Mercoledì prossimo sarà una giornata di preghiera dedicata alla pace. In particolare le intenzioni saranno rivolte ai bambini che si vedono oggi negate le più elementari speranze di avere un futuro migliore.
Radio Vaticana - Mercoledì prossimo le comunità cristiane della Siria pregheranno dunque per la pace. I protagonisti saranno i bambini. Su questa iniziativa, Amedeo Lomonaco ha intervistato il vescovo caldeo di Aleppo e presidente della Caritas siriana, mons. Antoine Audo:
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R. – E’ una cosa che mostra come i cristiani siano presenti e radicati in Siria e nella Chiesa e non lasciano una occasione senza difendere la causa della nostra presenza, del nostro futuro. Penso che i bambini siano il cuore di questo dramma siriano. E’ una cosa molto importante il futuro della cristianità e di tutte le Chiese. Questo gesto ecumenico, tutti insieme in questa giornata del primo giugno, è molto significativo per noi, per la Chiesa universale.
D. – A proposito di universalità, i bambini siriani invitano tutti i bambini del mondo a pregare con loro …
R. – Penso che il bambino rimanga la persona più debole nella società: tutte le violenze ricadono sui bimbi, non hanno di che difendersi in questa situazione di violenza. In questo senso, il cuore di Nostro Signore vede nei bambini la strada del Regno di Dio, la strada dell’umiltà, la strada che fa domande sul potere del mondo. Il bambino è una buona maniera di fare un appello per la pace e per la riconciliazione.
D. – Qual è la situazione dei bambini in Siria?
R. – I bambini della Siria soffrono molto. Più di due milioni sono senza scuola; li vedo nelle strade di Aleppo, mentre camminano senza scarpe, senza pane, senza possibilità di avere una dignità. Usano i bambini in tante maniere per umiliare, per fare denaro …
D. – Proprio i bambini, però, possono essere strumenti di pace: nei loro occhi in cui sono riflessi dolore, sofferenza c’è anche la speranza nel futuro, in un futuro di pace …
R. – Sì, anche la gente che pensa soltanto al potere e al denaro, vede la realtà dei bambini: ognuno di noi è stato bambino, ognuno di noi porta nel suo cuore la realtà di un bambino, una realtà di profonda felicità umana: si vede negli occhi, si vede nella storia. In questo senso è un tema spirituale-antropologico-umano molto profondo e spero che il Santo Padre ci aiuterà. Il Papa pone attenzione alle realtà umane dei più deboli, dei più semplici.
Radio Vaticana - Mercoledì prossimo le comunità cristiane della Siria pregheranno dunque per la pace. I protagonisti saranno i bambini. Su questa iniziativa, Amedeo Lomonaco ha intervistato il vescovo caldeo di Aleppo e presidente della Caritas siriana, mons. Antoine Audo:
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R. – E’ una cosa che mostra come i cristiani siano presenti e radicati in Siria e nella Chiesa e non lasciano una occasione senza difendere la causa della nostra presenza, del nostro futuro. Penso che i bambini siano il cuore di questo dramma siriano. E’ una cosa molto importante il futuro della cristianità e di tutte le Chiese. Questo gesto ecumenico, tutti insieme in questa giornata del primo giugno, è molto significativo per noi, per la Chiesa universale.
D. – A proposito di universalità, i bambini siriani invitano tutti i bambini del mondo a pregare con loro …
R. – Penso che il bambino rimanga la persona più debole nella società: tutte le violenze ricadono sui bimbi, non hanno di che difendersi in questa situazione di violenza. In questo senso, il cuore di Nostro Signore vede nei bambini la strada del Regno di Dio, la strada dell’umiltà, la strada che fa domande sul potere del mondo. Il bambino è una buona maniera di fare un appello per la pace e per la riconciliazione.
D. – Qual è la situazione dei bambini in Siria?
R. – I bambini della Siria soffrono molto. Più di due milioni sono senza scuola; li vedo nelle strade di Aleppo, mentre camminano senza scarpe, senza pane, senza possibilità di avere una dignità. Usano i bambini in tante maniere per umiliare, per fare denaro …
D. – Proprio i bambini, però, possono essere strumenti di pace: nei loro occhi in cui sono riflessi dolore, sofferenza c’è anche la speranza nel futuro, in un futuro di pace …
R. – Sì, anche la gente che pensa soltanto al potere e al denaro, vede la realtà dei bambini: ognuno di noi è stato bambino, ognuno di noi porta nel suo cuore la realtà di un bambino, una realtà di profonda felicità umana: si vede negli occhi, si vede nella storia. In questo senso è un tema spirituale-antropologico-umano molto profondo e spero che il Santo Padre ci aiuterà. Il Papa pone attenzione alle realtà umane dei più deboli, dei più semplici.
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