Vertice ieri al Pentagono sul terrorismo e sul nuovo fronte aperto dai raid Usa contro l’Is in Libia.
Radio Vaticana - la linea del presidente Obama è di continuare la lotta senza tregua allo Stato islamico, ma ribadisce che la permanenza di Assad in Siria, sostenuta da Mosca, resta un grande ostacolo alla fine delle ostilità. Il servizio di Gabriella Ceraso: ascolta
Con aggressività e su tutti i fronti. E’ lo scenario della lotta agli estremisti islamici che il presidente Obama delinea dopo l’incontro con i vertici di intelligence e difesa. L’obiettivo è più efficacia sul terreno e più prevenzione, così, afferma il capo della Casa Bianca, la sconfitta dell’Is sarà “inevitabile”.
E’ da un anno circa, sottolinea Obama, che il cosiddetto Stato islamico non guadagna più terreno, perde dirigenti - l’ultimo ieri nella penisola del Sinai- e combattenti. Per questo minaccia e colpisce nel mondo con una potenza ancora considerevole. Dunque, sottolinea Obama, la sola risposta militare non basta e la guardia deve rimanere alta. Poi il nodo Siria: la permanenza di Assad sostenuta dalla Russia resta il problema. E’ ora, dice Obama, che Mosca dimostri coi fatti di volere il rispetto delle tregua. Infine la Libia con Sirte da liberare dai jihadisti: un impegno che durerà più a lungo di quanto previsto, ma che in tre giorni di attacchi ha distrutto diversi obiettivi militari.
Radio Vaticana - la linea del presidente Obama è di continuare la lotta senza tregua allo Stato islamico, ma ribadisce che la permanenza di Assad in Siria, sostenuta da Mosca, resta un grande ostacolo alla fine delle ostilità. Il servizio di Gabriella Ceraso: ascolta
Con aggressività e su tutti i fronti. E’ lo scenario della lotta agli estremisti islamici che il presidente Obama delinea dopo l’incontro con i vertici di intelligence e difesa. L’obiettivo è più efficacia sul terreno e più prevenzione, così, afferma il capo della Casa Bianca, la sconfitta dell’Is sarà “inevitabile”.
E’ da un anno circa, sottolinea Obama, che il cosiddetto Stato islamico non guadagna più terreno, perde dirigenti - l’ultimo ieri nella penisola del Sinai- e combattenti. Per questo minaccia e colpisce nel mondo con una potenza ancora considerevole. Dunque, sottolinea Obama, la sola risposta militare non basta e la guardia deve rimanere alta. Poi il nodo Siria: la permanenza di Assad sostenuta dalla Russia resta il problema. E’ ora, dice Obama, che Mosca dimostri coi fatti di volere il rispetto delle tregua. Infine la Libia con Sirte da liberare dai jihadisti: un impegno che durerà più a lungo di quanto previsto, ma che in tre giorni di attacchi ha distrutto diversi obiettivi militari.
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