giovedì, marzo 03, 2016
Dal Burkina Faso, la testimonianza delle attiviste per i diritti delle donne  

Amnesty - In occasione dell'8 marzo, Giornata internazionale delle donne, Amnesty International Italia promuove numerose iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla campagna Mai più spose bambine, con l'obiettivo di porre fine alla grave violazione dei diritti umani rappresentata dai matrimoni precoci e forzati, che si radica nella povertà e nella discriminazione.
Secondo le stime del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), 13.5 milioni di ragazze ogni anno nel mondo sono costrette a sposarsi prima dei 18 anni con uomini molto più vecchi di loro: 37 mila bambine ogni giorno alle quali, di fatto, viene negata l'infanzia. Isolate, tagliate fuori da famiglia e amicizie e da qualsiasi altra forma di sostegno, perdono la libertà e sono sottoposte a violenze e abusi. Molte di loro rimangono incinte immediatamente o poco dopo il matrimonio, quando sono ancora delle bambine.

I matrimoni precoci e forzati sono illegali secondo il diritto internazionale e sono vietati in molti dei paesi che ne registrano un alto tasso, ma le leggi esistenti spesso non vengono applicate oppure forniscono eccezioni per il consenso dei genitori o per le pratiche tradizionali. Grazie alla pressione sinora esercitata da Amnesty International, che chiede al governo del Burkina Faso di far rispettare la legge e proteggere le ragazze e le giovani donne, nel dicembre 2015 il ministero delle politiche e della solidarietà sociale del Burkina Faso ha adottato una strategia nazionale (2016-2025) e un piano d'azione triennale (2016-2018) per prevenire ed eliminare il matrimonio precoce e forzato nel paese.

É un passo positivo accolto con favore. Ma c'è ancora molto da fare. Per questo Amnesty International continua a raccogliere firme in favore di Maria (nome di fantasia) che a 13 anni è stata costretta a sposare un uomo di 70 che aveva già cinque mogli e delle altre spose bambine in Burkina Faso invitando tutti a partecipare con un'azione specifica: dall'8 marzo al 15 aprile produrre quanti più origami possibile a forma di fiore che saranno consegnati all'Ambasciata del Burkina Faso in Italia. Il fiore di carta intende rappresentare il simbolo dell'infanzia negata alle bambine del Burkina Faso.

Le persone che parteciperanno regaleranno così un fiore per esprimere la propria solidarietà a tutte quelle bambine che in Burkina Faso vedono i propri diritti negati. La grafica della parte interna del fiore richiamerà i tessuti tradizionali del Burkina Faso, sulla parte esterna, gialla, sarà possibile scrivere il proprio nome accanto a un messaggio. Per partecipare e seguire la campagna sui social network si potrà usare l'hashtag #maipiùsposebambine.

Per informazioni sull'azione: http://www.amnesty.it/burkina.

In occasione dell'8 marzo, saranno ospiti di Amnesty International Italia dal Burkina Faso: Hortence Lougué, attivista per i diritti delle donne in Burkina Faso, dell'Association d'appui et d'eveil (PUGSADA) che conduce progetti per sostenere l'istruzione delle ragazze che affrontano il matrimonio precoce e forzato, anche in giovanissima età, e lotta contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili e Kiswendsida Noelie Kouragio, coordinatrice nazionale dell'attivismo giovanile per Amnesty International Burkina Faso. Le attiviste porteranno la loro testimonianza alla conferenza "Rinunciare all'infanzia troppo presto: i matrimoni precoci e forzati, una violazione dei diritti umani" che si terrà venerdì 4 marzo alle 10.30 presso la Camera dei Deputati, Nuova Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari (Roma, Via di Campo Marzio, 78). L'ingresso è libero, ma l'accredito è obbligatorio: entro le ore 18 del 2 marzo scrivere a relazioni.istituzionali@amnesty.it (per gli uomini è obbligatoria la giacca). Il pomeriggio, alle 18.30, presso la sede di Amnesty International Italia, è previsto un altro incontro con le due attiviste.

Sempre a Roma, Amnesty International Italia e Università Roma Tre dedicano le giornate del 1° e 8 marzo alla campagna "Mai più spose bambine". Martedì 1° marzo, con un seminario di approfondimento di Anna Lisa Tota (Università Roma Tre), Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia) e l'autrice e attrice Isabel Russinova presso il DAMS dell'Università Roma Tre e alle 20.30 con l'anteprima nazionale dello spettacolo "Safa e la sposa bambina", di e con Isabel Russinova, per la regia di Rodolfo Martinelli Carraresi presso il Teatro Palladium (piazza Bartolomeo Romano, 8). Martedì 8 marzo, sempre al Teatro Palladium con la proiezione del film "La sposa bambina", di Khadija al-Salami (Yemen, 2014) di prossima uscita in Italia. Interverranno Aldo Ciolfi (Barter Entertainment) e Riccardo Noury (Amnesty International Italia). Il biglietto d'ingresso per gli spettacoli del Palladium è di 5,00 euro.

Dall'8 al 13 marzo è prevista inoltre un'intensa mobilitazione da parte dei gruppi locali di Amnesty International in tutto il territorio nazionale, tra cui ad Assisi, Bergamo, Bologna, Forlì, Perugia, Roma, Rovereto, Torino (dove l'8 marzo la scenografia sarà assicurata da palloncini colorati davanti alla Mole Antonelliana in via Montebello dalle 17.30) e a Verona, dove martedì 8 marzo dalle 16.45 presso la Società Letteraria (Piazzetta Scalette Rubiani, 1) si terrà un incontro pubblico presentato dalla giornalista Alessandra Galetto, alla presenza di Daniela Turci (Fidapa), Annunziata Marinari (Amnesty International Italia) ed Elena Migliavacca (Centro Interculturale delle Donne Casa di Ramia del Comune di Verona) che introdurrà le testimonianze di Sadaf Sima, afghana, e di Ratna Sarkar, mediatrice culturale indiana.


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