venerdì, maggio 27, 2016
Nel corso delle manifestazioni, parte dei dimostranti, a volto coperto, ha deviato dal percorso seguito dal corteo, scagliando bottiglie contro le forze dell'ordine e danneggiando automobili. Intanto il premier Valls smentisce il ministro dell'economia su possibili modifiche.

Scontri manifestanti-polizia e nessun segno di cedimento dal Governo: la protesta in Francia continua ad oltranza. Clima sempre più caldo in diverse città per gli scioperi e le manifestazioni contro la riforma del lavoro varata del governo. Disordini e scontri a Parigi a margine della manifestazione. Dieci persone sono state arrestate dopo che una parte dei dimostranti, a volto coperto,si è staccato dal corteo, scagliando bottiglie contro gli agenti, infrangendo vetrine e danneggiando automobili.

Nel Sud della Francia, un automobilista ha ferito gravemente un militante della CGT forzando un blocco davanti alle raffinerie di Fos-sur-Mer. Danni anche nella città di Bordeaux, dove un centinaio di persone hanno preso di mira una stazione di polizia, gettando oggetti e rovinando una macchina. A Nantes, invece, sono state distrutte le vetrine di una banca. La polizia ha risposto con il lancio di gas lacrimogeni.

La protesta è salita di tono nel fine settimana: gli scioperi hanno colpito trasporti ferroviari, distribuzione di idrocarburi – sei delle otto raffinerie di petrolio sono state bloccate – e energia nucleare. Dai sindacati informano che la copertura elettrica minima per evitare il blackout sarà comunque garantita ma il rischio è quello di portare il Paese al collasso, interrompendo i rifornimenti. Una protesta che potrà contare anche sul richiamo internazionale degli ormai prossimi Europei di calcio, di cui la Francia sarà paese ospitante.

L'articolo 2 della nuova legge è il conclamato "pomo della discordia". Esso prevede, al momento, "primato dell'accordo aziendale in materia di orario di lavoro" sul contratto di categoria, invertendo la gerarchia precedente.

Aspetto sul quale il Governo, nella persona del Premier Valls, non intende indietreggiare: "è fuori questione cambiare il quadro", ma "si possono ancora apportare modifiche e migliorie". Affermazione parzialmente in controtendenza con quelle precedenti del ministro dell'Economia, Michel Sapin, che si era mostrato possibilista sul ritoccare l'articolo, pur escludendo di "rimetterne in causa il principio".


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