Per l’Italia partecipano l’ università di Pisa e M.B. Vision.
GreenReport - L’obiettivo del progetto europeo Hypstair è quello di «Creare una nuova generazione di velivoli per l’aviazione leggera a propulsione ibrida per unire i vantaggi delle basse emissioni inquinanti e del ridotto consumo di carburante con una notevole riduzioni dei costi di trasporto».
Progetto partecipano l’università di Pisa, l’azienda toscana MB Vision, la Siemens, l’università slovena di Maribor e il costruttore di velivoli sloveno Pipistrel, capofila del progetto.
Hypstair è finanziato dal 7° Programma Quadro dell’Ue e si concluderà ad agosto 2016ma già nelle scorse settimane il propulsore ibrido elettrico è stato sottoposto con successo ai primi test a terra e Aldo Frediani del dipartimento di ingegneria civile e industriale dell’università di Pisa, spiega che «Il propulsore da 200 kW sviluppato durante il progetto ha la stessa potenza di un tipico motore a pistoni per velivoli, ma in questo caso l’elica è azionata da un motore elettrico, che viene alimentato o da una batteria che può essere ricaricata in volo o da un generatore elettrico a combustibile».
All’ateneo piasano sottolineano he «In poco meno di tre anni di lavoro i ricercatori impegnati nel progetto Hypstair hanno progettato i diversi componenti del propulsore ibrido, quali il gruppo generatore, il motore, l’inverter, l’elettronica di controllo, nonché un’elica specifica per questo tipo di applicazione. I componenti sono stati dimensionati e studiati considerando sia le prestazioni richieste, che le norme di sicurezza. Uno degli obiettivi è infatti dare indicazioni utili per stabilire regole in questo senso, in modo da aprire la strada per l’introduzione di queste tecnologie sul mercato, dato che attualmente non esistono norme di sicurezza per i sistemi di propulsione ibrida in aviazione».
Frediani conclude: «Come Università di Pisa abbiamo studiato la meccanica del volo realizzando un’interfaccia per restituire tutti i dati ai piloti e sviluppato poi un simulatore di volo e a questo proposito voglio ricordare la proficua collaborazione con MB Vision che ci ha permesso di progettare la nuova strumentazione della cabina di pilotaggio mentre per il simulatore ci siamo avvalsi del prezioso contributo della società Pitom di Pisa».
Progetto partecipano l’università di Pisa, l’azienda toscana MB Vision, la Siemens, l’università slovena di Maribor e il costruttore di velivoli sloveno Pipistrel, capofila del progetto.
Hypstair è finanziato dal 7° Programma Quadro dell’Ue e si concluderà ad agosto 2016ma già nelle scorse settimane il propulsore ibrido elettrico è stato sottoposto con successo ai primi test a terra e Aldo Frediani del dipartimento di ingegneria civile e industriale dell’università di Pisa, spiega che «Il propulsore da 200 kW sviluppato durante il progetto ha la stessa potenza di un tipico motore a pistoni per velivoli, ma in questo caso l’elica è azionata da un motore elettrico, che viene alimentato o da una batteria che può essere ricaricata in volo o da un generatore elettrico a combustibile».
All’ateneo piasano sottolineano he «In poco meno di tre anni di lavoro i ricercatori impegnati nel progetto Hypstair hanno progettato i diversi componenti del propulsore ibrido, quali il gruppo generatore, il motore, l’inverter, l’elettronica di controllo, nonché un’elica specifica per questo tipo di applicazione. I componenti sono stati dimensionati e studiati considerando sia le prestazioni richieste, che le norme di sicurezza. Uno degli obiettivi è infatti dare indicazioni utili per stabilire regole in questo senso, in modo da aprire la strada per l’introduzione di queste tecnologie sul mercato, dato che attualmente non esistono norme di sicurezza per i sistemi di propulsione ibrida in aviazione».
Frediani conclude: «Come Università di Pisa abbiamo studiato la meccanica del volo realizzando un’interfaccia per restituire tutti i dati ai piloti e sviluppato poi un simulatore di volo e a questo proposito voglio ricordare la proficua collaborazione con MB Vision che ci ha permesso di progettare la nuova strumentazione della cabina di pilotaggio mentre per il simulatore ci siamo avvalsi del prezioso contributo della società Pitom di Pisa».
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