Si è svolta sabato 28 maggio presso il convento di san Francesco a Cortona, la conferenza del prof. Attilio Bartoli Langeli sul documento del processo verbale di assoluzione in articulo mortis di frate Elia da Cortona.
Si tratta del documento redatto dal notaio Benvenuto, su richiesta di frate Velasco dell’ordine dei frati minori al tempo di Papa Innocenzo IV, che ha raccolto cinque testimonianze per verificare i segni di pentimento di frate Elia. La pergamena conservata presso il Sacro Convento di Assisi, con molta probabilità una seconda stesura di una minuta preesistente, convinse il pontefice che convalidò l’assoluzione della scomunica di frate Elia.
L’evento era organizzato dall’associazione culturale Centro studi frate Elia da Cortona, nata nel dicembre del 2015 (programma) con l’intento di promuovere e valorizzare il patrimonio storico, spirituale e culturale del complesso monumentale della chiesa e del Convento di san Francesco, in particolar modo della figura e dell’opera di Elia da Cortona, sia nel contesto cortonese e regionale che italiano ed europeo. Per l’occasione il Centro studi frate Elia ha ottenuto l’autorizzazione a riprodurre in alta risoluzione il documento analizzato dal prof. Bartoli Langeli, prezioso strumento di studio.
“Nell’anno del Signore 1253, indizione XI, nel giorno 2 di maggio, al tempo di papa Innocenzo IV, il frate Velasco dell’ordine dei frati Minori, venuto a Cortona su mandato del papa affinché fosse aperto un processo riguardo l’assoluzione ricevuta da Elia – un tempo appartenente all’ordine dei frati Minori, che era morto in quei giorni nella cittadina soprannominata – e riguardo i suoi eventuali segni di pentimento, il giorno seguente, convocato l’arciprete di Cortona e tutti gli altri chierici affinché tramite essi potesse conoscere meglio la verità circa il sunnominato (frate Elia), lesse loro la lettera apostolica, e – ricevuto da ognuno di questi il giuramento – ne ottenne la testimonianza sotto tale forma.”
Con queste parole si apre il documento del notaio Benvenuto che riporta cinque testimonianze: quella di Bencio, arciprete di Cortona che raccolse le confessioni e i pentimenti di Elia e lo assolse dalla scomunica; il frate Diotifece sacerdote dell’ordine dei frati Minori che testimonia il pentimento di Elia in punto di morte e che tali espressioni di pentimento furono manifestate anche a frate Mansueto e frate Angelo nonché a Bongiovanni, inserviente di Elia. Don Bono, priore dell’abbazia di Cegliolo, testimonia il giuramento di Elia “d’ubbidire ai voleri del santo Padre assolutamente e in modo compiuto, senza interporre alcuna condizione” e di “eseguire i precetti della Chiesa d Roma e del santo Padre, oltre ciò (Elia si pentì) di quando andava con Federico – un tempo imperatore – e di quando aveva (Elia) aderito a lui (Federico).”
In particolare don Bono precisa che tale giuramento fu fatto alla presenza dello stesso priore e “dell’arciprete, nelle cui mani giurò, e davanti a Ugone il prete di san Cristoforo e Ventura, il prete della chiesa di Sant’Angelo, a Giunta, il prete di san Giorgio, a Nercone, il prete di san Silvestro e molti altri chierici e laici e tre pubblici notai che presero appunti per poter fare dopo gli atti pubblici.”
Seguono le testimonianze di Gianni Bonino, laico domestico e compagno di Elia e di Ugo, il prete di san Cristoforo, tutte volte a ribadire il pentimento di Elia e il suo ravvedimento nei confronti del santo Padre.
Il processo si svolse dal 2 al 5 maggio 1253 a Cortona, pochi giorni dalla morte di Elia. Nonostante l’assoluzione dalla scomunica possa far pensare ad una conclusione delle vicende di frate Elia, le domande sulla sua vita, tanto movimentata, restano tuttora aperte e meritano un approfondimento. Per questo e per proseguire nello studio il Centro studi frate Elia organizza una giornata di studio il 25 giugno prossimo, dal titolo “Frate Elia e l’ambiente storico e religioso cortonese del XIII secolo”.
Per informazioni e contatti:
Associazione culturale centro studi frate Elia da Cortona, Convento san Francesco, Cortona.
