Ryad
si sta rivelando un elemento destabilizzante per
tutto il medioriente. Gli USA, preoccupati per la crescente egemonia
saudita, provano a ridimensionare la ormai scomoda alleanza con una lenta
apertura a Teheran. Ma questo processo potrebbe essere accellerato: il
Congresso pare voglia desecretare i documenti che provano responsabilità saudite con gli attentati
dell'11 settembre.
di Patrizio Ricci
Il New York Times rivela che al Congresso USA è in iter di approvazione una Legge che rimuoverebbe certe immunità ''contenute in una legge del 1976 che dà alle nazioni straniere una certa immunità da azioni legali nei tribunali americani''.
Se il provvedimento legislativo passasse, consentirebbe di rendere pubblici i risultati di un'inchiesta del Congresso del 2002 sugli attacchi terroristici dell'11 settembre contenute nelle 28 pagine del rapporto.
Cosa vuol dire? Vuol dire che ci sono prove ''che funzionari sauditi che vivevano al momento negli Stati Uniti hanno avuto un ruolo nella trama terroristica''.
Il provvedimento procede lungo il suo iter e sta ricevendo consensi bipartisan. L'autore dell'articolo del NYT ne è meravigliato: ''Il disegno di legge è un'anomalia in un Congresso fratturato da un'amara partigianeria, soprattutto durante l'anno di campagna elettorale. - e precisa - E' stato sponsorizzato dal senatore John Cornyn, repubblicano del Texas, e dal senatore Chuck Schumer, democratico di New York. Ha il sostegno di una coalizione di senatori liberali e conservatori, tra cui Al Franken, democratico del Minnesota, e Ted Cruz, repubblicano del Texas. E' passato attraverso la Commissione Giustizia nel mese di gennaio, senza dissenso''.
Ryad è preoccupata. Ha fatto sapere che se quei documenti saranno resi pubblici, metterà in atto ritorsioni: ''il ministro degli esteri saudita Adel al-Jubeir, il mese scorso, ha consegnato un messaggio del Regno durante il suo viaggio a Washington, dicendo ai legislatori che l'Arabia Saudita sarebbe costretta a vendere fino a $ 750 miliardi di dollari in titoli di stato e altre attività esistenti negli Stati Uniti prima che potrà diventare reale il pericolo che essi siano congelati da parte dei tribunali americani''.
A fronte di queste minacce gli americani si rivolgono interrogativamente verso la Casa Bianca. L'articolo "Saudi Arabia Warns of Economic Fallout if Congress Passes 9/11 Bill" di Mark Mazzetti, riporta che i cittadini sono sconcertati che su un argomento così delicato ed importante, l'amministrazione (Obama), non solo da ora ma da tempo, cerchi in tutti i modi di non far luce sulle implicazioni saudite connesse con i fatti dell'11/9. ''La presidenza , sostiene che la normativa (in corso di dibattimento per l'approvazione) metterebbe a rischio gli interessi americani all'estero, e per questo si è battuta così strenuamente contro il disegno di Legge che alcuni legislatori e le famiglie delle vittime dell'11 settembre sono infuriate''. In sostanza - dice il NYT - ''il presidente Obama ed il suo entourage non vuole che sia resa pubblica la verità sull'11/9 perché metterebbe in pericolo l'alleanza con il Regno''.
Invero, le varie presidenze USA che si sono succedute dal settembre 2001 in poi, hanno sempre ostacolato gli sforzi di chiunque abbia cercato di far luce sul ruolo che i reali sauditi hanno avuto nel complotto terroristico del 2001: ''L'amministrazione Obama ha fatto pressioni Congresso per bloccare il passaggio del disegno di legge che permetterebbe al governo saudita di essere ritenuto responsabile nei tribunali americani per qualsiasi ruolo avuto negli attacchi dell' 11 Set 2001''.
Le minacce saudite sono così prese sul serio dagli Stati Uniti che cominciano a farsi i conti in tasca per le conseguenze che dovrebbero sopportare: "secondo i funzionari amministrativi e collaboratori del Congresso di entrambi i partiti, e le minacce saudite sono state oggetto di intense discussioni nelle ultime settimane tra i legislatori e funzionari del Dipartimento di Stato e il Pentagono. I funzionari hanno avvertito i senatori di ricaduta diplomatica ed economica in casi di approvazione della normativa''.
Ciononostante: "diversi economisti esterni sono scettici sul fatto che i sauditi metteranno in opera le minacce, perchè tale svendita sarebbe difficile da essere assorbita e finirebbe per paralizzare l'economia del regno. Ma la minaccia è un altro segno delle tensioni crescenti tra l'Arabia Saudita e gli Stati Uniti''.
