No a vanità, ricchezza, orgoglio. Durante la Messa nel Centro studi di Ecatepec, davanti a centinaia di migliaia di persone, nella prima domenica di Quaresima il Papa torna a parlare delle “tre tentazioni che cercano di degradarci”.
Radio Vaticana - E all’Angelus ricorda che questa terra non deve più “piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte”. In un tweet, Francesco scrive: “Guardarti semplicemente, Madre, tenendo aperto solo lo sguardo; guardarti tutta senza dirti nulla...". Dal Messico il servizio del nostro inviato Alessandro Guarasci: ascolta
In 300 mila circa hanno accolto il Papa a Ecatepec. Un entusiasmo che è andato oltre ogni altra previsione. La gente è arrivata nella notte per occupare i posti più vicini al Pontefice. Davanti all’altare un tappeto di fiori, e accanto una riproduzione dell’icona della Madonna di Guadalupe. Nell’omelia, il Papa parla della conversione che deve avvenire durante la Quaresima, dunque no a una società per pochi:
Quante volte non riconosciamo la dignità degli altri "Cuántas veces experimentamos en nuestra propia carne, o en la de nuestra familia, en la de nuestros amigos o vecinos, el dolor que nace... “Quante volte sperimentiamo nella nostra carne, o nella nostra famiglia, in quella dei nostri amici o vicini, il dolore che nasce dal non sentire riconosciuta quella dignità che tutti portiamo dentro. Quante volte abbiamo dovuto piangere e pentirci, perché ci siamo resi conto di non aver riconosciuto tale dignità negli altri. Quante volte – e lo dico con dolore – siamo ciechi e insensibili davanti al mancato riconoscimento della dignità propria e altrui”.
Attenzione alle tre tentazioni Le tre tentazioni che ha sofferto Cristo cercano di rovinare la verità alla quale siamo chiamati: la ricchezza, “impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per “i miei”; la vanità, ovvero “quella ricerca di prestigio basata sulla squalifica continua e costante di quelli che ‘non sono nessuno’”; l’orgoglio, “ossia il porsi su un piano di superiorità di qualunque tipo, sentendo che non si condivide la ‘vita dei comuni mortali’”. Francesco, quindi sottolinea, che col demonio non si dialoga, abbiamo scelto Cristo.
E allora si chiede il Papa:“Fino a che punto siamo consapevoli di queste tentazioni nella nostra persona, in noi stessi? Fino a che punto ci siamo abituati a uno stile di vita che pensa che nella ricchezza, nella vanità e nell’orgoglio stanno la fonte e la forza della vita?”. Ed ancora: “Fino a che punto crediamo che il prenderci cura dell’altro, il nostro preoccuparci e occuparci per il pane, il buon nome e la dignità degli altri sono fonti di gioia e di speranza?”.
No a uomini, donne e bambini vittime dei trafficanti di morte All’angelus il Papa riprende alcuni temi fondamentali per uno sviluppo pieno di questa terra: “Desidero invitarvi nuovamente oggi a stare in prima linea, ad essere intraprendenti in tutte le iniziative che possano aiutare a fare di questa benedetta terra messicana una terra di opportunità – dice il Pontefice - Dove non ci sia bisogno di emigrare per sognare; dove non ci sia bisogno di essere sfruttato per lavorare; dove non ci sia bisogno di fare della disperazione e della povertà di molti l’opportunismo di pochi”. Un netto no poi alla violenza:
“Una tierra que no tenga que llorar a hombres y mujeres, a jóvenes y niños que terminan destruidos en las manos de los traficantes de la muerte". Una terra che non debba piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte. Questa terra ha il sapore della Guadalupana, colei che sempre Madre ci ha preceduto nell’amore”.
Fuoriprogarmma con le suore di clausura Una giornata densissima, con diversi fuori programma, come quando Francesco nel tragitto dalla nunziatura all’eliporto di Città del Messico è sceso dalla papamobile per salutare un gruppo di suore di clausura che lo aspettavano davanti a loro convento.
