Una ricerca dimostra gli effetti sorprendenti dell’attività aerobica. SI aprono nuovi scenari nella neurobiologia.
di Paolo Antonio Magrì
Che la corsa facesse bene alla salute si sapeva già. Adesso arriva l’ulteriore conferma e una notizia in più: fa bene al cervello, blocca l'invecchiamento e stimola la produzione di nuove cellule staminali. Lo hanno dimostrato, per la prima volta, i ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma.
Il riscontro più interessante dello studio condotto dal team del Cnr è la constatazione di come l’esercizio fisico aerobico, oltre a dare l’alt al processo di invecchiamento, stimoli una massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell’ippocampo, aumentando le prestazioni mnemoniche e aprendo nuovi interessanti scenari nel campo della medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale.
"Questa ricerca ha scardinato un dogma della neurobiologia: finora si pensava che il declino della neurogenesi nell’età adulta fosse irreversibile", spiega Stefano Farioli-Vecchioli dell’Ibcn-Cnr, coordinatore dello studio pubblicato sulla rivista “Stem Cells”.
“In sostanza – aggiunge - la neurogenesi deficitaria riparte quando, in assenza di questo gene, si compie un’attività fisica che non solo inverte totalmente il processo di perdita di staminali ma scatena un’iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo".
"La scoperta - conclude - pone le basi per ulteriori ricerche mirate ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell’ippocampo e nella zona sub ventricolare. I risultati avranno implicazioni molto importanti per la prevenzione dell’invecchiamento e della perdita di memorie ippocampo-dipendenti".
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"Questa ricerca ha scardinato un dogma della neurobiologia: finora si pensava che il declino della neurogenesi nell’età adulta fosse irreversibile", spiega Stefano Farioli-Vecchioli dell’Ibcn-Cnr, coordinatore dello studio pubblicato sulla rivista “Stem Cells”.
“In sostanza – aggiunge - la neurogenesi deficitaria riparte quando, in assenza di questo gene, si compie un’attività fisica che non solo inverte totalmente il processo di perdita di staminali ma scatena un’iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo".
"La scoperta - conclude - pone le basi per ulteriori ricerche mirate ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell’ippocampo e nella zona sub ventricolare. I risultati avranno implicazioni molto importanti per la prevenzione dell’invecchiamento e della perdita di memorie ippocampo-dipendenti".
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