martedì, giugno 21, 2016
Una inchiesta della procura su un giro di mazzette, che non ha alcun legame con la maxi-nchiesta su "Mafia Capitale", e che riguarda la gestione di alcuni campi nomadi della capitale. Quattro sono le ordinanze di custodia cautelare in carcere, due ai domiciliari più una misura interdittiva. I reati contestati sono corruzione,falso in atto pubblico e turbativa d'asta.

Arresti e perquisizioni per i dipendenti del Comune di Roma e gli imprenditori coinvolti in un giro di tangenti riguardante funzionari del dipartimento politiche sociali e salute del Comune. L'inchiesta, portata avanti dai carabinieri di Roma Eur, ha come arco temporale il periodo che va dalla fine del 2013 alla fine del 2014, quasi in coincidenza con la prima tranche di arresti di "Mafia Capitale".

Il gip Flavia Costantini, accogliendo le richieste dei pm Maria Letizia Golfieri, Carlo Lasperanza, Edoardo De Santis e Luca Tescaroli, coordinati dall'aggiunto Paolo Ielo, ha disposto il carcere per Roberto Chierici e Massimo Colangelo, rappresentanti di fatto di alcune cooperative, per Loris Talone, imprenditore ed assessore all'Agricoltura al Comune di Artena, e per Salvatore Di Maggio, presidente del Consorzio 'Alberto Bastiani Onlus'. I reati ipotizzati sono corruzione, falso in atto pubblico e turbativa d'asta.

Nel procedimento risulta indagata anche Emanuela Salvatori, la funzionaria del Comune che lo scorso novembre è stata condannata a 4 anni di reclusione, in abbreviato, per i suoi affari con il `ras´ delle cooperative Salvatore Buzzi in uno dei rivoli di "Mafia Capitale".

Ai domiciliari, invece, il funzionario del Comune di Roma, Alessandra Morgillo e il vigile urbano Eliseo De Luca. Disposta una misura interdittiva per il funzionario Vito Fulco, funzionario del comune legato proprio alla Salvatori


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