Perdono di Assisi: le porte spalancate di Francesco Bassetti: Porziuncola, culla del francescanesimo
Grande attesa tra i pellegrini presenti ad assisi per giovedi' giorno dell'arrivo di papa Francesco
Sanfrancescopatronoditalia - La visita di papa Francesco ad Assisi coniuga un evento storico il Giubileo Francescano del Perdono al Giubileo di Papa Francesco. Quella porta senza serrature né maniglie voluta da san Francesco sarà la stessa voluta e varcata dal Papa il 4 agosto. Una visita che ci parla di un cammino quanto mai attuale verso l'inclusione, l'accoglienza, la misericordia.
Il Santo Padre oltrepasserà la porta che san Francesco otto secoli fa ha aperto a tutti. Ritorneremo a quella notte del 1216 quando Gesù e Maria apparvero al santo di Assisi ponendogli la domanda: "Cosa desideri per la salvezza delle anime". La risposta fu immediata: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.
Il "Perdono di Assisi" e la visita di Papa Francesco ci parlano in un momento drammatico alla luce di una violenza che ci riporta a quelle "crociate" che insanguinavano le nostre città: "Un cuore misericordioso - ha detto il Pontefice - ha il coraggio di lasciare le comodità; un cuore misericordioso sa andare incontro agli altri, riesce ad abbracciare tutti. Un cuore misericordioso sa essere un rifugio per chi non ha mai avuto una casa o l’ha perduta, sa creare un ambiente di casa e di famiglia per chi ha dovuto emigrare, è capace di tenerezza e di compassione. Un cuore misericordioso sa condividere il pane con chi ha fame, un cuore misericordioso si apre per ricevere il profugo e il migrante". Ecco allora che Francesco e Francesco desiderano che il nostro occhio sia accecato dall'amore per l'altro e che i nostri gesti siano animati dalla carità.
L'arrivo del Papa ad Assisi pone l'accento su tre realtà: la dimensione spirituale, semplicità di gesti ed essenzialità liturgica; la dimensione geografica, per la prima volta un Papa arriva nella città del poverello per la festa del perdono; la dimensione politica, valorizzazione della proposta francescana di semplicità nella Chiesa. Ecco perché la visita ad Assisi non può essere derubricata come un fatto privato, ma porta a riflettere su scenari inediti che indirettamente riformano il modo di pensare della chiesa cristiana.
Padre Enzo Fortunato, direttore rivista san Francesco
------------------------------------------------------------------------------------------------------ Celebrata solennemente il 2 agosto, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi, la festa del “Perdono” che assume in questo anno un significato particolare, unendo l'VIII centenario dell'indulgenza della Porziuncola, concessa da papa Onorio III a san Francesco, nel 1216, all'Anno Santo straordinario della Misericordia. Ottocento anni di grazia e di misericordia dell’Indulgenza della Porziuncola, che converge verso di essa milioni di pellegrini desiderosi di varcare la “porta della vita eterna” per ritrovare pace e perdono. scaturiti da questa “piccola porzione” di terra divenuta famosa in tutto il mondo e definita la “Porta Santa sempre aperta” in perenne Giubileo di perdono e di grazia.
Il 2 agosto l'VIII centenario è stato aperto solennemente dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Ceu, con la concelebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria degli Angeli, alla presenza di tutti i vescovi dell'Umbria e il vescovo francescano padre Vittorio Viola, il padre generale dei Frati minori e il padre generale dei frati minori conventuali, il custode della Porziuncola padre Rosario Gugliota, quello del Sacro Convento padre Mauro Gambetti insieme ad un centinaio di sacerdoti provenienti da diverse parti d'Italia e migliaia di fedeli che hanno gremito la grande basilica dedicata a Maria.
«E' una giornata che richiama gli uomini e le donne di oggi a riscoprire la gioia del perdono e della riconciliazione con Dio e tra di loro – ha detto il cardinale nell'omelia –. La misericordia è la via che unisce Dio e l'uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato».
