Come espresso dal Sommo Pontefice, è in atto una riforma del sistema mediatico della Santa Sede. Punto cruciale è stato lo Statuto della Segreteria per la comunicazione.
di Dario Cataldo
Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede dal 27 giugno 2015, Monsignor Dario Edoardo Viganò rappresenta il volto del cambiamento, del nuovo che avanza in funzione dello snellimento. Per rendere ancora più fruibile e globale la comunicazione Vaticana, ecco l'idea di una riforma generale che parte dallo Statuto e coinvolge tutte le strutture che ruotano intorno alla Santa Sede.
Come ribadisce lo stesso Porporato: "Lo stile della Curia Romana è sempre più quello di lavorare insieme mettendo a disposizione ciascuno le proprie competenze rispetto a progetti condivisi. Poi certamente un legame particolare si registra con la Segreteria di Stato, che ha la responsabilità delle notizie ufficiali del Santo Padre e della Santa Sede per la Sala Stampa, con l’Apsa per i vari immobili nei quali è attualmente dislocata la Segreteria per la Comunicazione e che probabilmente necessitano di una razionalizzazione".
L'apparato della comunicazione vaticana, attualmente conta 650 persone. Di certo, come ammette lo stesso Viganò, il numero è consistente. "Comunque sia, un principio della Dottrina sociale della Chiesa ci ricorda che il bene più prezioso di ogni attività lavorativa è la persona: per questo dopo anni si è ripartiti con la formazione e la professionalizzazione dei dipendenti. Voglio anche ricordare - continua il Prefetto - che il criterio che guida la riforma è anzitutto apostolico, pertanto si desidera valorizzare le Chiese locali laddove in grado e sostenere invece le comunità cristiane in difficoltà, guerra, povertà, o anche in terre come la Cina, dove essere cristiani è davvero una testimonianza che tocca la carne".
di Dario Cataldo
Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede dal 27 giugno 2015, Monsignor Dario Edoardo Viganò rappresenta il volto del cambiamento, del nuovo che avanza in funzione dello snellimento. Per rendere ancora più fruibile e globale la comunicazione Vaticana, ecco l'idea di una riforma generale che parte dallo Statuto e coinvolge tutte le strutture che ruotano intorno alla Santa Sede.
Come ribadisce lo stesso Porporato: "Lo stile della Curia Romana è sempre più quello di lavorare insieme mettendo a disposizione ciascuno le proprie competenze rispetto a progetti condivisi. Poi certamente un legame particolare si registra con la Segreteria di Stato, che ha la responsabilità delle notizie ufficiali del Santo Padre e della Santa Sede per la Sala Stampa, con l’Apsa per i vari immobili nei quali è attualmente dislocata la Segreteria per la Comunicazione e che probabilmente necessitano di una razionalizzazione".
L'apparato della comunicazione vaticana, attualmente conta 650 persone. Di certo, come ammette lo stesso Viganò, il numero è consistente. "Comunque sia, un principio della Dottrina sociale della Chiesa ci ricorda che il bene più prezioso di ogni attività lavorativa è la persona: per questo dopo anni si è ripartiti con la formazione e la professionalizzazione dei dipendenti. Voglio anche ricordare - continua il Prefetto - che il criterio che guida la riforma è anzitutto apostolico, pertanto si desidera valorizzare le Chiese locali laddove in grado e sostenere invece le comunità cristiane in difficoltà, guerra, povertà, o anche in terre come la Cina, dove essere cristiani è davvero una testimonianza che tocca la carne".
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