Il presidente del Senato Pietro Grasso ricorda Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio 1978.

Giorno da ricordare quello odierno. L'eccidio di Aldo Moro, la festa dell'Unione Europea e l'assassinio di Peppino Impastato. Una giornata ricca, che rievoca la Storia degli ultimi decenni, tinteggiata dal sangue versato da eroi spesso dimenticati. In merito al giovane Giornalista originario di Cinisi dichiara il Presidente del Senato: "100 passi, ognuno dei quali compiuto a testa alta. Grazie a chi, a partire da quei passi coraggiosi, ha continuato a camminare giorno dopo giorno ispirandosi al coraggio e all'impegno di Peppino Impastato".

Cento passi sono la distanza tra la casa Impastato e quella del boss Badalamenti, a Cinisi. Numero che ha dato anche il titolo a un film di Marco Tullio Giordana. La lotta alla Mafia e il coraggio dimostrato hanno fatto di Impastato un modello positivo che insieme ad un altro grande figlio della Sicilia, il Beato Padre Puglisi, segnano una netta divisione tra chi combatte le logiche criminali e chi invece scende a compromessi.

Le recenti cronache accendono le luci sulla figura di Pino Maniaci, il giornalista antimafia coinvolto in intercettazioni telefoniche alquanto sospette, trattate in un editoriale di qualche giorno dal direttore di Lpl News 24.

Peppino Impastato ha ricevuto tanti avvertimenti, tante intimidazioni da ambienti mafiosi legati al crimine locale. La madre Felicia, deceduta nel 2004, dopo la morte del figlio si è prodigata per fare arrestare i colpevoli, incarnando i sani valori di una terra troppo spesso denigrata.