Radio Vaticana - E all’Angelus ricorda che questa terra non deve più “piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte”. In un tweet, Francesco scrive: “Guardarti semplicemente, Madre, tenendo aperto solo lo sguardo; guardarti tutta senza dirti nulla...". Dal Messico il servizio del nostro inviato Alessandro Guarasci: ascolta
In 300 mila circa hanno accolto il Papa a Ecatepec. Un entusiasmo che è andato oltre ogni altra previsione. La gente è arrivata nella notte per occupare i posti più vicini al Pontefice. Davanti all’altare un tappeto di fiori, e accanto una riproduzione dell’icona della Madonna di Guadalupe. Nell’omelia, il Papa parla della conversione che deve avvenire durante la Quaresima, dunque no a una società per pochi:
Quante volte non riconosciamo la dignità degli altri "Cuántas veces experimentamos en nuestra propia carne, o en la de nuestra familia, en la de nuestros amigos o vecinos, el dolor que nace... “Quante volte sperimentiamo nella nostra carne, o nella nostra famiglia, in quella dei nostri amici o vicini, il dolore che nasce dal non sentire riconosciuta quella dignità che tutti portiamo dentro. Quante volte abbiamo dovuto piangere e pentirci, perché ci siamo resi conto di non aver riconosciuto tale dignità negli altri. Quante volte – e lo dico con dolore – siamo ciechi e insensibili davanti al mancato riconoscimento della dignità propria e altrui”.
Attenzione alle tre tentazioni Le tre tentazioni che ha sofferto Cristo cercano di rovinare la verità alla quale siamo chiamati: la ricchezza, “impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per “i miei”; la vanità, ovvero “quella ricerca di prestigio basata sulla squalifica continua e costante di quelli che ‘non sono nessuno’”; l’orgoglio, “ossia il porsi su un piano di superiorità di qualunque tipo, sentendo che non si condivide la ‘vita dei comuni mortali’”. Francesco, quindi sottolinea, che col demonio non si dialoga, abbiamo scelto Cristo.
E allora si chiede il Papa:“Fino a che punto siamo consapevoli di queste tentazioni nella nostra persona, in noi stessi? Fino a che punto ci siamo abituati a uno stile di vita che pensa che nella ricchezza, nella vanità e nell’orgoglio stanno la fonte e la forza della vita?”. Ed ancora: “Fino a che punto crediamo che il prenderci cura dell’altro, il nostro preoccuparci e occuparci per il pane, il buon nome e la dignità degli altri sono fonti di gioia e di speranza?”.
No a uomini, donne e bambini vittime dei trafficanti di morte All’angelus il Papa riprende alcuni temi fondamentali per uno sviluppo pieno di questa terra: “Desidero invitarvi nuovamente oggi a stare in prima linea, ad essere intraprendenti in tutte le iniziative che possano aiutare a fare di questa benedetta terra messicana una terra di opportunità – dice il Pontefice - Dove non ci sia bisogno di emigrare per sognare; dove non ci sia bisogno di essere sfruttato per lavorare; dove non ci sia bisogno di fare della disperazione e della povertà di molti l’opportunismo di pochi”. Un netto no poi alla violenza:
“Una tierra que no tenga que llorar a hombres y mujeres, a jóvenes y niños que terminan destruidos en las manos de los traficantes de la muerte". Una terra che non debba piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte. Questa terra ha il sapore della Guadalupana, colei che sempre Madre ci ha preceduto nell’amore”.
Fuoriprogarmma con le suore di clausura Una giornata densissima, con diversi fuori programma, come quando Francesco nel tragitto dalla nunziatura all’eliporto di Città del Messico è sceso dalla papamobile per salutare un gruppo di suore di clausura che lo aspettavano davanti a loro convento.
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