Oggi il presidente Obama è a Riyadh per una visita di Stato. Incontrerà re Salman e la maggior parte della dirigenza saudita. Non sappiamo se durante i colloqui sarà dato uno spazio a questo tema scottante. Vedremo come andrà a finire, se questa vicenda sarà in grado di riequilibrare la polica estera degli USA secondo principi di trasparenza e coerenza con i principi continuamente richiamati (agli altri).
Il New York Times rivela che al Congresso USA è in iter di approvazione una Legge che rimuoverebbe certe immunità ''contenute in una legge del 1976 che dà alle nazioni straniere una certa immunità da azioni legali nei tribunali americani''.
Se il provvedimento legislativo passasse, consentirebbe di rendere pubblici i risultati di un'inchiesta del Congresso del 2002 sugli attacchi terroristici dell'11 settembre contenute nelle 28 pagine del rapporto.
Cosa vuol dire? Vuol dire che ci sono prove ''che funzionari sauditi che vivevano al momento negli Stati Uniti hanno avuto un ruolo nella trama terroristica''.
Il provvedimento procede lungo il suo iter e sta ricevendo consensi bipartisan. L'autore dell'articolo del NYT ne è meravigliato: ''Il disegno di legge è un'anomalia in un Congresso fratturato da un'amara partigianeria, soprattutto durante l'anno di campagna elettorale. - e precisa - E' stato sponsorizzato dal senatore John Cornyn, repubblicano del Texas, e dal senatore Chuck Schumer, democratico di New York. Ha il sostegno di una coalizione di senatori liberali e conservatori, tra cui Al Franken, democratico del Minnesota, e Ted Cruz, repubblicano del Texas. E' passato attraverso la Commissione Giustizia nel mese di gennaio, senza dissenso''.
Ryad è preoccupata. Ha fatto sapere che se quei documenti saranno resi pubblici, metterà in atto ritorsioni: ''il ministro degli esteri saudita Adel al-Jubeir, il mese scorso, ha consegnato un messaggio del Regno durante il suo viaggio a Washington, dicendo ai legislatori che l'Arabia Saudita sarebbe costretta a vendere fino a $ 750 miliardi di dollari in titoli di stato e altre attività esistenti negli Stati Uniti prima che potrà diventare reale il pericolo che essi siano congelati da parte dei tribunali americani''.
A fronte di queste minacce gli americani si rivolgono interrogativamente verso la Casa Bianca. L'articolo "Saudi Arabia Warns of Economic Fallout if Congress Passes 9/11 Bill" di Mark Mazzetti, riporta che i cittadini sono sconcertati che su un argomento così delicato ed importante, l'amministrazione (Obama), non solo da ora ma da tempo, cerchi in tutti i modi di non far luce sulle implicazioni saudite connesse con i fatti dell'11/9. ''La presidenza , sostiene che la normativa (in corso di dibattimento per l'approvazione) metterebbe a rischio gli interessi americani all'estero, e per questo si è battuta così strenuamente contro il disegno di Legge che alcuni legislatori e le famiglie delle vittime dell'11 settembre sono infuriate''. In sostanza - dice il NYT - ''il presidente Obama ed il suo entourage non vuole che sia resa pubblica la verità sull'11/9 perché metterebbe in pericolo l'alleanza con il Regno''.
Invero, le varie presidenze USA che si sono succedute dal settembre 2001 in poi, hanno sempre ostacolato gli sforzi di chiunque abbia cercato di far luce sul ruolo che i reali sauditi hanno avuto nel complotto terroristico del 2001: ''L'amministrazione Obama ha fatto pressioni Congresso per bloccare il passaggio del disegno di legge che permetterebbe al governo saudita di essere ritenuto responsabile nei tribunali americani per qualsiasi ruolo avuto negli attacchi dell' 11 Set 2001''.
Le minacce saudite sono così prese sul serio dagli Stati Uniti che cominciano a farsi i conti in tasca per le conseguenze che dovrebbero sopportare: "secondo i funzionari amministrativi e collaboratori del Congresso di entrambi i partiti, e le minacce saudite sono state oggetto di intense discussioni nelle ultime settimane tra i legislatori e funzionari del Dipartimento di Stato e il Pentagono. I funzionari hanno avvertito i senatori di ricaduta diplomatica ed economica in casi di approvazione della normativa''.
Ciononostante: "diversi economisti esterni sono scettici sul fatto che i sauditi metteranno in opera le minacce, perchè tale svendita sarebbe difficile da essere assorbita e finirebbe per paralizzare l'economia del regno. Ma la minaccia è un altro segno delle tensioni crescenti tra l'Arabia Saudita e gli Stati Uniti''.
Oggi il presidente Obama è a Riyadh per una visita di Stato. Incontrerà re Salman e la maggior parte della dirigenza saudita. Non sappiamo se durante i colloqui sarà dato uno spazio a questo tema scottante. Vedremo come andrà a finire, se questa vicenda sarà in grado di riequilibrare la polica estera degli USA secondo principi di trasparenza e coerenza con i principi continuamente richiamati (agli altri).
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