Il bilancio dell'aggressione è di 21 ferite ma tre sono gravi. Ha colpito al grido di 'Allah Akbar'. Le autorità bavaresi hanno comunicato che l'aggressore, è stato ucciso dalla polizia.
L'aggressore, un rifugiato afgano di 17 anni, ha assalito decine di persone che viaggiavano su un treno con destinazione Wurzburg (una città extracircondariale della Baviera) che dista circa 100 chilometri a nordovest di Norimberga. Il diciasettenne afgano è salito sul treno armato di ascia, coltelli ed oggetti appuntiti. Una volta che il il treno è partito, il minorenne è andato su tutte le furie ed ha assalito i passeggeri con le armi che aveva con sè, ferendone 21. Sembra che tre di queste persone siano in condizioni molto gravi. L'assalitore poi si è avventato contro la polizia che nel frattempo è intervenuta ed è stato ucciso.
Non è la prima volta che in Germania accade questo tipo di episodio. L'ultimo attacco in una stazione ferroviaria è avvenuto a maggio presso la stazione ferroviaria di Monaco di Baviera; in quell'occasione il bilancio delle vittime è stato di un morto e 31 persone. Le autorità finora non hanno rilasciato dichiarazioni. Al momento, è ignota l'idendità dell'aggressore. Si sa però che il giovane è arrivato in Germania dall'Afganistan come minore non accompagnato e che era stato affidato ad una famiglia. Non c'è stato ancora alcuna dichiarazione da parte delle autorità se trattasi di un atto riconducibile al fondamentalismo islamico o meno. Tuttavia, il ministro dell'interno bavarese ha detto che l'assalitore mentre si avventava sulle vittime, gridava 'Allah Akbar'. E' quindi chiaro l'imbarazzo delle autorità tedesche, che anche davanti all'evidenza dei fatti, preferiscono mantenere il riserbo: è evidente che a pochi giorni di distanza dall'attentato islamista di Nizza, non si voglia alimentare oltremodo l'allarme sociale, già molto alto. Cionostante, inusitatamente, continua il supporto europeo dei terroristi in Siria tramite la legittimazione politica, il sostegno logistico e tramite l'embargo al governo siriano ed a tutta la società civile.
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