«La Porziuncola, culla del francescanesimo, è diventata nel tempo centro di un vasto movimento di pietà popolare e parte della storia della Chiesa universale, sempre unita da vincoli di carità al Vescovo di Assisi e al Papa di Roma – ha aggiunto il cardinale –. "Vi voglio mandare tutti in Paradiso", gridò Francesco al popolo qui convenuto, quando il Papa gli accordò l'indulgenza, "senza obolo", cioè senza offerta in denaro, quindi accessibile anche a coloro che non potevano permettersi donazioni o lunghi pellegrinaggi. Come non immaginare, con il pensiero, le folle di pellegrini che lungo otto secoli sono qui venuti, in povertà, con la pena nel cuore e con tanto sacrificio, ma pieni di fede e speranza nell'ottenere da Dio perdono e misericordia, per loro e per i loro defunti. La Porziuncola - ha scritto il vescovo mons. Sorrentino, nella lettera pastorale alla diocesi - è divenuta così "una porta del cielo. Aperta soprattutto per i semplici e i poveri". Avvolto da questo amore smisurato, il cristiano sa di potersi rifugiare in colui che tutto può perdonare, ma avverte anche la necessità di liberarsi dalle scorie del peccato, che deturpano la sua anima. In tale contesto si può comprendere la prassi e il valore dell'indulgenza, come una grazia speciale che ci consente di realizzare fino in fondo la totale guarigione del cuore. Essa si fonda su una grande verità di fede: i meriti di Cristo Signore, della Beata Vergine Maria e di tutti i Santi a cui si uniscono le preghiere e le sofferenze dei giusti di ogni tempo».
Altra ricorrenza legata ad Assisi è il trentesimo anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace voluta da papa Giovanni Paolo II nel 1986. «L'incontro iniziò proprio qui, dinanzi alla Porziuncola – ha ricordato il cardinale - con i leader di tutte le religioni del mondo che si abbracciarono in segno di rispetto, di pace e di riconciliazione. A distanza di trent'anni, il mondo, purtroppo, non si è ancora pacificato. Oggi a sconvolgere è la follia terroristica che in diversi luoghi è esplosa con gesti di efferata violenza. Uno scontro di civiltà, che da più parti si paventa, sconvolgerebbe l'umanità in maniera imprevedibile e drammatica. Ma non è lo scontro che bisogna rincorrere; quello che bisogna adoperarsi a costruire è la civiltà dell'amore, l'unica – come diceva il beato Paolo VI – capace di garantire a ciascuno i suoi diritti, rispettare ogni credo religioso, favorire una vita degna per tutti».
In conclusione l'invocazione del cardinale alla pace che «salga oggi di nuovo, da questa piccola chiesa della Porziuncola, da questa sacra città di Assisi, perché gli uomini di ogni convinzione religiosa sappiano mostrare al mondo il vero volto di Dio: misericordioso, compassionevole, creatore e padre di tutti gli uomini».
Un pensiero particolare è stato rivolto ai giovani, ricordando l'appena conclusa Gmg di Cracovia e quanto vissuto nelle catechesi e nella preghiera con papa Francesco: «E' stato come ammirare un grande prato ricolmo di fiori appena sbocciati che protendono i loro petali verso la luce del cielo. Davanti a questo bellissimo spettacolo umano non possiamo, non dobbiamo, aver paura del futuro. Papa Francesco ha detto ai giovani: “Non lasciatevi rubare la speranza, perché senza speranza non c’è futuro”. Come il giovane Francesco, dopo aver incontrato il lebbroso, i "giovani di Cracovia" hanno capito che non bisogna aver paura della putredine umana, dell'uomo corrotto e degradato dalla vita e dalla violenza: è lui "il prossimo", a cui curare le piaghe. Sotto ogni uomo ferito si nasconde il volto del Signore, che può risplendere solo grazie al nostro amore. Se voi giovani avrete coraggio di “sognare” cambierete il mondo come ha fatto Francesco, che con la misericordia e la fede ha favorito la comunione tra tutti gli uomini di buona volontà, contrapponendo alle trincee della paura i varchi della speranza, della comprensione, dell’amicizia e della fraternità».
