mercoledì, ottobre 05, 2016
Si è appena conclusa l’ottava edizione di Festival francescano che per il secondo anno si è svolto a Bologna, sul tema del perdono.

di Monica Cardarelli

Quasi 50.000 presenze nei tre giorni di festival per l’ottava edizione di Festival francescano, che si è svolta a Bologna il 23, 24 e 25 settembre scorsi. Il tema di questa edizione, il perdono, non era da poco. Più di 150 appuntamenti tra conferenze, workshop, laboratori didattici, spettacoli che hanno affrontato da diversi punti di vista il tema scelto. Ciò che colpisce non è solo l’affluenza, i numeri, ma la qualità della partecipazione: la piazza di Bologna “la dotta” infatti è giustamente esigente e le persone che hanno riempito piazza Maggiore, le sale di Palazzo Accursio per le conferenze e che si sono fermate agli stand o alle fast conference, erano senza dubbio interessate, incuriosite e attente a quanto proposto. Non solo un pubblico “di parte” si aggirava tra frati, suore e laici francescani, ma anche chi non era in linea con il pensiero cattolico e francescano ha potuto cogliere l’opportunità di riflettere su un tema che tocca tutti da vicino.

Perdono e giustizia; ridistribuzione delle ricchezze come atto di giustizia; il perdono con le parole; economia civile e monti di pietà; il perdono di Gesù nei confronti delle donne nel Vangelo e la sua misericordia, ma anche esperienze di cammino in Terra Santa…perché di cammino si tratta. Il perdono è un percorso, una meta a cui si giunge dopo un lungo cammino, a volte lungo tutto una vita. Parole, stimoli, riflessioni e occasioni di preghiera, di incontro e di confronto, perché senza l’incontro, la conoscenza dell’altro e il rispetto reciproco, non c’è vero dialogo. Situazioni concrete quelle proposte nella tre giorni del Festival che sono state subito accolte e “sfruttate” appieno. Lo testimonia l’affluenza all’interno della riproduzione della Porziuncola, posta in piazza Maggiore in occasione dell’ottavo centenario del Perdono di Assisi, così come le numerose confessioni e richieste di incontro con i frati presenti. La messa della domenica mattina presieduta dal vescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi, ha registrato il “tutto esaurito”, preparando la strada al momento di preghiera interreligiosa che ha concluso l’ottava edizione di Festival francescano, nel ricordo dei 30 anni dello Spirito d’Assisi.

Parlavan di….numeri dunque, che hanno lasciato spazio alla qualità delle presenze e soprattutto alle relazioni. Persone (non statistiche o percentuali) in cerca di relazioni dirette, di confronto e dialogo. Stare insieme in modo semplice, fermarsi a riflettere e a parlare, discutendo anche; ma pure divertirsi con poco, con danze popolari in piazza Maggiore o con i canti dei bambini dei cori della Galassia dell’Antoniano; con le magie di Mago Magone e i flash mob di frati, suore e gifrini. Una formula semplice quella proposta da Festival francescano che anche quest’anno è riuscito ad essere all’altezza del tema proposto; perché portare il messaggio di Francesco nelle strade e nelle piazze può essere sempre attuale.

Lo verificheremo il prossimo anno, sempre a Bologna, con la nona edizione del Festival tutta dedicata al tema del futuro. Sì, perché un tema così stimolante non può lasciare indifferenti le varie famiglie francescane (frati minori, conventuali e cappuccini; clarisse; suore; laici dell’Ordine Francescano Secolare…), che in qualche modo accolgono la sfida per verificare se l’originario carisma francescano e clariano adattato alle diverse condizioni di vita può essere ancora attuale e come.  
 
Il cammino prosegue così dalla pace verso la speranza: infatti se quest’anno sono giunti stimoli su come i francescani possono essere strumento di pace e come possono “fare misericordia”, per la prossima edizione, riprendendo una riflessione di papa Francesco, possiamo chiederci:in che modo i francescani oggi possono essere segno di speranza.


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