Arrivano da un anticorpo le speranze per riuscire a sconfiggere la grave malattia debilitante.
di Paolo Antonio Magrì
Le placche al cervello tipiche della malattia si riducono e pare che anche il declino cognitivo rallenti. È l’effetto dell’utilizzo di un nuovo farmaco sperimentale sviluppato contro il morbo di Alzheimer. I risultati sono senza dubbio giudicati interessanti, ma la sperimentazione è nelle prime fasi e il numero di pazienti su cui la terapia è stata testata è ancora troppo piccolo. Il sorprendente risultato è stato presentato, comunque, con una certa enfasi sulla rivista Nature, alimentando nuovamente le speranze di vincere la battaglia contro un morbo fortemente invalidante.
Il nuovo farmaco si chiama aducanumab ed è un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio gli aggregati di proteina beta-amiloide ritenuta, nell’ipotesi più accreditata, il principale fattore di innesco dell’Alzheimer. Lo studio, opera dei laboratori Biogen, ha coinvolto 165 pazienti nelle fasi iniziali della malattia, quando la sintomatologia non è ancora grave. Alcuni sono stati sottoposti a infusioni mensili dell’anticorpo, altri ad un semplice placebo. A un anno di distanza, il gruppo che ha ricevuto il farmaco ha presentato una marcata riduzione delle placche di beta-amiloide nel cervello e chi ha ricevuto le dosi più alte ha anche avuto la maggiore diminuzione. Nei pazienti che hanno ricevuto il placebo non è stato invece osservato alcun miglioramento.
In una materia delicata come questa la prudenza è sempre d’obbligo considerando l’alto numero di farmaci anti-Alzheimer che, dopo le illusioni delle prime fasi di sperimentazione, si sono poi rivelati dei flop. Alcuni farmaci sperimentali, addirittura erano anch’essi riusciti a ridurre le placche senza poi, però, riuscire a far regredire i sintomi della malattia.
“Spero che i trial clinici di fase III siano un successo, ma ho una sensazione di dèja vu”, ha dichiarato Gordon Wilcock, professore all’università di Oxford. La comunità scientifica resta intanto a guardare attendendo i risultati delle ulteriori fasi di sperimentazione che costituiranno la prova del nove per l’ipotesi terapeutica di Biogen.
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di Paolo Antonio Magrì
Le placche al cervello tipiche della malattia si riducono e pare che anche il declino cognitivo rallenti. È l’effetto dell’utilizzo di un nuovo farmaco sperimentale sviluppato contro il morbo di Alzheimer. I risultati sono senza dubbio giudicati interessanti, ma la sperimentazione è nelle prime fasi e il numero di pazienti su cui la terapia è stata testata è ancora troppo piccolo. Il sorprendente risultato è stato presentato, comunque, con una certa enfasi sulla rivista Nature, alimentando nuovamente le speranze di vincere la battaglia contro un morbo fortemente invalidante.
Il nuovo farmaco si chiama aducanumab ed è un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio gli aggregati di proteina beta-amiloide ritenuta, nell’ipotesi più accreditata, il principale fattore di innesco dell’Alzheimer. Lo studio, opera dei laboratori Biogen, ha coinvolto 165 pazienti nelle fasi iniziali della malattia, quando la sintomatologia non è ancora grave. Alcuni sono stati sottoposti a infusioni mensili dell’anticorpo, altri ad un semplice placebo. A un anno di distanza, il gruppo che ha ricevuto il farmaco ha presentato una marcata riduzione delle placche di beta-amiloide nel cervello e chi ha ricevuto le dosi più alte ha anche avuto la maggiore diminuzione. Nei pazienti che hanno ricevuto il placebo non è stato invece osservato alcun miglioramento.
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Paolo A. Magrì presenterà il suo techno thriller Soccer Town
a STRANIMONDI 2016 - domenica 16 ottobre '16 ore 18:30
(ingresso libero)
I lettori di LPLNews24 sono tutti invitati.
QUI tutte le info aggiornate
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