Al termine i celebranti hanno raggiunto in processione la Porziuncola, incensata dal cardinale Bassetti che si è poi trattenuto in preghiera nella piccola chiesa, prima della benedizione conclusiva.
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E' iniziato ieri il "Perdono di Assisi" con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Ministro generale dell’Ordine dei Frati minori, Michael A. Perry. "I mali di oggi - ha esordito - sono gli stessi che esistevano al tempo di san Francesco. Davanti alle rovine e alle minacce odierne la festa del Perdono è un invito urgente ad accogliere la misericordia che può farci superare la paura, la violenza e l'esclusione". E' necessario, come sottolineato dal Ministro generale, dire sì all'amore e alla vita come fecero Maria e san Francesco. Il "Perdono di Assisi" non è una semplice celebrazione, ma coincide con "il dono della Misericordia".
Nel primo pomeriggio alle 14,30 si è svolta la liturgia penitenziale dei Pellegrini d’Abruzzo con Franco Rapacchiale, Ministro provinciale dei Frati minori conventuali d’Abruzzo. Alle 14.45 sulla piazza Porziuncola c'è stato l'arrivo della XXXVI Marcia francescana “Alla porta del cielo” a cui ha fatto seguito la santa messa con Carlo Serri, Ministro provinciale dei Frati minori d’Abruzzo. Alle 17 – 18 celebrazione eucaristica del Perdono di Assisi e della Dedicazione della Basilica a seguire (ore 19) pellegrinaggio della Diocesi di Assisi con partenza dalla piazza di San Francesco.
Primi Vespri della Solennità: presiede Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino. Offerta dell’incenso da parte del sindaco di Assisi, Stefania Proietti. Alle ore 21.30 Veglia di preghiera e processione aux flambeaux con Mons. Vittorio Viola, vescovo di Tortona.
Sanfrancescopatronoditalia - La visita di papa Francesco ad Assisi coniuga un evento storico il Giubileo Francescano del Perdono al Giubileo di Papa Francesco. Quella porta senza serrature né maniglie voluta da san Francesco sarà la stessa voluta e varcata dal Papa il 4 agosto. Una visita che ci parla di un cammino quanto mai attuale verso l'inclusione, l'accoglienza, la misericordia.
Il Santo Padre oltrepasserà la porta che san Francesco otto secoli fa ha aperto a tutti. Ritorneremo a quella notte del 1216 quando Gesù e Maria apparvero al santo di Assisi ponendogli la domanda: "Cosa desideri per la salvezza delle anime". La risposta fu immediata: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.
Il "Perdono di Assisi" e la visita di Papa Francesco ci parlano in un momento drammatico alla luce di una violenza che ci riporta a quelle "crociate" che insanguinavano le nostre città: "Un cuore misericordioso - ha detto il Pontefice - ha il coraggio di lasciare le comodità; un cuore misericordioso sa andare incontro agli altri, riesce ad abbracciare tutti. Un cuore misericordioso sa essere un rifugio per chi non ha mai avuto una casa o l’ha perduta, sa creare un ambiente di casa e di famiglia per chi ha dovuto emigrare, è capace di tenerezza e di compassione. Un cuore misericordioso sa condividere il pane con chi ha fame, un cuore misericordioso si apre per ricevere il profugo e il migrante". Ecco allora che Francesco e Francesco desiderano che il nostro occhio sia accecato dall'amore per l'altro e che i nostri gesti siano animati dalla carità.
