
Radio Vaticana - L’Italia è tra i Paesi con tassi di guarigione più alti in Europa, 6 pazienti su 10 riescono a sconfiggere la malattia, come rileva l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Roberta Gisotti ha intervistato il presidente Carmine Pinto, direttore dell’Unità operativa di oncologia medica al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna: ascolta
D. - Prof. Pinto, a che punto è la lotta al cancro, sia livello di diffusione delle patologie tumorali che di guarigioni?
R. – Nel mondo industrializzato la strategia di controllo del tumore ha fatto dei grandi passi in avanti, sia riguardo gli screening per la prevenzione che le cure, con miglioramenti sostanziali nella riduzione della mortalità e nella sopravvivenza. Diverso è il discorso dei Paesi emergenti e del Terzo Mondo dove abbiamo anche tipi di tumori diversi. Pensiamo ad esempio all’America Latina dove il tumore alla cervice uterina è un tumore importante diagnosticato in fase avanzata, tra l’altro curato in situazioni talvolta molto precarie e da noi è invece un tumore assolutamente inesistente. Per cui in quei Paesi c’è molto da fare, specie in America Latina e in Africa per la prevenzione e la formazione del personale.
D. – Parlando di prevenzione, cosa si intende per stili di vita? C’è chi per esempio propugna diete particolari o attività fisiche determinate o altro ancora per mantenersi sani …
R. - Avere stili di vita corretti vuol dire aver cura della propria persona. Quindi non adottare una serie di atteggiamenti, in primis il fumo di sigarette, che è causa primaria del tumore al polmone. In Italia non si riduce la mortalità di questo tumore nelle donne perché le donne sostanzialmente hanno continuato a fumare mentre gli uomini per fortuna hanno ridotto questa abitudine. Quindi stile di vita vuol dire prima di tutto evitare fumo e alcol eccessivo, poi è importante avere un’alimentazione corretta. Come detto tante volte, non sto a demonizzare le carni rosse, non è il problema della bistecca una volta alla settimana che è come mezzo bicchiere di vino una volta al giorno. Il problema è aver una dieta con tutti gli ingredienti, quindi una dieta mediterranea con vegetali, olio di oliva, frutta. Anche il movimento è importante, perché l’obesità è uno dei fattori che può favorire non solo il cancro ma anche patologie cardiovascolari. Questo è rilevante, a livello educativo soprattutto per i più giovani. A questo va aggiunto, ed è importantissimo per un Paese come il nostro la prevenzione secondaria e quindi l’adesione a programmi di screening per i tumori del colon retto, alla mammella e alla cervice uterina, che sappiamo riducono l’impatto tumorale e ovviamente riducono la mortalità.
D. - Sappiamo che in Italia abbiamo buone statistiche di guarigione, però ci sono anche forti preoccupazioni per la diminuzione della spesa sanitaria …
R. - Questo è un grande problema, perché oggi abbiamo e stanno arrivando farmaci nuovi e novità su tutta la gestione del malato oncologico. Dovremo quindi trovare risorse e strategie: da una parte riorganizzare il sistema quindi percorsi, reti oncologiche, l’appropriatezza e questo è già un sistema di risparmio; dall’altra dovremmo trovare dei fondi diversi. Noi abbiamo proposto un fondo nazionale che utilizzi parte dei proventi della vendita di sigarette per dare la possibilità a tutti i malati del nostro Paese di accedere ai nuovi farmaci. Questo è un problema di cui ci rendiamo conto. Nel momento in cui vogliamo curare dobbiamo anche cercare di capire al meglio come avere le risorse.
D. - È importante che ci sia tutta l’attenzione necessaria su questo …
R. - Io direi che l’attenzione c’è – noi stiamo incontrando anche gli organismi istituzionali perché questo venga garantito – e penso che il nostro Paese andrà in questa direzione.
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