Le due località sono sotto stretto assedio da parte degli islamisti radicali di Jaysh al-Fateh ( Esercito della Conquista) alleati a loro volta con il Free Syrian Army e Fatah Halab.
La fame, le malattie non curate, ed ogni tipo di privazione è quanto subiscono gli abitanti di due villaggi a maggioranza sciita, situati a nord della Siria, al Foua e Kafarya. La giornalista Eva Bartlett nell'articolo "Syria: The Children of Kafarya and Foua are Crying in the Dark", denuncia le drammatiche condizioni degli abitanti dei due villaggi.
E' da più di un anno che la coalizione jihadista ha circondato Foua e Kafarya. Alla popolazione è impedito di uscire o di entrare nei due villaggi: gli abitanti sono costretti a rimanere e fare così da bersaglio ai cannoneggiamenti, che sono incessanti. L'attacco più cruento è avvenuto il 30 agosto, quando Jaysh al-Fateh dalle 14 fino a sera "ha pesantemente bombardato i due villaggi del governatorato di Idlib con oltre 200 missili, razzi Grad, bombe di mortaio, bombole di gas piene di chiodi, esplosivo ed oggetti metallici. Il giorno dopo, i terroristi, tra cui Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham, hanno lanciato altri 60 ordigni sui circa 23.000 residenti" (21st Century Wire).
A fronte di questa tragedia, accade che anche la sofferenza venga filtrata: l'immagine del piccolo Omran di Aleppo, ha fatto il giro del mondo ma è di fatto proibito diffondere le innumerevoli storie di altrettanti coetaenei che si trovano dalla parte governativa che hanno trovato anche sorte peggiore. E' evidente che vige il sistema dei 'due pesi e due misure', cosicchè l'esigenza dei corridoi umanitari e delle tregue parte ad 'orologeria', solo quando gli attacchi avvengono nelle zone
tenute dai jihadisti. Solo allora, infatti, si denunciano le perdite di
vite umane come intenzionali. E' sconcertante constatare che chi denuncia
tali violenze, siano proprio coloro che decapitano prigionieri (compresi civili innocenti e
bambini) e compiono sistematicamente stragi di terrorismo anche tramite
l'utilizzo di kamikaze e autobombe. Il tutto in nome della creazione di
un futuro stato islamico fondato sulla Sharia, rifiutato chiaramente
dalla maggior parte dei siriani.
La fame, le malattie non curate, ed ogni tipo di privazione è quanto subiscono gli abitanti di due villaggi a maggioranza sciita, situati a nord della Siria, al Foua e Kafarya. La giornalista Eva Bartlett nell'articolo "Syria: The Children of Kafarya and Foua are Crying in the Dark", denuncia le drammatiche condizioni degli abitanti dei due villaggi.
E' da più di un anno che la coalizione jihadista ha circondato Foua e Kafarya. Alla popolazione è impedito di uscire o di entrare nei due villaggi: gli abitanti sono costretti a rimanere e fare così da bersaglio ai cannoneggiamenti, che sono incessanti. L'attacco più cruento è avvenuto il 30 agosto, quando Jaysh al-Fateh dalle 14 fino a sera "ha pesantemente bombardato i due villaggi del governatorato di Idlib con oltre 200 missili, razzi Grad, bombe di mortaio, bombole di gas piene di chiodi, esplosivo ed oggetti metallici. Il giorno dopo, i terroristi, tra cui Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham, hanno lanciato altri 60 ordigni sui circa 23.000 residenti" (21st Century Wire).
La piccola Aya Steeh di 11 anni uccisadai ribelli |
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