Un altro tassello nell'immenso puzzle dell'esplorazione astronomica è stato aggiunto dal telescopio spaziale Hubble il quale, ormai in servizio da oltre 25 anni, ha individuato la galassia più distante mai osservata finora.
HD blog - Denominata GN-Z11, secondo gli scienziati si è formata appena 400 milioni di anni dopo il Big Bang, e data l'enorme distanza che ci separa da essa, ciò che Hubble ha immortalato grazie alla sua "wide field camera 3", è come la galassia si presentava circa 13,3 miliardi di anni fa.
"Abbiamo fatto un grande salto nel passato, più di quanto credevamo fosse possibile fare con Hubble. Siamo stati in grado di guardare indietro nel tempo e studiare una galassia formatasi quando l'universo aveva soltanto il 3% dell'età che ha oggi" dichiara Pascal Oesch, astronomo presso Yale University, dopo il comunicato ufficiale firmato Hubble European Space Agency.
Mentre calcolare l'effettiva distanza è praticamente impossibile a causa dell'espansione dell'universo avvenuta in 13,3 miliardi di anni, identificare l'età di un oggetto cosmico così lontano è una sfida estremamente complicata, ma non impossibile; gli scienziati per quantificare il tempo impiegato dalla luce per giungere fino a noi hanno osservato il fenomeno noto come red-shift (o spostamento verso il rosso), ovvero l'abbassamento della frequenza della luce causata dall'espansione dell'universo stesso.
La galassia più lontana conosciuta finora era EGSY8p7 con un redshift pari a 8.68, mentre GN-Z11 ha fatto registrare il nuovo record di 11.1.
25 volte più piccola e con una massa stellare di appena l'1% di quella della Via Lattea, GN-Z11 ha un tasso di nascita di nuove stelle 20 volte superiore e questo la rende estremamente brillante, consentendone l'osservazione da parte di Hubble.
"La scoperta di GN-Z11 ci dimostra come la nostra conoscenza delle prime fasi di vita dell'universo siano assai limitate" afferma Ivo Labbe, co-autore del documento e scienziato presso l'Università di Leiden; "Il modo in cui la galassia si sia formata rimane per ora un mistero, ma possiamo ipotizzare che si tratti della prima generazione di stelle ad essersi formate intorno ad un buco nero".
Un'analisi più approfondita sarà possibile soltanto nel 2018 grazie al nuovo telescopio James Webb JWST, realizzato dalla NASA in collaborazione con l'ESA (Agenzia Spaziale Europea) e CSA (Agenzia Spaziale Canadese); esso avrà a disposizione uno specchio di ben 5.4 metri di diametro contro i 2.4 di quello di Hubble, oltre i migliori strumenti di osservazione soprattutto per quanto riguarda le frequenze dell'infrarosso, consentendogli di far luce sulle fasi ancora più iniziali della nascita del nostro universo.
"Abbiamo fatto un grande salto nel passato, più di quanto credevamo fosse possibile fare con Hubble. Siamo stati in grado di guardare indietro nel tempo e studiare una galassia formatasi quando l'universo aveva soltanto il 3% dell'età che ha oggi" dichiara Pascal Oesch, astronomo presso Yale University, dopo il comunicato ufficiale firmato Hubble European Space Agency.
Mentre calcolare l'effettiva distanza è praticamente impossibile a causa dell'espansione dell'universo avvenuta in 13,3 miliardi di anni, identificare l'età di un oggetto cosmico così lontano è una sfida estremamente complicata, ma non impossibile; gli scienziati per quantificare il tempo impiegato dalla luce per giungere fino a noi hanno osservato il fenomeno noto come red-shift (o spostamento verso il rosso), ovvero l'abbassamento della frequenza della luce causata dall'espansione dell'universo stesso.
La galassia più lontana conosciuta finora era EGSY8p7 con un redshift pari a 8.68, mentre GN-Z11 ha fatto registrare il nuovo record di 11.1.
25 volte più piccola e con una massa stellare di appena l'1% di quella della Via Lattea, GN-Z11 ha un tasso di nascita di nuove stelle 20 volte superiore e questo la rende estremamente brillante, consentendone l'osservazione da parte di Hubble.
"La scoperta di GN-Z11 ci dimostra come la nostra conoscenza delle prime fasi di vita dell'universo siano assai limitate" afferma Ivo Labbe, co-autore del documento e scienziato presso l'Università di Leiden; "Il modo in cui la galassia si sia formata rimane per ora un mistero, ma possiamo ipotizzare che si tratti della prima generazione di stelle ad essersi formate intorno ad un buco nero".
Un'analisi più approfondita sarà possibile soltanto nel 2018 grazie al nuovo telescopio James Webb JWST, realizzato dalla NASA in collaborazione con l'ESA (Agenzia Spaziale Europea) e CSA (Agenzia Spaziale Canadese); esso avrà a disposizione uno specchio di ben 5.4 metri di diametro contro i 2.4 di quello di Hubble, oltre i migliori strumenti di osservazione soprattutto per quanto riguarda le frequenze dell'infrarosso, consentendogli di far luce sulle fasi ancora più iniziali della nascita del nostro universo.
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