L'arrivo del Papa ad Assisi pone l'accento su tre realtà: la dimensione spirituale, semplicità di gesti ed essenzialità liturgica; la dimensione geografica, per la prima volta un Papa arriva nella città del poverello per la festa del perdono; la dimensione politica, valorizzazione della proposta francescana di semplicità nella Chiesa. Ecco perché la visita ad Assisi non può essere derubricata come un fatto privato, ma porta a riflettere su scenari inediti che indirettamente riformano il modo di pensare della chiesa cristiana.
Padre Enzo Fortunato, direttore rivista san Francesco
------------------------------------------------------------------------------------------------------ Celebrata solennemente il 2 agosto, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi, la festa del “Perdono” che assume in questo anno un significato particolare, unendo l'VIII centenario dell'indulgenza della Porziuncola, concessa da papa Onorio III a san Francesco, nel 1216, all'Anno Santo straordinario della Misericordia. Ottocento anni di grazia e di misericordia dell’Indulgenza della Porziuncola, che converge verso di essa milioni di pellegrini desiderosi di varcare la “porta della vita eterna” per ritrovare pace e perdono. scaturiti da questa “piccola porzione” di terra divenuta famosa in tutto il mondo e definita la “Porta Santa sempre aperta” in perenne Giubileo di perdono e di grazia.
Il 2 agosto l'VIII centenario è stato aperto solennemente dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Ceu, con la concelebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria degli Angeli, alla presenza di tutti i vescovi dell'Umbria e il vescovo francescano padre Vittorio Viola, il padre generale dei Frati minori e il padre generale dei frati minori conventuali, il custode della Porziuncola padre Rosario Gugliota, quello del Sacro Convento padre Mauro Gambetti insieme ad un centinaio di sacerdoti provenienti da diverse parti d'Italia e migliaia di fedeli che hanno gremito la grande basilica dedicata a Maria.
«E' una giornata che richiama gli uomini e le donne di oggi a riscoprire la gioia del perdono e della riconciliazione con Dio e tra di loro – ha detto il cardinale nell'omelia –. La misericordia è la via che unisce Dio e l'uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato».
«La Porziuncola, culla del francescanesimo, è diventata nel tempo centro di un vasto movimento di pietà popolare e parte della storia della Chiesa universale, sempre unita da vincoli di carità al Vescovo di Assisi e al Papa di Roma – ha aggiunto il cardinale –. "Vi voglio mandare tutti in Paradiso", gridò Francesco al popolo qui convenuto, quando il Papa gli accordò l'indulgenza, "senza obolo", cioè senza offerta in denaro, quindi accessibile anche a coloro che non potevano permettersi donazioni o lunghi pellegrinaggi. Come non immaginare, con il pensiero, le folle di pellegrini che lungo otto secoli sono qui venuti, in povertà, con la pena nel cuore e con tanto sacrificio, ma pieni di fede e speranza nell'ottenere da Dio perdono e misericordia, per loro e per i loro defunti. La Porziuncola - ha scritto il vescovo mons. Sorrentino, nella lettera pastorale alla diocesi - è divenuta così "una porta del cielo. Aperta soprattutto per i semplici e i poveri". Avvolto da questo amore smisurato, il cristiano sa di potersi rifugiare in colui che tutto può perdonare, ma avverte anche la necessità di liberarsi dalle scorie del peccato, che deturpano la sua anima. In tale contesto si può comprendere la prassi e il valore dell'indulgenza, come una grazia speciale che ci consente di realizzare fino in fondo la totale guarigione del cuore. Essa si fonda su una grande verità di fede: i meriti di Cristo Signore, della Beata Vergine Maria e di tutti i Santi a cui si uniscono le preghiere e le sofferenze dei giusti di ogni tempo».
