Secondo la corte Breivik, autore della strage di Utoya nel 2011, starebbe subendo "trattamenti inumani e degradanti" in quanto mantenuto in isolamento totale da circa 5 anni.
Il tribunale di Oslo ha stabilito che nel periodo di detenzione fino ad ora scontato, Anders Behring Breivik - l'autore della strage di Utoya nel 2011 - ha subito una violazione dei diritti umani. Breivik aveva fatto causa allo Stato norvegese nel marzo scorso, denunciando "condizioni di detenzione inumane".
La corte, presieduta dalla giudice Helen Andenaes Sekulic, "è giunta alla conclusione che il regime carcerario implica un trattamento inumano del detenuto". Il tribunale ha quindi deliberato che le autorità dovranno al terrorista un indennizzo di 330mila corone norvegesi, circa 35mila euro, per i cinque anni trascorsi in stretto isolamento in violazione dell'Articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani.
Il giudice ha tuttavia stabilito che il diritto di Breivik alla corrispondenza non è stato violato e che in questo caso è stata garantita l'applicazione dell'Articolo 8 della stessa Convenzione. Il 37enne estremista aveva chiesto, infine, la revoca delle restrizioni sulle sue comunicazioni con l'esterno. Richiesta respinta per motivi di sicurezza data "estrema pericolosità" di Breivik e per prevenire attacchi di qualche suo sostenitore.
Si tratta di una sentenza che senza dubbio farà discutere, nella quale la corte ha richiamato i principi dello Stato di diritto, i cui valori sono validi anche per i nemici che lo vogliono distruggere.
Il 22 Luglio 2011, Brievik, armato ed in uniforme paramilitare, fu artefice dell'atto più violento mai avvenuto in Norvegia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Prima fece saltare in aria il palazzo ospitante l'ufficio del Primo Ministro con cariche esplosive, uccidendo 8 persone e ferendone 209. Dopodiché raggiunse l'isola di Utoya, dove era in corso la festa estiva della gioventù del partito laburista, spacciandosi per poliziotto. Radunò tutti nello spiazzo centrale e cominciò a sterminare ragazze e ragazzi, sparando all'impazzata col fucile a pompa e una pistola, usata per dare il colpo di grazia alla nuca ai feriti.
Solo allora, col cellulare chiamò la polizia: "Sono il comandante Breivik, la mia missione contro il veleno della società multiculturale è compiuta, mi arrendo, venitemi a prendere". 69 giovani erano a terra assassinati.
Nell'estate 2012 Breivik fu condannato a 23 anni di reclusione, con possibile prolungamento della pena se sarà giudicato particolarmente pericoloso. Da allora è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Skien, a due ore da Oslo.
Il tribunale di Oslo ha stabilito che nel periodo di detenzione fino ad ora scontato, Anders Behring Breivik - l'autore della strage di Utoya nel 2011 - ha subito una violazione dei diritti umani. Breivik aveva fatto causa allo Stato norvegese nel marzo scorso, denunciando "condizioni di detenzione inumane".
La corte, presieduta dalla giudice Helen Andenaes Sekulic, "è giunta alla conclusione che il regime carcerario implica un trattamento inumano del detenuto". Il tribunale ha quindi deliberato che le autorità dovranno al terrorista un indennizzo di 330mila corone norvegesi, circa 35mila euro, per i cinque anni trascorsi in stretto isolamento in violazione dell'Articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani.
Il giudice ha tuttavia stabilito che il diritto di Breivik alla corrispondenza non è stato violato e che in questo caso è stata garantita l'applicazione dell'Articolo 8 della stessa Convenzione. Il 37enne estremista aveva chiesto, infine, la revoca delle restrizioni sulle sue comunicazioni con l'esterno. Richiesta respinta per motivi di sicurezza data "estrema pericolosità" di Breivik e per prevenire attacchi di qualche suo sostenitore.
Si tratta di una sentenza che senza dubbio farà discutere, nella quale la corte ha richiamato i principi dello Stato di diritto, i cui valori sono validi anche per i nemici che lo vogliono distruggere.
Il 22 Luglio 2011, Brievik, armato ed in uniforme paramilitare, fu artefice dell'atto più violento mai avvenuto in Norvegia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Prima fece saltare in aria il palazzo ospitante l'ufficio del Primo Ministro con cariche esplosive, uccidendo 8 persone e ferendone 209. Dopodiché raggiunse l'isola di Utoya, dove era in corso la festa estiva della gioventù del partito laburista, spacciandosi per poliziotto. Radunò tutti nello spiazzo centrale e cominciò a sterminare ragazze e ragazzi, sparando all'impazzata col fucile a pompa e una pistola, usata per dare il colpo di grazia alla nuca ai feriti.
Solo allora, col cellulare chiamò la polizia: "Sono il comandante Breivik, la mia missione contro il veleno della società multiculturale è compiuta, mi arrendo, venitemi a prendere". 69 giovani erano a terra assassinati.
Nell'estate 2012 Breivik fu condannato a 23 anni di reclusione, con possibile prolungamento della pena se sarà giudicato particolarmente pericoloso. Da allora è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Skien, a due ore da Oslo.
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