lunedì, maggio 09, 2016
Il primo cittadino: "Sono certo di aver agito bene". Un avviso di garanzia era già arrivato all'assessore al Bilancio. I 5 Stelle lo difendono e si preparano ai contraccolpi sulla campagna elettorale. Ma sarà fiducia a tempo.

di Lorenzo Carchini

E' una levata di scudi quella del Movimento Cinque Stelle in difesa del sindaco di Livorno Nogarin, colpito da avviso di garanzia legato all'inchiesta su AAMPS, l’azienda locale che si occupa dei rifiuti. Un nodo che i pentastellati – due anni dopo la vittoria – non sono riusciti a sciogliere finendo per cadere nelle liste di politici e amministratori indagati. La parola ora passa ai magistrati.

L'inchiesta. L’inchiesta su AAMPS coinvolge circa 15 persone, tra cui anche alcuni esponenti della giunta PD che a partire dal 2012 ha guidato la città. Tra gli altri sono indagati l’ex sindaco Alessandro Cosimi e due ex assessori, l’ex vicesindaco Bruno Picchi e l’ex assessore al Bilancio Valter Nebbiai.

Le accuse vanno dalla malversazione ai danni dello Stato (nel 2013 per l’utilizzo ritenuto indebito di finanziamenti rilasciati dalla Regione a Aamps) all'abuso d'ufficio connesso a false fatturazioni (1,6 milioni emesse da Aamps al Comune e pagate dal Comune stesso nel 2012). Le ipotesi di falso in bilancio per gli esercizi 2012, 2013 e 2014, approvato a fine 2015, e la bancarotta fraudolenta societaria (nell’arco temporale 2012-2014).

La società AAMPS era in crisi da molto tempo: solo il bilancio del 2014 venne chiuso con più di 20 milioni di euro di perdita, mentre la società accumulò un totale di 42 milioni di debiti. Un aspetto temporale non secondario e che avrebbe portato gli inquirenti a dividere il filone d'indagine in due parti; uno dedicato alla gestione del PD all'origine del buco nel bilancio, una seconda alla giunta del M5S, che si è trovata a gestire una società già in gravissime condizioni.

Per affrontare la situazione, a novembre del 2015 Nogarin decise di fare richiesta per far entrare la società in concordato preventivo. Una soluzione estrema e che portò alle proteste degli addetti alle pulizie urbane sfociate nella sospensione della raccolta di rifiuti.

In particolare, la Procura contesta al sindaco l’assunzione di 33 precari “storici”, avvenuta il 25 gennaio ben dopo aver deciso di portare i libri in tribunale, e l’approvazione del bilancio contro il parere dei revisori.

La difesa. Sono indagini, sottolinea Nogarin, "promosse da noi stessi, visto che siamo stati noi a portare i libri in tribunale chiedendo ai magistrati di passarle ai raggi X". Ieri sera a In onda ha poi aggiunto: "Ogni paragone tra me e il sindaco di Lodi non sta né in cielo né in terra. [...] E se dovesse essere dimostrato che ho prodotto un danno alla comunità, allora le mie dimissioni sarebbero sul tavolo. Ma sono certo che ciò non è accaduto, e questa vicenda ci farà crescere".

In alto gli scudi. La notizia dell'avviso di garanzia, per quanto prevedibile a detta del sindaco, è un bel colpo da qualunque parte lo si guardi. Il Movimento, però, sembra abbia fatto tesoro dell'inchiesta di Quarto, mettendo prontamente in piedi una strategia: rimanere a fianco del sindaco indagato, a meno che non escano altre notizie compromettenti.

E' lo stesso Grillo a scommettere sul sindaco, rivendicando l’azione politica. "Ti sosteniamo, siamo con te. Tieni duro, non ti lasciamo solo", sarebbero state le parole del leader pentastellato a Nogarin. E' questa la prima mossa che si registra, dopo che lo stesso sindaco si è detto pronto a dimettersi se "dalle indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del Movimento".

Anche il Direttorio si muove in direzione del sindaco. Di Maio, che all'uscita della notizia si trovava a Lodi per invocare le dimissioni del sindaco Pd finito in manette, ha detto: "Nei prossimi giorni accederemo agli atti. Vedremo se è un atto dovuto. Se invece ci sono delle condotte contrarie ai principi del Movimento 5 Stelle allora si dovrà dimettere perché non aspettiamo alcuna sentenza. Si dovrà dimettere e non lo dico io a lui, ma dovrà essere il sindaco a fare questo passo. Questa è la differenza sostanziale tra noi e il Pd".

Dunque, si tratta di una fiducia a tempo. Se dovesse cambiare qualcosa e uscire altri dettagli (intercettazioni, informative della Finanza o qualsiasi cosa capace di compromettere la posizione del sindaco) allora tutti in ritirata e Nogarin da solo. L'eccezione per cui il fatto sarebbe avvenuto "consapevolmente per salvare l’azienda e i lavoratori", infatti, non unirebbe tutti gli attivisti, mantenendo la possibilità delle dimissioni ben più realistica di quanto le dichiarazioni non lascino trasparire.

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