In un videomessaggio per la presentazione a Roma del Rapporto annuale 2016 sulle condizioni dei rifugiati, redatto dal Centro Astalli, il Pontefice ha condannato l’indifferenza verso i migranti. Ognuno di loro “è carne di Cristo”.
Quando si parla di richiedenti asilo, sfollati e immigrati, denigrare il problema è una condizione più grave del problema stesso. La freddezza e la noncuranza con
la quale si affronta la questione è una componente che caratterizza la Società occidentale. È questo il sunto del discorso che Papa Francesco ha rilasciato al Centro Astalli.
Lodando l’Istituzione dei gesuiti che invece si spende e tanto per i soggetti più svantaggiati, il Santo Padre non cede nella lotta contro l’ostracismo “dell’altro”.
Cita il versetto del Vangelo di Matteo: “Ero forestiero e mi avete accolto”, Papa Bergoglio accende la riflessione su “un’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta”, per la quale se il prossimo chiede aiuto, chi possiede ricchezza chiude non la porta, il portone. L’appello che riecheggia dal videomessaggio è invece quello di aprire uno spiraglio alla speranza, affinché ognuno possa essere “un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l’incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità”.
L’accusa che il Successore di Pietro rivolge è chiara: “Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede. Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono. Siete la testimonianza – continua il Papa – di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti”.
Una risorsa, non una zavorra. Alla faccia di coloro che giudicano il Vicario di Cristo troppo progressista e poco conservatore, lui risponde con la veemenza del Vangelo, con la verità cristiana.
A chiusura, l’esortazione dei rappresentanti del Centro Astalli che sottolineano come l’istituzione “è esempio concreto e quotidiano di questa accoglienza nata dalla visione profetica del padre Pedro Arrupe”, ma anche dai tanti volontari che giornalmente si impegnano per una convivenza pacifica tra i popoli. A loro una esortazione per il sostegno ai meno fortunati: “Continuate a camminare con coraggio al loro fianco, accompagnateli e fatevi anche guidare da loro: i rifugiati conoscono le vie che portano alla pace perché conoscono l’odore acre della guerra”.
Quando si parla di richiedenti asilo, sfollati e immigrati, denigrare il problema è una condizione più grave del problema stesso. La freddezza e la noncuranza con
la quale si affronta la questione è una componente che caratterizza la Società occidentale. È questo il sunto del discorso che Papa Francesco ha rilasciato al Centro Astalli.
Lodando l’Istituzione dei gesuiti che invece si spende e tanto per i soggetti più svantaggiati, il Santo Padre non cede nella lotta contro l’ostracismo “dell’altro”.
Cita il versetto del Vangelo di Matteo: “Ero forestiero e mi avete accolto”, Papa Bergoglio accende la riflessione su “un’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta”, per la quale se il prossimo chiede aiuto, chi possiede ricchezza chiude non la porta, il portone. L’appello che riecheggia dal videomessaggio è invece quello di aprire uno spiraglio alla speranza, affinché ognuno possa essere “un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l’incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità”.
L’accusa che il Successore di Pietro rivolge è chiara: “Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede. Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono. Siete la testimonianza – continua il Papa – di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti”.
Una risorsa, non una zavorra. Alla faccia di coloro che giudicano il Vicario di Cristo troppo progressista e poco conservatore, lui risponde con la veemenza del Vangelo, con la verità cristiana.
A chiusura, l’esortazione dei rappresentanti del Centro Astalli che sottolineano come l’istituzione “è esempio concreto e quotidiano di questa accoglienza nata dalla visione profetica del padre Pedro Arrupe”, ma anche dai tanti volontari che giornalmente si impegnano per una convivenza pacifica tra i popoli. A loro una esortazione per il sostegno ai meno fortunati: “Continuate a camminare con coraggio al loro fianco, accompagnateli e fatevi anche guidare da loro: i rifugiati conoscono le vie che portano alla pace perché conoscono l’odore acre della guerra”.
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