Una Via Crucis blindata per ripercorrere le tappe del calvario di Cristo. Controlli serrati a turisti e pellegrini. Il Papa chiede più misericordia contro l'indifferenza di chi detiene il potere.
di Dario Cataldo
Il punto estremo della sofferenza cristiana, si condensa con la rappresentazione del Venerdì Santo, il giorno del lutto, della morte. Gesù Cristo attraverso lo scandalo della Croce, mostra al mondo la via della salvezza, una via non facile ma neanche impossibile. Alla sua sequela, l'uomo può sperare. Dal Colosseo, Papa Francesco inaugura la celebrazione in un clima teso per via degli accadimenti di Bruxelles. L'allerta è massima e impone massicci controlli ai presenti, che con religioso silenzio partecipano numerosi.
Il Pontefice ricorda che: “il Crocifisso è strumento di morte e di resurrezione. Patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria". In una lunga preghiera che alterna la visione della Croce in nefasti drammi umani così come nella bontà tipica del buon samaritano, il Successore di Pietro condanna chi preferisce le tenebre alla luce.
Duro attacco a chi è colpevole della disperazione “nei volti dei bambini e delle persone che fuggono dalle guerre e dalle violenze per via di tanti Pilati che si lavano le mani”.
Duro attacco ai “ministri che spogliano gli adolescenti della innocente dignità”. Ai fondamentalismi che giustificano le stragi in nome di un Dio privato.
Ai laicismi estremi che cercano di estirpare il messaggio evangelico dalla vita quotidiana e collettiva. Ai traditori che per “trenta denari” consegnano il prossimo sofferente. Agli “stolti che costruiscono templi per conservare tesori che non esistono” a discapito dei più deboli, dei poveri e dei più bisognosi. Un ricordo particolare al Mediterraneo e all'Egeo, divenuti un insaziabile cimitero frutto della fornace della guerra.
La Via Crucis dal simbolico monumento capitolino, richiama alla memoria il dolore ma anche la speranza; la morte ma anche la rinascita, la resurrezione a vita nuova. Con ancora negli occhi le vittime dell'efferatezza umana, il Vicario di Cristo esorta alla misericordia.
Su esplicita richiesta del Santo Padre, i testi delle meditazioni di quest'anno sono stati preparati dall'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, cardinale Gualtiero Bassetti, sul tema "Dio è misericordia".
Lungo la contemplazione delle 14 stazioni, l'ascoltatore si rispecchia e si identifica. Ad ogni caduta di Cristo, sperimenta la caduta dell'uomo, nel baratro delle sue iniquità. Dopo però, Gesù si rialza e continua il suo cammino, dando l'esempio per eccellenza.
Il chiaro messaggio da un luogo in cui in passato sono state commesse le più atroci oscenità è l'emblema dell'amore che vince l'odio, del bene che sconfigge il male.
Ancora una volta, Papa Francesco punta il dito su chi antepone il proprio benessere a quello comune, disarmando per la lucida correttezza di cronaca e la lungimiranza espressiva.
di Dario Cataldo
Il punto estremo della sofferenza cristiana, si condensa con la rappresentazione del Venerdì Santo, il giorno del lutto, della morte. Gesù Cristo attraverso lo scandalo della Croce, mostra al mondo la via della salvezza, una via non facile ma neanche impossibile. Alla sua sequela, l'uomo può sperare. Dal Colosseo, Papa Francesco inaugura la celebrazione in un clima teso per via degli accadimenti di Bruxelles. L'allerta è massima e impone massicci controlli ai presenti, che con religioso silenzio partecipano numerosi.
Il Pontefice ricorda che: “il Crocifisso è strumento di morte e di resurrezione. Patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria". In una lunga preghiera che alterna la visione della Croce in nefasti drammi umani così come nella bontà tipica del buon samaritano, il Successore di Pietro condanna chi preferisce le tenebre alla luce.
Duro attacco a chi è colpevole della disperazione “nei volti dei bambini e delle persone che fuggono dalle guerre e dalle violenze per via di tanti Pilati che si lavano le mani”.
Duro attacco ai “ministri che spogliano gli adolescenti della innocente dignità”. Ai fondamentalismi che giustificano le stragi in nome di un Dio privato.
Ai laicismi estremi che cercano di estirpare il messaggio evangelico dalla vita quotidiana e collettiva. Ai traditori che per “trenta denari” consegnano il prossimo sofferente. Agli “stolti che costruiscono templi per conservare tesori che non esistono” a discapito dei più deboli, dei poveri e dei più bisognosi. Un ricordo particolare al Mediterraneo e all'Egeo, divenuti un insaziabile cimitero frutto della fornace della guerra.
La Via Crucis dal simbolico monumento capitolino, richiama alla memoria il dolore ma anche la speranza; la morte ma anche la rinascita, la resurrezione a vita nuova. Con ancora negli occhi le vittime dell'efferatezza umana, il Vicario di Cristo esorta alla misericordia.
Su esplicita richiesta del Santo Padre, i testi delle meditazioni di quest'anno sono stati preparati dall'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, cardinale Gualtiero Bassetti, sul tema "Dio è misericordia".
Lungo la contemplazione delle 14 stazioni, l'ascoltatore si rispecchia e si identifica. Ad ogni caduta di Cristo, sperimenta la caduta dell'uomo, nel baratro delle sue iniquità. Dopo però, Gesù si rialza e continua il suo cammino, dando l'esempio per eccellenza.
Il chiaro messaggio da un luogo in cui in passato sono state commesse le più atroci oscenità è l'emblema dell'amore che vince l'odio, del bene che sconfigge il male.
Ancora una volta, Papa Francesco punta il dito su chi antepone il proprio benessere a quello comune, disarmando per la lucida correttezza di cronaca e la lungimiranza espressiva.
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