Tel. 0575603205.
P. Gabriel: gabrielmarius@hotmail.com
di Monica Cardarelli
Si tratta del documento redatto dal notaio Benvenuto, su richiesta di frate Velasco dell’ordine dei frati minori al tempo di Papa Innocenzo IV, che ha raccolto cinque testimonianze per verificare i segni di pentimento di frate Elia. La pergamena conservata presso il Sacro Convento di Assisi, con molta probabilità una seconda stesura di una minuta preesistente, convinse il pontefice che convalidò l’assoluzione della scomunica di frate Elia.
L’evento era organizzato dall’associazione culturale Centro studi frate Elia da Cortona, nata nel dicembre del 2015 (programma) con l’intento di promuovere e valorizzare il patrimonio storico, spirituale e culturale del complesso monumentale della chiesa e del Convento di san Francesco, in particolar modo della figura e dell’opera di Elia da Cortona, sia nel contesto cortonese e regionale che italiano ed europeo. Per l’occasione il Centro studi frate Elia ha ottenuto l’autorizzazione a riprodurre in alta risoluzione il documento analizzato dal prof. Bartoli Langeli, prezioso strumento di studio.
“Nell’anno del Signore 1253, indizione XI, nel giorno 2 di maggio, al tempo di papa Innocenzo IV, il frate Velasco dell’ordine dei frati Minori, venuto a Cortona su mandato del papa affinché fosse aperto un processo riguardo l’assoluzione ricevuta da Elia – un tempo appartenente all’ordine dei frati Minori, che era morto in quei giorni nella cittadina soprannominata – e riguardo i suoi eventuali segni di pentimento, il giorno seguente, convocato l’arciprete di Cortona e tutti gli altri chierici affinché tramite essi potesse conoscere meglio la verità circa il sunnominato (frate Elia), lesse loro la lettera apostolica, e – ricevuto da ognuno di questi il giuramento – ne ottenne la testimonianza sotto tale forma.”
Con queste parole si apre il documento del notaio Benvenuto che riporta cinque testimonianze: quella di Bencio, arciprete di Cortona che raccolse le confessioni e i pentimenti di Elia e lo assolse dalla scomunica; il frate Diotifece sacerdote dell’ordine dei frati Minori che testimonia il pentimento di Elia in punto di morte e che tali espressioni di pentimento furono manifestate anche a frate Mansueto e frate Angelo nonché a Bongiovanni, inserviente di Elia. Don Bono, priore dell’abbazia di Cegliolo, testimonia il giuramento di Elia “d’ubbidire ai voleri del santo Padre assolutamente e in modo compiuto, senza interporre alcuna condizione” e di “eseguire i precetti della Chiesa d Roma e del santo Padre, oltre ciò (Elia si pentì) di quando andava con Federico – un tempo imperatore – e di quando aveva (Elia) aderito a lui (Federico).”
In particolare don Bono precisa che tale giuramento fu fatto alla presenza dello stesso priore e “dell’arciprete, nelle cui mani giurò, e davanti a Ugone il prete di san Cristoforo e Ventura, il prete della chiesa di Sant’Angelo, a Giunta, il prete di san Giorgio, a Nercone, il prete di san Silvestro e molti altri chierici e laici e tre pubblici notai che presero appunti per poter fare dopo gli atti pubblici.”
Seguono le testimonianze di Gianni Bonino, laico domestico e compagno di Elia e di Ugo, il prete di san Cristoforo, tutte volte a ribadire il pentimento di Elia e il suo ravvedimento nei confronti del santo Padre.
Il processo si svolse dal 2 al 5 maggio 1253 a Cortona, pochi giorni dalla morte di Elia. Nonostante l’assoluzione dalla scomunica possa far pensare ad una conclusione delle vicende di frate Elia, le domande sulla sua vita, tanto movimentata, restano tuttora aperte e meritano un approfondimento. Per questo e per proseguire nello studio il Centro studi frate Elia organizza una giornata di studio il 25 giugno prossimo, dal titolo “Frate Elia e l’ambiente storico e religioso cortonese del XIII secolo”.
Per informazioni e contatti:
Associazione culturale centro studi frate Elia da Cortona, Convento san Francesco, Cortona.
Tel. 0575603205.
P. Gabriel: gabrielmarius@hotmail.com
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