giovedì, ottobre 27, 2016
5400 migranti che abitavano la baraccopoli (sopranominata la 'giungla') nei pressi dell'Eurotunnel sono stati sgomberati. Il Prefetto ha detto ieri che il lavoro della polizia è terminato e che 'un nuovo capitolo inizia'.

Alla fine, i profughi sono stati caricati in sessanta autobus e portati via in sistemazioni alternative. Nei giorni scorsi, i migranti avevano acceso fuochi nel campo in segno di protesta. La maggior parte di loro si sono comportati pacificamente senza trascendere nella violenza. Tuttavia,  a causa dei numerosi falò,  i ricoveri, le tende e le roulotte, ieri notte, hanno preso accidentalmente fuoco. Così l'incendio si è propagato nel campo divorando ogni cosa. Alcune bombole di gas presenti nella bidonville sono esplose ma grazie all'opera dei vigili del fuoco, senza conseguenze.

Tutti i migranti sono stati registrati e troveranno una sistemazione alternativa più dignitosa nei numerosi Centri di permanenza temporanea (PAC) appositamente allestiti. Sono partiti anche due pullman con i minori accettati in Gran Bretagna. In questo modo, con la promessa di non essere espulsi, lo sgombero è potuto proseguire senza ulteriori incidenti.

Come è noto, i migranti bloccavano continuamente i camion che imboccavano l'Eurotunnel per accedere illegalmente in Gran Bretagna. Però, se alla fine si è trovata una soluzione ad un problema che bisognava ragionevolmente affrontare, la stessa cosa non si può dire per i residenti: il giornale francese 'Umanitè' riferisce che molti residenti a Calais sono frustrati per l'attenzione umanitaria che i media hanno riservato solo ai rifugiati nella 'giungla' di Calais.
In particolar modo "i piccoli commercianti nella periferia della città hanno perso i loro pochi clienti e i proprietari di immobili hanno visto in poco tempo il valore del proprio immobile dimezzato".

C'è una grossa fetta di popolazione, specialmente la più povera che si sente trascurata. E' il 'partito dei poveri di Calais'. Sono quelli che dicono "i francesi prima, gli altri dopo." Il malcontento tra i residenti di Calais esprime una situazione che trova analogie anche altrove in Europa laddove emerge questo tipo di problema. 'Umanitè' dice che ci sono tanti francesi "che hanno già così tanti problemi nella loro normale esistenza che non se la sentono di far posto ad altri: sono coloro che si sentono frustrati, lontano da un mondo che non tiene conto del loro sentire perché i loro commenti sono inaccettabili".

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