Le piogge degli ultimi cinque giorni hanno provocato nel Nord almeno 133 vittime e centinaia di migliaia di sfollati. Seoul ha chiarito di avere “un piano” per distruggere la capitale del regime in caso di attacco, e Tokyo avverte che “non rimarrà a guardare le follie di Kim”. Da parte sua, il governo nordcoreano chiede agli Usa lo status di potenza nucleare. Una fonte di AsiaNews: “Sta finendo il cibo, si rischia una nuova carestia”.
Seoul (AsiaNews) - La Corea del Sud ha un piano per distruggere Pyongyang in caso di attacco nucleare. Lo riporta l’agenzia di stampa Yonhap, citando fonti dell’esercito nazionale. Il piano prevede l’uso di missili balistici ad alta precisione per radere al suolo le aree metropolitane “dove potrebbe nascondersi Kim Jong-un”, dittatore della Corea del Nord. Nel frattempo la parte settentrionale della penisola coreana è colpita da una raffica di alluvioni che al momento hanno provocato 133 vittime accertate.
Il ministero della Difesa di Seoul, spiega la Yonhap, ha informato l'Assemblea Nazionale del progetto chiamato “Punizione massiva e rappresaglia coreana”. Si tratta, ha chiarito il dicastero, “dell’unica risposta possibile” all'ultimo test nucleare, compiuto lo scorso 9 settembre da Pyongyang. Secondo un portavoce “tutti i quartieri di Pyongyang, soprattutto in quelli in cui può essere nascosto il leader nordcoreano, saranno completamente distrutti da missili balistici e missili ad alto potere esplosivo nel caso in cui la Corea del Nord mostri segnali di voler usare l'arsenale nucleare. In altre parole, la capitale nordcoreana sarà ridotta in cenere e cancellata dalle mappe”.
La Corea del Sud prevede l’utilizzo di missili balistici Hyunmoo 2A e 2B, con un raggio di 300 a 500 chilometri e dei suoi missili da crociera Hyunmoo 3, il cui raggio è di mille chilometri. Anche Tokyo si starebbe preparando dal punto di vista militare per un’eventuale aggressione: una fonte anonima del governo di Shinzo Abe ha chiarito all’Asahi Shimbun che l’esecutivo nipponico “non rimarrà certo a guardare le follie di Kim”.
La Corea del Nord intanto insiste perché gli Stati Uniti la riconoscano come potenza nucleare: "Il presidente Obama – scrive l’agenzia Kcna, voce ufficiale del regime – fa di tutto per negare lo status strategico nucleare della nostra repubblica. È un atteggiamento stupido cercare di oscurare il sole con il palmo di una mano”.
La Corea del Nord subisce sanzioni Onu da quando ha iniziato i suoi test nucleari, cioè dal 2006. Il test atomico di venerdì scorso – stima l’esercito sudcoreano – è stato pari a circa dieci chilotoni, quindi il più potente di sempre. La bomba americana sganciata su Hiroshima nel 1945 – questo il confronto che è stato fatto, memoria di un evento che in Asia è ancora più vivo – era di circa 15 chilotoni.
A causa delle sanzioni, sempre più aspre tanto più aumenta la tensione militare, il regime di Pyongyang non sembra in grado di reagire ai disastri naturali che colpiscono la popolazione. Le inondazioni, iniziate cinque giorni fa, hanno provocato oltre 130 morti, quasi 400 dispersi e più di 100mila sfollati. Lo riferisce l'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). Il governo di Pyongyang ha confermato il numero delle vittime, 133, e quello dei dispersi, 395. Oltre 35.500 persone case sono state danneggiate, il 69% di queste completamente distrutte. Secondo una fonte di AsiaNews in Corea “iniziano a scarseggiare anche i generi alimentari di base. Si rischia una nuova carestia”.
Seoul (AsiaNews) - La Corea del Sud ha un piano per distruggere Pyongyang in caso di attacco nucleare. Lo riporta l’agenzia di stampa Yonhap, citando fonti dell’esercito nazionale. Il piano prevede l’uso di missili balistici ad alta precisione per radere al suolo le aree metropolitane “dove potrebbe nascondersi Kim Jong-un”, dittatore della Corea del Nord. Nel frattempo la parte settentrionale della penisola coreana è colpita da una raffica di alluvioni che al momento hanno provocato 133 vittime accertate.
Il ministero della Difesa di Seoul, spiega la Yonhap, ha informato l'Assemblea Nazionale del progetto chiamato “Punizione massiva e rappresaglia coreana”. Si tratta, ha chiarito il dicastero, “dell’unica risposta possibile” all'ultimo test nucleare, compiuto lo scorso 9 settembre da Pyongyang. Secondo un portavoce “tutti i quartieri di Pyongyang, soprattutto in quelli in cui può essere nascosto il leader nordcoreano, saranno completamente distrutti da missili balistici e missili ad alto potere esplosivo nel caso in cui la Corea del Nord mostri segnali di voler usare l'arsenale nucleare. In altre parole, la capitale nordcoreana sarà ridotta in cenere e cancellata dalle mappe”.
La Corea del Sud prevede l’utilizzo di missili balistici Hyunmoo 2A e 2B, con un raggio di 300 a 500 chilometri e dei suoi missili da crociera Hyunmoo 3, il cui raggio è di mille chilometri. Anche Tokyo si starebbe preparando dal punto di vista militare per un’eventuale aggressione: una fonte anonima del governo di Shinzo Abe ha chiarito all’Asahi Shimbun che l’esecutivo nipponico “non rimarrà certo a guardare le follie di Kim”.
La Corea del Nord intanto insiste perché gli Stati Uniti la riconoscano come potenza nucleare: "Il presidente Obama – scrive l’agenzia Kcna, voce ufficiale del regime – fa di tutto per negare lo status strategico nucleare della nostra repubblica. È un atteggiamento stupido cercare di oscurare il sole con il palmo di una mano”.
La Corea del Nord subisce sanzioni Onu da quando ha iniziato i suoi test nucleari, cioè dal 2006. Il test atomico di venerdì scorso – stima l’esercito sudcoreano – è stato pari a circa dieci chilotoni, quindi il più potente di sempre. La bomba americana sganciata su Hiroshima nel 1945 – questo il confronto che è stato fatto, memoria di un evento che in Asia è ancora più vivo – era di circa 15 chilotoni.
A causa delle sanzioni, sempre più aspre tanto più aumenta la tensione militare, il regime di Pyongyang non sembra in grado di reagire ai disastri naturali che colpiscono la popolazione. Le inondazioni, iniziate cinque giorni fa, hanno provocato oltre 130 morti, quasi 400 dispersi e più di 100mila sfollati. Lo riferisce l'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). Il governo di Pyongyang ha confermato il numero delle vittime, 133, e quello dei dispersi, 395. Oltre 35.500 persone case sono state danneggiate, il 69% di queste completamente distrutte. Secondo una fonte di AsiaNews in Corea “iniziano a scarseggiare anche i generi alimentari di base. Si rischia una nuova carestia”.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.