Altra ricorrenza legata ad Assisi è il trentesimo anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace voluta da papa Giovanni Paolo II nel 1986. «L'incontro iniziò proprio qui, dinanzi alla Porziuncola – ha ricordato il cardinale - con i leader di tutte le religioni del mondo che si abbracciarono in segno di rispetto, di pace e di riconciliazione. A distanza di trent'anni, il mondo, purtroppo, non si è ancora pacificato. Oggi a sconvolgere è la follia terroristica che in diversi luoghi è esplosa con gesti di efferata violenza. Uno scontro di civiltà, che da più parti si paventa, sconvolgerebbe l'umanità in maniera imprevedibile e drammatica. Ma non è lo scontro che bisogna rincorrere; quello che bisogna adoperarsi a costruire è la civiltà dell'amore, l'unica – come diceva il beato Paolo VI – capace di garantire a ciascuno i suoi diritti, rispettare ogni credo religioso, favorire una vita degna per tutti».
In conclusione l'invocazione del cardinale alla pace che «salga oggi di nuovo, da questa piccola chiesa della Porziuncola, da questa sacra città di Assisi, perché gli uomini di ogni convinzione religiosa sappiano mostrare al mondo il vero volto di Dio: misericordioso, compassionevole, creatore e padre di tutti gli uomini».
Un pensiero particolare è stato rivolto ai giovani, ricordando l'appena conclusa Gmg di Cracovia e quanto vissuto nelle catechesi e nella preghiera con papa Francesco: «E' stato come ammirare un grande prato ricolmo di fiori appena sbocciati che protendono i loro petali verso la luce del cielo. Davanti a questo bellissimo spettacolo umano non possiamo, non dobbiamo, aver paura del futuro. Papa Francesco ha detto ai giovani: “Non lasciatevi rubare la speranza, perché senza speranza non c’è futuro”. Come il giovane Francesco, dopo aver incontrato il lebbroso, i "giovani di Cracovia" hanno capito che non bisogna aver paura della putredine umana, dell'uomo corrotto e degradato dalla vita e dalla violenza: è lui "il prossimo", a cui curare le piaghe. Sotto ogni uomo ferito si nasconde il volto del Signore, che può risplendere solo grazie al nostro amore. Se voi giovani avrete coraggio di “sognare” cambierete il mondo come ha fatto Francesco, che con la misericordia e la fede ha favorito la comunione tra tutti gli uomini di buona volontà, contrapponendo alle trincee della paura i varchi della speranza, della comprensione, dell’amicizia e della fraternità».
Al termine i celebranti hanno raggiunto in processione la Porziuncola, incensata dal cardinale Bassetti che si è poi trattenuto in preghiera nella piccola chiesa, prima della benedizione conclusiva.
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E' iniziato ieri il "Perdono di Assisi" con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Ministro generale dell’Ordine dei Frati minori, Michael A. Perry. "I mali di oggi - ha esordito - sono gli stessi che esistevano al tempo di san Francesco. Davanti alle rovine e alle minacce odierne la festa del Perdono è un invito urgente ad accogliere la misericordia che può farci superare la paura, la violenza e l'esclusione". E' necessario, come sottolineato dal Ministro generale, dire sì all'amore e alla vita come fecero Maria e san Francesco. Il "Perdono di Assisi" non è una semplice celebrazione, ma coincide con "il dono della Misericordia".
Nel primo pomeriggio alle 14,30 si è svolta la liturgia penitenziale dei Pellegrini d’Abruzzo con Franco Rapacchiale, Ministro provinciale dei Frati minori conventuali d’Abruzzo. Alle 14.45 sulla piazza Porziuncola c'è stato l'arrivo della XXXVI Marcia francescana “Alla porta del cielo” a cui ha fatto seguito la santa messa con Carlo Serri, Ministro provinciale dei Frati minori d’Abruzzo. Alle 17 – 18 celebrazione eucaristica del Perdono di Assisi e della Dedicazione della Basilica a seguire (ore 19) pellegrinaggio della Diocesi di Assisi con partenza dalla piazza di San Francesco.
Primi Vespri della Solennità: presiede Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino. Offerta dell’incenso da parte del sindaco di Assisi, Stefania Proietti. Alle ore 21.30 Veglia di preghiera e processione aux flambeaux con Mons. Vittorio Viola, vescovo di Tortona.
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