“Pace a Voi”. Con questo motto, dal Vangelo di Giovanni, ha preso il via il 16.mo viaggio apostolico di Papa Francesco in Georgia e Azerbaigian dal forte significato ecumenico e interreligioso.
Radio Vaticana - L’aereo con a bordo il Pontefice (un A321 dell’Alitalia) è decollato dall’aeroporto internazionale di Roma-Fiumicino verso le ore 9 ed è previsto che atterri allo scalo internazionale di Tbilisi alle ore 15 (le 13 di Roma), dopo quattro ore di volo. Ad accogliere a Tbilisi il Pontefice, a 17 anni dalla visita di San Giovanni Paolo II, ci saranno le autorità civili e religiose tra cui anche l’anziano Catholicos, Patriarca di tutta la Georgia, Sua Santità e Beatitudine Ilia II, che abbracciò allora anche Wojtyła. Il servizio della nostra inviata Gabriella Ceraso: ascolta
Tbilisi è pronta. Questa città antica e affascinante del Caucaso, attraversata dalle acque del fiume Kura e disseminata di chiese e monasteri, oggi rallenterà i suoi ritmi frenetici e, tra vicoli e piazze arabeggianti, palazzi dalle tinte ancora sovietiche, accoglierà Papa Francesco.
Un pellegrinaggio di poche ore, ma dai tanti risvolti. Perché il Caucaso è una zona tutt'altro che marginale per la fede cristiana, qui in dialogo con altre confessioni e religioni di maggioranza, ma anche per gli equilibri politici. Turchia, Russia, Medio Oriente sono vicini ingombranti, la pace è dunque una parola chiave. “Vengo a incoraggiarne sentieri e speranze” aveva detto il Papa a giugno scorso; ”la pace richiede tenacia e passi continui”, a ciascuno spetta dare un contributo. E probabilmente su questo tema articolerà i dieci discorsi in programma fino a domenica.
La prima tappa del Papa sarà al Palazzo presidenziale, quando a Roma saranno le 14, poi al Patriarcato ortodosso, per un incontro col Catholicos Ilia II, da 39 anni alla guida della Chiesa autocefala apostolica georgiana. Ultima tappa del giorno, la preghiera nella piccola chiesa di San Simone il Tintore dove sono riuniti i siro-caldei di tutto il mondo.
Domani invece l’attesa è tutta per la Messa allo stadio Meskhi cui parteciperà – importante segno ecumenico – anche una rappresentanza della Chiesa ortodossa. Mentre il pomeriggio sarà dedicato all’abbraccio con i fedeli di rito latino e armeno nella cattedrale dell’Assunta e poi alla carezza ai malati e agli operatori della carità nella grande struttura sociosanitaria dei Camilliani, alla periferia di Tbilisi.
Il viaggio di Francesco in Georgia si chiuderà con la suggestiva visita alla cattedrale di Mtsketa, là dove si dice sia custodita la tunica di Gesù, luogo sacro agli ortodossi e alla nazione. Quindi domenica mattina la partenza per l’Azerbaigian.
Sono oltre 200 i giornalisti georgiani e internazionali finora accreditati a seguire la visita del Papa in sala stampa a Tbilisi. Un’attenzione che non si riscontra per le strade, tranne che nei luoghi che il Papa visiterà: in particolare nelle parrocchie, dove il suo volto sorridente risalta in grandi manifesti. "Non ci saranno grandi folle ma pochi fedeli preziosi", dice padre Akaki Chelidze, portavoce dell’Amministrazione apostolica del Caucaso per i latini:
"Cerchiamo di far giungere la nostra voce ai più, invitandoli a questo grande evento che qua ha una risonanza da quella che ci si potrebbe aspettare in un Paese a maggioranza cattolica o con una forte presenza cattolica. Noi siamo fiduciosi che la gente sarà motivata e se non sarà una grande folla sarà gente di grande amicizia nei riguardi della Chiesa cattolica e nei riguardi del Papa".
Radio Vaticana - L’aereo con a bordo il Pontefice (un A321 dell’Alitalia) è decollato dall’aeroporto internazionale di Roma-Fiumicino verso le ore 9 ed è previsto che atterri allo scalo internazionale di Tbilisi alle ore 15 (le 13 di Roma), dopo quattro ore di volo. Ad accogliere a Tbilisi il Pontefice, a 17 anni dalla visita di San Giovanni Paolo II, ci saranno le autorità civili e religiose tra cui anche l’anziano Catholicos, Patriarca di tutta la Georgia, Sua Santità e Beatitudine Ilia II, che abbracciò allora anche Wojtyła. Il servizio della nostra inviata Gabriella Ceraso: ascolta
Tbilisi è pronta. Questa città antica e affascinante del Caucaso, attraversata dalle acque del fiume Kura e disseminata di chiese e monasteri, oggi rallenterà i suoi ritmi frenetici e, tra vicoli e piazze arabeggianti, palazzi dalle tinte ancora sovietiche, accoglierà Papa Francesco.
Un pellegrinaggio di poche ore, ma dai tanti risvolti. Perché il Caucaso è una zona tutt'altro che marginale per la fede cristiana, qui in dialogo con altre confessioni e religioni di maggioranza, ma anche per gli equilibri politici. Turchia, Russia, Medio Oriente sono vicini ingombranti, la pace è dunque una parola chiave. “Vengo a incoraggiarne sentieri e speranze” aveva detto il Papa a giugno scorso; ”la pace richiede tenacia e passi continui”, a ciascuno spetta dare un contributo. E probabilmente su questo tema articolerà i dieci discorsi in programma fino a domenica.
La prima tappa del Papa sarà al Palazzo presidenziale, quando a Roma saranno le 14, poi al Patriarcato ortodosso, per un incontro col Catholicos Ilia II, da 39 anni alla guida della Chiesa autocefala apostolica georgiana. Ultima tappa del giorno, la preghiera nella piccola chiesa di San Simone il Tintore dove sono riuniti i siro-caldei di tutto il mondo.
Domani invece l’attesa è tutta per la Messa allo stadio Meskhi cui parteciperà – importante segno ecumenico – anche una rappresentanza della Chiesa ortodossa. Mentre il pomeriggio sarà dedicato all’abbraccio con i fedeli di rito latino e armeno nella cattedrale dell’Assunta e poi alla carezza ai malati e agli operatori della carità nella grande struttura sociosanitaria dei Camilliani, alla periferia di Tbilisi.
Il viaggio di Francesco in Georgia si chiuderà con la suggestiva visita alla cattedrale di Mtsketa, là dove si dice sia custodita la tunica di Gesù, luogo sacro agli ortodossi e alla nazione. Quindi domenica mattina la partenza per l’Azerbaigian.
Sono oltre 200 i giornalisti georgiani e internazionali finora accreditati a seguire la visita del Papa in sala stampa a Tbilisi. Un’attenzione che non si riscontra per le strade, tranne che nei luoghi che il Papa visiterà: in particolare nelle parrocchie, dove il suo volto sorridente risalta in grandi manifesti. "Non ci saranno grandi folle ma pochi fedeli preziosi", dice padre Akaki Chelidze, portavoce dell’Amministrazione apostolica del Caucaso per i latini:
"Cerchiamo di far giungere la nostra voce ai più, invitandoli a questo grande evento che qua ha una risonanza da quella che ci si potrebbe aspettare in un Paese a maggioranza cattolica o con una forte presenza cattolica. Noi siamo fiduciosi che la gente sarà motivata e se non sarà una grande folla sarà gente di grande amicizia nei riguardi della Chiesa cattolica e nei riguardi del Papa".
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